PASCARIELLO
E LA "LOGICA DEL COMPARTO"
2001 agli
sgoccioli: il sindaco ci traccia il bilancio dei suoi primi
sei mesi trascorsi nel Palazzo.
"Il
progetto Appia Nord non è una lottizzazione fine a se
stessa.
Grazie al metodo della perequazione che abbiamo recepito
dagli esperti nazionali di urbanistica,
avremo tutti i servizi, le infrastrutture e le opere
pubbliche che ci mancavano.
E il tutto a costo zero! Altro che
colate di
cemento!"
L'impegno nel sociale in testa ai suoi intendimenti presenti
e futuri.

-
intervista di Nicola Ciaramella-
-Chi legge
l'ordine del giorno del consiglio comunale del cinque
dicembre scorso, contenente l'esame di sei lottizzazioni
comprese nei settori urbani denominati Appia Nord e Grotta,
non può non rappresentarsi un' indole
decisamente
edificatoria di questa amministrazione, che
in brevissimo tempo è riuscita a raggiungere gli
equilibri giusti per sistemare le sue truppe e le sue
strategie. Un consiglio comunale che "liquida" in quattro e
quattro otto la pratica delle lottizzazioni in letargo e
quelle sorte d'incanto in pochi mesi, non ha certamente
bisogno di commenti.
Sindaco, ma era proprio necessario colare tutto quest'
altro cemento su un paese dove praticamente non esistono
servizi, le infrastrutture sono vecchie e fatiscenti, la
rete viaria è insufficiente e male organizzata, e poi
dove sono ancora irrisolti tantissimi problemi legati alla
carenza di strutture sportive e aggregative,
all'emarginazione della periferia, all'inquinamento,
all'inadeguatezza dei servizi sociali, eccetera eccetera?
Insomma, avvocato Pascariello, in un paese che è
sull'orlo del collasso, lei pensa di aggiungere altre case
su case, altri abitanti su abitanti e altri sconquassi
demografici pur di arrivare, a tutti i costi, alla fatidica
soglia delle 25mila anime da raccogliere in un paradiso che
proprio non si riesce a vedere?
"L'errore di fondo è sempre lo stesso. Noi
pecchiamo di mancata programmazione territoriale. E' vero
quello che dice, i servizi non ci sono. Ma io le rispondo:
come li possiamo creare? Certamente soltanto con la
programmazione del territorio. Il discorso Appia Nord non
è sinonimo di cementificazione, bensì vuol
dire creazione di servizi. Oggi come oggi, se il comune non
si apre ad un discorso di effettiva programmazione
territoriale, non potrà mai creare servizi. Non
abbiamo più queste casse del tesoro alle quali
attingere di continuo. Il comparto Appia Nord serve a
programmare il territorio, da un lato, ma serve soprattutto
a creare quei servizi che mancano.Tanto è vero, per
esempio, che si prevede in quella zona la costruzione di
strade che comunque in altre parti del paese il Comune ha
dovuto garantire sobbarcandosi spese notevoli. Invece noi
lì andiamo a realizzare delle infrastrutture a costo
zero, cioè praticamente senza prelevare neanche una
lira dalle casse comunali. Significa, ad esempio, che
andiamo a realizzare strade di dodici metri contrariamente
alle solite che sono di sette. E poi, non dimentichiamo che
in quel comparto verranno acquisiti al patrimonio comunale
ben 56mila metri quadrati di terreno da destinare ad opere
pubbliche. Altrimenti, questo paese non crescerà mai
perché non siamo in condizione di garantire nulla;
soldi non ce ne sono e non ce ne saranno mai a sufficienza:
non è più come una volta che si facevano le
strade, le fogne, la rete idrica o la rete elettrica con i
fondi dello Stato. La piena autonomia dei comuni significa
pure autoapprovvigionamento delle risorse finanziarie. E
poiché San Nicola non ha una situazione economica
floridissima, non ha in deposito molte risorse da sfruttare,
per garantire i servizi ai cittadini deve necessariamente
accrescere le entrate, cosa che si può fare solo
attraverso l'imposizione di altri tributi derivanti
dall'aumento dei servizi offerti agli utenti."
-Sì, ma perché non migliorare prima i
servizi per gli abitanti che già ci sono e poi, solo
poi, pensare a crearne altri per i nuovi insediamenti?
