Incendio alle Casermette, altro che solo sterpaglie...

Il Comitato Cittadino di San Nicola la Strada si è vestito, come sempre, da Sherlock Holmes dell’ambiente e ha chiesto lumi sulle conseguenze delle fiamme che il 13 settembre devastarono la zona al confine tra i comuni di San Nicola la Strada e Caserta: “Non esiste alcuna certezza che durante l’incendio non si siano liberate fibre di amianto”.
Gravissimo e deprimente il ritardo dell’Arpac, che ha sinora risposto solo perché lo ha richiesto esplicitamente un cittadino allarmato...

In prima istanza abbiamo cercato di acquisire informazioni attendibili su quanto è effettivamente successo quel pomeriggio del 13 settembre in cui c’è stato l’incendio. Abbiamo chiesto ufficialmente sia ai Vigili del fuoco che all’Arpac di Caserta, con due raccomandate inviate in data 17 settembre, di fornirci i verbali e le relazioni relativi all’evento. Lo scorso 8 ottobre l’Arpac ha risposto inviando il verbale redatto da suo personale intervenuto sul luogo dell’incendio il 17 settembre alle ore 11 (intervento richiesto telefonicamente da un cittadino), nonché il rapporto sui risultati delle analisi effettuate su campioni di aria raccolti il giorno dell’intervento. Da tale rapporto, risulta che non sono state rinvenute fibre di amianto nel campione di aria esaminato”.

A riferirlo è il presidente del Comitato Cittadino “San Nicola la Strada – Città Partecipata”, la cui attenzione sulle conseguenze dell’incendio dello scorso mese alle Casermette (zona di confine tra i comuni di San Nicola la Strada e Caserta) si è fortemente concentrata sin dal primo momento dell’accaduto.

Sulla documentazione fornita dall’Arpac -continua l’Ing. Domenico Pennino- si possono, però, fare due rilievi. Il primo è che l’intervento dei tecnici è avvenuto quattro giorni dopo l’evento; il secondo è che l’Arpac è intervenuta su richiesta specifica di un cittadino. L’opinione dei nostri esperti è che, qualora durante l’incendio si fossero liberate nell’aria fibre di amianto, queste sarebbero state trasportate, nell’immediato, verso l’alto dalla corrente ascensionale di aria calda prodotta dell’incendio stesso. Durante la notte, l’aria raffreddandosi avrebbe provocato la ricaduta a terra delle eventuali fibre e ciò, a maggior ragione, si sarebbe ripetuto nelle tre notti successive, per cui l’assenza di fibre in aria campionata dopo quattro giorni non dà nessuna certezza che durante l’incendio non si siano liberate fibre di amianto.
In effetti, la verifica della qualità dell’aria a seguito di un incendio andrebbe fatta immediatamente dopo il verificarsi dell’incendio stesso e la cosa dovrebbe accadere in automatico, nel senso che i soggetti istituzionali che prestano il primo soccorso dovrebbero, d’ufficio, convocare subito l’Arpac per la misurazione della qualità dell’aria, senza attendere l’eventuale richiesta di un cittadino”.

Per quanto riguarda la possibilità di avere la documentazione tecnica dei Vigili del Fuoco, il Comitato non ha ricevuto, finora, risposta.
Ma, nel frattempo, non mancano certamente le testimonianze raccolte.
Come le foto scattate da un cittadino alcuni giorni dopo l’incendio.
Da esse -dice Pennino- si riscontra che numerosi alberi di alto fusto sono stati bruciati da incendi (presumibilmente più di uno) e che quindi non si è trattato di semplici arbusti, come è stato da più parti affermato. La persona che ha effettuato il sopralluogo afferma di non aver visto tracce di amianto nelle diverse costruzioni a ridosso della vegetazione bruciata che presentavano tutte coperture in tegola di cotto, nella maggior parte dei casi crollate a terra per l’incenerimento o il cedimento dell’impalcatura di sostegno in legno”.

Si aspetta, quindi, di acquisire anche la documentazione dei vigili del Fuoco in modo da poter fare, nei prossimi giorni, un bilancio finale dell’impatto ambientale provocato dall’incendio.

Al riguardo, però, apprendiamo da altre fonti del Comitato che il verbale di intervento dei Vigili del Fuoco non è stato ancora fornito ai richiedenti in quanto “il responsabile di settore ci ha anticipato che data la natura, forse dolosa dell’incendio, la magistratura ha secretato la documentazione”.

Pertanto, è senz’altro da condividere la assoluta necessità, peraltro da più parti manifestata all’interno del Comitato e da cittadini, di intervento tempestivo da parte degli organi istituzionali per verificare il danno ambientale.
Purtroppo, però, come si sa e non si condivide, rassicurare in tempi rapidi i cittadini preoccupati per la loro salute, non è certamente virtù delle istituzioni. L'unica cosa che subito esse riescono a fare è trasmettere "depressione"... 
 
Nicola Ciaramella
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