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Numero Storico 30 - Aprile 2005 - Home 18 aprile 2024 05:53:54

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Si è svolta, con buon successo di pubblico, la quarta edizione di
“Cecilia delle Grazie”, ispirata al periodo risorgimentale. Tra le novità di quest’anno, stand culinari per ristorare i visitatori. La manifestazione, pur bellissima ed originale, stenta, purtroppo, a raggiungere una dimensione turistica di livello provinciale.
Cecilia IV tra gastronomi e garibaldini

L’azione teatrale itinerante “Cecilia delle Grazie”, scaturita dall’inesauribile genio di Angelo Callipo, ha appena concluso il suo quarto viaggio raccogliendo importanti apprezzamenti da parte dei cittadini, anche se è ancora ben lontana dal raggiungere una dimensione turistica almeno di livello provinciale.
“Anno del Signore 1860…” è stato il titolo di quest’anno, ispirato al periodo risorgimentale che portò all’unità politica dell’Italia.

“Quattro anni fa
- spiega l’autore - nasceva Cecilia, fantomatica creatura del mio immaginario, alla quale ho affidato, edizione dopo edizione, il compito di aprire, svelare e offrire ad un pubblico, divenuto sempre più numeroso, quanto di prezioso questo magnifico scrigno, che è il Real Convitto Madonna della Grazie, abbia saputo custodire dalla sua nascita ad oggi. Così Cecilia ha finito, paradossalmente, per rivestirsi di una fisionomia autonoma che quasi rischia di andare ben oltre il Convitto stesso: voglio dire che di questa piccola suora della Carità, puro frutto di un’invenzione a servizio dell’evento spettacolare, abbiamo ripercorso l’itinerario spirituale, l’ingresso al Convitto da novizia e finanche l’emozionante attimo della professione perpetua, mentre il Convitto, offrendo sale e corridoi quale privilegiato palcoscenico, ha continuato a fare da sfondo ai passi mossi da Cecilia. Proprio per questo, nel momento in cui mi accingevo ad ideare l’edizione 2005 ho sentito la necessità di riportare al centro dell’attenzione il Real Convitto Borbonico che, con la sua presenza fisica e la sua incontestabile veridicità storica, è oggi luogo-simbolo dell’intera comunità di San Nicola la Strada. Mi sono allora sentito attratto, profittando di quella libertà che uno spettacolo teatrale offre, dall’idea di favorire l’incontro tra una microstoria, che poteva per l’appunto essere quella del Convitto con le sue suore e la sua Cecilia, e un importante capitolo che la nostra storia scriveva proprio negli anni immediatamente successivi all’istituzione del Convitto. Il Convitto nasce, infatti, nel1850 e del 1851 è il primo regolamento: è la fase questa in cui inizia e si porta a compimento il lungo e sanguinoso percorso del Risorgimento italiano, culminato con l’unità politica del paese siglata proprio nel 1860. Così, accostando arditamente tasselli di storia a suggerimenti dettati dalla fantasia, ho permesso al Convitto e a Cecilia di incontrare un piccolo gruppo di garibaldini sfuggiti alla Battaglia del Volturno svoltasi il 1 Ottobre 1860 sulle colline di Castelmorrone. Da qui, da questo ordito del caso, si sono dipanate le tappe di cui era composta la messa in scena di quest’anno: i garibaldini trovano conforto e riposo al Convitto grazie alla generosità di Suor Cecilia, mentre i giorni della storia si fanno sempre più densi ed intriganti, dal momento che di lì a poco, il 21 ottobre del 1860 per l’esattezza, il Regno delle Due Sicilie voterà con un plebiscito l’annessione al Regno d’Italia, il 26 dello stesso mese Garibaldi, incontrando a Teano Vittorio Emanuele II, rimette nelle sue mani quanto, fino allora, compiuto e infine il Monarca sabaudo entra il 7 novembre a Napoli come novello Re di novelli sudditi. Era, per l’appunto, l’Anno del Signore 1860…”.
Collateralmente all’azione teatrale, messa in scena da Kaos Teatro e Laboratorio F.C. Greco di Caserta, si è assistito, quest’anno, anche allo spettacolo “Pinocchio colpevole d’innocenza”, riservato ai bambini, nonché agli stand gastronomici “I sapori di Cecilia”, allestiti da alcuni ristoratori locali (non diciamo i nomi per non fare…pubblicità occulta, come ebbe a dire il sindaco allorquando si rifiutò sdegnosamente, lo scorso Natale, di far scrivere l’esatta didascalia alle foto aeree concesse dal Corriere di San Nicola per il calendario del Centro Giovani…Lo stesso Corriere che, facendo proprio “pubblicità occulta, ma con quella…buona fede a lui completamente assente nella circostanza, gli ha immortalato la storia e le “gesta”, con mille articoli e mille foto prima in bianco e nero (su Il Ponte) e poi a colori, tutte correttamente corredate di didascalie.
Tutto per amore della verità, come sempre noi facciamo. Tutto gratis, naturalmente, come sempre noi facciamo. E, soprattutto, senza mai ricevere nemmeno un grazie. Che beffa!)


 

 


 
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