" Ma noi miriamo proprio a questo! La programmazione
territoriale serve esclusivamente a questo! Tanto è
vero che ho voluto che alla conferenza stampa per la
presentazione del progetto Appia Nord-Grotta fossero
presenti i lottizzatori non per il sostegno da dare all'
amministrazione, ma per coinvolgere direttamente i privati
nelle iniziative dell' amministrazione stessa. Bisogna
infatti tener presente che i lottizzatori eseguiranno tutte
le opere sotto la nostra direzione. Si realizzeranno prima i
servizi per tutto il comparto e poi si andranno a realizzare
le lottizzazioni vere e proprie. E questo è un
interesse soprattutto privatistico. Non converrebbe
certamente a nessun costruttore realizzare una lottizzazione
nel deserto, cioè senza infrastrutture e servizi: il
prezzo di mercato degli appartamenti risentirebbe in maniera
negativa, ad esempio, dell'assenza di collegamenti viari,
idrici, elettrici e via dicendo tra la zona da edificare e
quelle circostanti. Noi, invece, abbiamo convinto i
lottizzatori a consorziarsi in una associazione di imprese
che ha lo scopo di affidare la realizzazione dei servizi
basilari (cioè la rete viaria, le fogne, le condotte
per l'acqua, la luce ed il gas) ad uno solo di loro, il
quale utilizzerà una cassa unica in cui confluiranno
i singoli oneri spettanti a ciascuno di essi. E poi, oltre
ai servizi che dovranno essere obbligatoriamente realizzati
a cura di questo consorzio, l' amministrazione
incasserà anche i costi di costruzione con i quali,
invece, si costruiranno &endash;sempre a cura del
lottizzatore scelto da questo consorzio- le opere pubbliche
che deciderà l'amministrazione: scuole, palazzetto
dello sport, piscina
non so, si vedrà quando
sarà il momento in base alle esigenze più
impellenti.
Ecco, dunque, perché io non svilupperei mai il piano
regolatore per zone B, ma esclusivamente per zone C:
perché solo questo modo significa acquisizione di
servizi a costo zero per il Comune, in quanto è il
privato costruttore che deve sobbarcarsi l'onere di
realizzare i servizi.
Allora è chiaro. Vista così, l'elencazione di
sei fredde lottizzazioni non rappresenta affatto una colata
di cemento come lei dice, bensì una seria e
meticolosa programmazione per lo sviluppo equilibrato ed
integrato del territorio. Se i costruttori, o meglio se il
consorzio dei costruttori, insomma, non realizzerà
prima i servizi, nessuno avrà la concessione
edilizia. Questa è una condizione che stabiliamo noi
e solo noi! Come dicevamo, insomma, prima i servizi e poi le
case, la cui costruzione sarà comunque molto diluita
nel tempo, man mano che gradualmente si verificheranno le
condizioni indispensabili per accogliere i nuovi abitanti
sannicolesi.
Solo così si potranno evitare gli errori tipo Parchi
Matilde-Flora-Speranzas-S.Antonio, dove le lottizzazioni
furono realizzate per zona B, cioè a concessione
diretta e solo con atti d'obbligo, senza la previsione di
strutture e opere pubbliche. Noi non vogliamo ripetere
quell' errore. I settori Appia Nord e Grotta, con lo stesso
numero di appartamenti &endash;circa seicento- godranno
invece di servizi e opere pubbliche "chiavi in mano" nel
pieno rispetto di quella logica della perequazione tanto
auspicata dall' Istituto Nazionale di Urbanistica, che
consiste nell' adottare indici uguali su categorie di aree
omogenee comunque all' interno dei comparti di
trasformazione."
-Lasciamo l'Appia Nord e spostiamoci un po' più
nel
centro degli altri problemi: certo, sindaco,
l'edilizia fa più rumore del sociale, è
più visibile, attira maggiori critiche, specialmente
ad un costruttore, o "ex" come lei tiene a ribadire. Il
sociale, invece, delude gli occhi e riempie di più la
bocca dei chiacchieroni, come è successo specialmente
nell' ultimo decennio. Lei cosa ha fatto nel 2001? Come si
è concretizzato il suo impegno nel sociale
"Non è un appunto, per carità, al suo
articolo "Amministrazioni, zero in sociale" pubblicato
qualche mese fa. Ma tengo a chiarire che questa
amministrazione è nata con una precisa connotazione
per quanto riguarda questo problema. E il nostro impegno si
è già concretizzato, ad esempio, nella
soluzione della vicenda Battiloro, una vera e propria bomba
sociale che ci siamo ritrovato addosso. Abbiamo inoltre
risolto tutte le pratiche di invalidità civile che
giacevano da tempo, grazie alla consulenza esterna del
patronato Acai. Sempre avvalendoci di quest'ultimo, il
nostro comune sarà in grado, sin dal primo gennaio,
di rilasciare l'attestato ISEE, contenente l'indicatore
della situazione economica equivalente dei nuclei familiari
che aspirano ad avere lo sconto del 50 sul canone
telefonico. Se poi ci mettiamo il volontariato degli
anziani, che presto abbraccerà anche la
teleassistenza, il ripristino della Consulta degli Anziani
&endash;altro argomento in disuso da tempo- e la ripresa
dell' albo delle associazioni, non credo che l'anno si
chiude in rosso per quanto riguarda questo aspetto."
-Microdelinquenza e droga?
"Stiamo preparando un protocollo di intesa con le forze
dell'ordine dei comuni viciniori per creare una struttura
sovracomunale con precisi compiti di sorveglianza e di
controllo. Ma dovendo garantire il 30% della nostra
partecipazione, chi ci mandiamo se, tolti il capitano e il
tenente e due marescialli, ci restano appena sei vigili?
Urge, quindi, prima il rinfoltimento dei ranghi, che
comunque avverrà a breve."
-Manca un regolamento per l'utilizzo da parte dei
cittadini delle nostre poche strutture sportive. I campi di
calcio, il palazzetto e il bocciodromo sono diventati
dominio esclusivo delle società che li gestiscono, le
quali (pur incamerando danaro dai propri iscritti e pur
facendo pubblicità ai loro marchi) non cacciano un
soldo e addirittura si permettono anche il lusso di
divertirsi di sera con enorme spreco di energia elettrica
che viene pagata con le tasse dei contribuenti. E' ora di
porre fine a questa incredibile ingiustizia?
"Le attuali convenzioni non le abbiamo stipulate noi.
Comunque, chi vuole utilizzare i campi presenti una domanda
al comune e sarà accontentato. Al di là di
questo, l'idea è quella di istituire, in tempi molto
brevi, una apposita Agenzia per le Strutture Sportive con il
compito di regolamentare tutta la materia dalla A alla Z.
Credo che solo così potremo risolvere questo annoso
problema molto sentito dai cittadini."
L'impegno per la costruzione della nuova chiesa parrocchiale
della Rotonda, la richiesta di concessione dello stemma
ufficiale del Comune, la revisione del piano commerciale che
darà più luce ed immagine a zone trascurate
come ad esempio Via S.Croce, nonché la ridefinizione
della pianta organica comunale con la giusta valorizzazione
delle risorse disponibili ("confesso che sinora avevo un po'
trascurato il problema
") rappresentano gli ulteriori
suggelli ad una attività che, non c'è che
dire, ha freneticamente coinvolto il primo cittadino in
questo ultimo scorcio del 2001.
L'augurio che gli rivolgiamo è di non farsi prendere
troppo dallo stress che, in questi casi, risulterebbe il
nemico più insuperabile. Ma Pascariello non sembra
correre questo pericolo: il suo modo di agire è molto
determinato, trasmette fiducia e sicurezza e, soprattutto,
è attentissimo ai rapporti con tutti i suoi
collaboratori.
A tra qualche mese il prossimo consuntivo.
IL
PLASTICO DEL FUTURO

Nella foto, il
plastico (conservato presso il salone borbonico) del
Progetto di urbanizzazione "Appia
Nord".
L'ampia zona compresa tra
Via Trivicillo (confinante con l'ex Saint Gobain) e Via
Leonardo da Vinci è stata suddivisa in 5
lottizzazioni assegnate alle seguenti imprese costruttrici:
Delta Costruzioni e altri; Leone, Narducci e altri; Fin.Let.
amm.re Alfonso Letizia; Pagedil di Salvatore Pascariello e
altri.
La superficie totale del comparto è pari a 125.160
mq, di cui 56.340 saranno ceduti al comune. Il numero
massimo di abitanti previsto è di 2.236.
Nell'altro settore di urbanizzazione denominato "Grotta"
(assegnato ai lottizzatori R. Natale e altri)
dall'estensione di 66.260 mq, di cui 29.820 ceduti al
comune, è previsto invece un numero massimo di
abitanti di 1.184.
In totale, quindi, 3.420 nuovi abitanti si aggiungeranno
agli altri ventimila già anagrafati a San Nicola la
Strada. La soglia finale prevista dal PRG è quindi
raggiunta. Tra un decennio, forse, si comincerà a
costruire anche sotto terra.
DE
PROFUNDIS PER IL VECCHIO "MOSTRO"
Sono
iniziati i lavori di demolizione del serbatoio di Viale
Europa.
250 milioni per cancellare la struttura più alta del
territorio,
mai utilizzata nel suo quasi mezzo secolo di
vita.
La ditta
Persichini di Battipaglia, aggiudicatrice del relativo
appalto-concorso indetto dall' amministrazione comunale,ha
iniziato da pochi giorni i lavori preparatori per la
demolizione del vecchio (e mai utilizzato) serbatoio idrico
costruito 43 anni fa nel cortile della scuola elementare di
Viale Europa. Al suo posto sorgeranno aiuole e spazi per
attività didattiche, a dispetto di chi aveva
pronosticato un diverso utilizzo della megastruttura
considerata da molti, a torto o a ragione, la
Cima
Coppi del territorio comunale grazie ai suoi 30 metri di
altezza.
Appaltato dall' amministrazione Dc guidata dall' avv.
Gentile, il "mostro" (dalla capacità di 3.500 metri
cubi atta a produrre una pressione di 3,5 atmosfere) fu
realizzato nel 1958- su progetto dell' Ing. Gaetano Morace e
con la spesa di circa 35 milioni di lire- per garantire la
fornitura di acqua potabile a tutti i cittadini di San
Nicola (già a quell' epoca precaria) anche in caso di
mancanza non superiore a 48 ore. Inizialmente l'opera doveva
sorgere sull'area di proprietà comunale adiacente la
chiesa di S.Maria della Pietà, terreno
successivamente donato dal Comune alla parrocchia stessa: il
cambio di ubicazione si rese necessario per la inconsistenza
geologica del luogo certamente non idoneo, per sua natura,
ad accogliere un edificio del genere.
La costruzione piezometrica, realizzata interamente in
cemento armato, sorge su un banco tufaceo mediante una base
di fondazione a forma di anello- dalla larghezza di due
metri e altezza di tre- sulla quale poggiano gli otto piloni
rettangolari di sostegno del "bicchiere" (serbatoio
propriamente detto, alto otto metri) dalla sezione di 1x0,30
m. rinforzati da cinque anelli circolari.
Nonostante, però, tutti questi numeri e tutti questi
buoni propositi, l'utilizzazione del mastodontico serbatoio
di Viale Europa non è comunque mai stata presa in
considerazione (lo sperpero di danaro pubblico non è
certamente una novità
) nel corso degli anni per
una serie di interventi nel settore predisposti per
risolvere la problematica in maniera totalmente diversa: nel
1974 l'amm.ne D'Andrea riuscì ad ottenere una seconda
adduttrice con presa sulla condotta di S.Clemente
all'altezza di Via Trivicillo che, attraverso Via SS.Cosma e
Damiano, fu innestata nella condotta principale in Piazza
Municipio all'altezza della scuola media, in maniera da
suddividere il centro urbano nelle due utenze Nord e Sud;
nel 1985, quando la carenza idrica era diventata ormai
insostenibile a causa dello sproporzionato aumento della
popolazione avvenuto agli inizi di quel decennio, la seconda
amm.ne guidata da D'Andrea ottenne una ulteriore presa sulla
condotta di S.Marco Evangelista raddoppiando così la
portata idrica dell'adduttrice Sud; nel 1987, infine,
perdurando o aggravandosi gli stessi problemi di carenza
d'acqua a livello regionale, il Comune fu costretto a
realizzare il pozzo di Via IV Novembre, attualmente
funzionante per la riduzione della pressione idrica causata
dall'ultimo periodo di siccità.
La necessità di abbattere un
mostro inutile
aveva dunque già fatto capolino nella mente dello
stesso sindaco D'Andrea a seguito degli eventi sismici dell'
80 e dell' 84, tant'è che fu incaricato un tecnico
per relazionare sullo stato di salute della struttura.
L'esito della verifica risultò alquanto enigmatico:
praticamente doveva essere l'amministrazione e solo
l'amministrazione a stabilire il futuro del serbatoio, in
quanto esso sarebbe stato in grado di reggere alla stregua
di un qualsiasi palazzo, ovvero sarebbe crollato solo se
fossero crollati gli immobili del territorio comunale non
realizzati con sistemi antisismici. Per questo motivo e
considerato l'alto costo preventivato( poco meno di 150
milioni) si pensò di desistere e di lasciare la
ingombrante incombenza alle future
amministrazioni.
Della faccenda tornò ad occuparsene poi la giunta
Centore nel novembre del 1990, deliberando l'abbattimento
definitivo del serbatoio. Il provvedimento, pur ratificato
dal consiglio comunale che lo rese esecutivo, non fu
comunque mai eseguito, nonostante il grave spavento esploso
tra gli scolari di Viale Europa per la caduta di calcinacci
avvenuta nel marzo dell'anno seguente: la commissione
consiliare dei lavori pubblici, avvalendosi del parere dell'
Ing. Luigi Landolfi (attuale presidente del consiglio
comunale), non ravvisò nelle sue verifiche alcun
pericolo di crollo né totale né parziale,
confermando gli accertamenti effettuati dai vigili del
fuoco, pur non escludendo la possibilità di
successive cadute di calcinacci dovute alla corrosione
(all'inconveniente si rimediò con uno smantellamento
dei cornicioni pericolanti che ha evitato da allora altre
"piogge" di detriti).
Per arrivare, infine, ai giorni nostri, si è deciso
di munirsi di ulteriore documentazione per conoscere lo
stato di salute del "povero malato" che, nel frattempo, ha
subito altri acciacchi che hanno minato irrimediabilmente la
sua tempra di cemento. L'Amm.ne Pascariello ha così
sbirciato nel salvadanaio ereditato dai predecessori ed ha
stanziato 250 milioni per abbattere il "gigante buono", che
però poteva diventare cattivo in caso di eventi
sismici di una certa rilevanza.
E così, se saranno rispettati gli impegni, entro la
prima decade di gennaio il serbatoio cesserà la sua
quadridecennale esistenza, letteralmente sbriciolato da una
macchina tecnologicamente avanzata in grado di offrire una
confortante sicurezza per le strutture confinanti.
Lasciateci un po' di commozione: sta per andarsene una
parte, seppur dolorosa (ahi, quanti soldi sprecati!) della
nostra piccola storia. Qualche lacrima può anche
scapparci.
Renato Ciaramella
IL
"GIU' LA TORRE!" MINUTO PER MINUTO
Esclusi a
priori metodi quali il ribaltamento ed il crollo programmato
mediante esplosivi (data la particolare ubicazione del
manufatto) nonché il taglio a blocchi (sia per la
complessità ed onerosità delle attrezzature
occorrenti, ma soprattutto per i concreti pericoli derivanti
dai carichi sospesi), la scelta progettuale per la
demolizione di una struttura monolitica quale il nostro caro
serbatoio è ricaduta sulla "frantumazione in quota
del calcestruzzo armato con il convogliamento dei materiali
di risulta, per caduta, in luogo sicuro a terra".
L'applicazione di questa metodologia risolve in pratica la
gran parte dei problemi logistici e di sicurezza potendosi
escludere da essa tutte quelle incertezze tecniche legate
allo stato di consistenza strutturale del "mostro", anche se
bisogna mettere in conto il notevole inquinamento acustico
che caratterizzerà i momenti in cui sarà in
funzione la possente macchina tagliatrice.
Ma ecco, in sintesi, le varie fasi attraverso le quali si
svilupperanno i lavori, così come è esposto
nella relazione tecnica redatta dalla ditta
appaltatrice:
-recinzione del cantiere per una altezza di almeno tre metri
nella zona interessata dalle attività
scolastiche;
-rimozione della vegetazione presente con eventuale messa a
dimora provvisoria di alberi da ricollocare in sito;
-apertura di un varco di accesso al cantiere nel muro di
confine esistente in Via Napoli;
-montaggio del ponteggio realizzato con tubi e giunti e
comprendente un piano inclinato di lamiere metalliche
ondulate con la funzione di convogliare il materiale in
caduta libera verso il centro della torre, nonché
elementi a protezione dei fabbricati viciniori.
L' intervento di demolizione vera e propria sarà
eseguito secondo le seguenti fasi:
-ribassamento della torre del serbatoio pensile con una
pinza-cesoia idraulica posizionata in quota da una
autogrù di portata pari a dieci tonnellate, che rompe
il calcestruzzo per compressione frantumandolo in pezzi che,
per caduta libera o trasportati dalla pinza stessa, saranno
accumulati a terra al centro del corpo esistente (in questa
fase la pinza-cesoia sarà comandata a distanza e
controllata da un operatore posizionato in quota su
piattaforma mobile semovente);
-quando si sarà raggiunta una altezza opportuna,
interverrà una macchina operatrice semovente,
attrezzata sempre con pinza-cesoia idraulica e/o con
martellone, per procedere alla demolizione.
Oltre alla demolizione del serbatoio e dei pilastri sono
previste altre lavorazioni come, in particolare, il
riempimento del vuoto costituito dal cavo (alto m.3,70)
sottostante il serbatoio mediante l'utilizzo delle parti di
struttura frantumate, la ricostruzione del muro perimetrale
(di altezza superiore di un metro rispetto a quella attuale)
con blocchetti di cemento vibrato, nonché la rimessa
a dimora degli alberi rimossi durante la fase di
installazione del cantiere.
Il tutto al modico prezzo di 250 milioni compresi gli oneri
per la sicurezza, gli oneri tecnici, gli imprevisti e,
naturalmente, l' IVA.
DIAMO
AD APPIO QUEL CHE E' DI APPIO!
Un'
interessante proposta per ridare continuità alla
denominazione
della Regina Viarum che attraversa il nostro
comune

Diamo ad Appio quel che
è di Appio !
Il riferimento è all'Appia Antica, strada che il
censore romano Appio Claudio Cieco, nel 312 a.C., fece
costruire nel primo tratto da Roma a Capua.
Ripresa successivamente, nel 268 a.C. fino a Benevento,
intorno all'anno 190 a.C. fino a Venosa e nell'era di
Traiano fino a Brindisi, è fiancheggiata per lunghi
tratti da ruderi di tombe tuttora esistenti.
Questa è la storia antica!
Nel nostro comune, di questa antichissima "Via", che lo
attraversa per tutta la larghezza, è stato fatto
scempio, modificando la toponomastica con titolazioni di
strade e piazze che nulla avevano a che fare con la "regina
viarum".
Questa è la storia moderna!
Ripercorriamo insieme la "Via Appia Antica" nel territorio
sannicolese: ci accorgiamo, subito dopo aver attraversato il
Viale Carlo III, che la medesima strada viene interrotta dal
Corso De Gasperi, Piazza Municipio e Piazza Parrocchia, per
poi ricomparire come semplice "Via Appia" da dove riprende
il suo originario tracciato alla volta di Benevento.
Questa è la storia attuale! Perchè, quindi,
non ridenominare le attuali "Piazza Parrocchia, Piazza
Municipio e Corso Alcide De Gasperi" con il nome originario
di "Via Appia Antica" e titolare l'attuale "Piazza
Municipio" all'illustre uomo politico Alcide De Gasperi? E'
diritto - dovere di ogni cittadino, conoscere, preservare e
recuperare quello che la Storia ci ha tramandato!
E' da questa considerazione che nasce questa
nostra
vogliamo dire provocazione? Che tale non
è: è lo stesso stemma comunale a suggerire
l'importanza della "Via Appia Antica" essendo nello stesso
gonfalone raffigurata la "regina viarum"!
Questa, vogliamo sperare, sarà la storia futura!
Antonella e Giuseppe Narducci
TORNA
SU
Pagina1
(indice)
| Pagina
2 | Pagina
4
|