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 Numero storico 17 - Maggio 2002 -> Home
IN QUESTO NUMERO :


L'Occhio del cittadino attento : Città pulita, la sfida continua
Il Comune si "decentra" in zona Michitto
Scuole ad energia solare
Impegno sulla sicurezza
Piani chiari... amicizia lunga
L'esordio del Gonfalone
Habemus... Difensorem !
Il difensore... chi dovrebbe essere costui
L'impegno del nuovo difensore: Rita Zuccaro
"Canetteria", dove la storia è sepolta
La posta dei lettori
Giovani, Impariamo a conoscerli
Un Aprile di candeline
La Pagina dello Sport
Varie
 
 
 


LA POSTA DEI LETTORI - Pag. 6
Un patrono sempre più conteso

Dalla Rotonda... con terrore

Controlli Stradali

Un Patrono sempre più conteso
I nostri bravissimi e coraggiosissimi redattori lo avevano sapientemente previsto:”…Probabilmente quello che scriveremo creerà due fazioni, i conservatori e i progressisti…ci saranno discussioni perché il tema è impopolare e tratta di un argomento che nessuno mai toccherebbe”.
E poi ancora, umilmente :”La nostra non è una provocazione e ce ne scusiamo in anticipo con coloro che la vedranno come tale”. Il riferimento, come tutti hanno capito, era la nostra festa patronale che si celebra ancora nel periodo pasquale, nonostante siano completamente scomparsi i presupposti e le motivazioni che determinarono, nella notte dei tempi, tale cadenza in ossequio ai nostri numerosissimi concittadini emigrati al Nord e all’ Estero, affinché questi, nel rientrare in famiglia per festeggiare la Santa Pasqua, avessero l’opportunità di partecipare anche alle celebrazioni del Santo Patrono con tutti i fasti e gli spettacoli annessi e connessi. Dopo aver esposto, con dovizia di particolari e preciso senso di documentazione, tutti i risvolti storico-religiosi e geografici che motivano la celebrazione, in tutto il mondo, di San Nicola, i nostri articolisti concludono che è “…forse giunto il momento di riportare la suddetta festa al suo giorno naturale, il 6 dicembre, dando alla stessa un’importanza diversa!”. E qui, con bonaria e divertente predisposizione, la proposta di un ponte (dal 6 all’8 dicembre) da far vivere agli studenti per preparare con maggior cura l’albero di Natale e il presepe, fulcri di sanissime tradizioni da conservare a tutti i costi. Infine, la proposta di devolvere le laute somme offerte al Santo Patrono in opere umanitarie a favore di tanti bambini sfortunati sparsi sul pianeta che trascorrono il Natale tra la miseria, le malattie e la fame. A tal proposito, dicono i redattori “siamo convinti che rinunciando ai botti, alle luminarie, ai concertini e allo spreco tutto dell’ effimero pagano riporteremmo i festeggiamenti in un’ottica più religiosa, meno materiale e sicuramente più umanitaria… creando magari un mercatino di balocchi usati gestito da adolescenti e bambini, il cui ricavato andrebbe ai bimbi più sfortunati”. Insomma, concludono gli autori dell’articolo, “diamo una scossa ad un paese dormiente!”
L’articolo, che non esito a definire uno dei più significativi mai apparsi sulla stampa locale, ha effettivamente diviso i lettori e i media stessi, come profetizzato dai redattori, schierando il pubblico in due opposte fazioni a testimonianza della necessità di intavolare comunque, liberamente e senza pregiudizi o fini reconditi, qualsiasi discorso che in un modo o nell’altro possa favorire il dialogo su argomenti di grande pregnanza sociale spesso taciuti per mancanza di coraggio.
Al riguardo, ed evitando come nostro costume le sin troppo facili attestazioni di solidarietà pervenuteci in numero considerevole, abbiamo invece preferito pubblicare questa E-mail non certamente benevola inviataci da una nostra gentile lettrice che ringraziamo vivamente ed invitiamo a collaborare in futuro con il nostro giornale. Eccone il testo integrale:
< Cari Antonella e Giuseppe Narducci, vorrei chiarire qualcosa in merito al vostro articolo del numero storico 16: 1) è da vari anni, ormai, che la nostra scuola e gli alunni possono beneficiare del “ponte dell’Immacolata” non per “complicità”, ma perché la legge dell’autonomia consente alle scuole di utilizzare alcuni giorni, nel corso dell’anno scolastico, come “vacanza dalle lezioni”; 2) da tantissimi anni la nostra Parrocchia utilizza il “Mercatino” per inviare aiuti alle Missioni (vedi mese missionario), all’Infanzia abbandonata (6 gennaio di ogni anno); 3) anche i ragazzi dell’A.C.R. utilizzano il mercatino per finalità varie (e tanto per citare solo alcune iniziative).
In fatto di fede e di carità, intesa come amore per gli altri, la nostra comunità non ha bisogno di scosse. Sono ben altre le scosse di cui ha bisogno! Infine, i botti illegali, quelli di Capodanno per esempio, vanno controllati o aboliti. Invece i fuochi di artificio sono un’arte antichissima e meravigliosa da conservare, a parer mio.
Vi aspettiamo in parrocchia con tanta voglia di collaborare. Cordiali saluti, Raffaella Iorio Campofreda>.

***
Gentile lettrice, ho girato la sua E-mail ai nostri validissimi redattori Narducci che, come è giusto che sia, sono liberissimi di riprendere l’ interessante argomento nelle forme e nei tempi che vorranno.
Per quanto riguarda, invece, il sottoscritto (e il giornale da egli fondato e diretto con lo stesso ardore di chi, in altri modi, cerca di offrire gratuitamente e al costo di enormi sacrifici personali un tangibile contributo alla collettività locale), credo che i contenuti del pregiatissimo articolo a cui lei si riferisce vadano ben oltre –forse le è sfuggito- le sue pur apprezzabili ma molto ristrette considerazioni, affrontando problematiche di tale levatura che né il suo mercatino parrocchiale, né i giovani dell’ ACR -pur con tutto il loro indiscutibile impegno- possono certamente sperare di risolvere in maniera esaustiva.
E poi, se mi permette, le consiglio vivamente di andarci piano con la fede e la carità: affrontare questi discorsi con meno presunzione e più umiltà è…un’arte antichissima e meravigliosa che val la pena di approfondire e perfezionare in tutti i momenti della giornata ed in tutte le occasioni nelle quali siamo chiamati a confrontarci con gli altri. Non foss’ altro per tentare di uscire, un po’ alla volta, dalle fallaci illusioni che spesso ed inevitabilmente accompagnano il presunto agire spirituale di molte persone che per il semplice fatto di essere iscritte ad enti ed associazioni a scopo religioso e caritativo (per inciso le dico che non mi riferisco assolutamente a lei perché non ho il piacere di conoscerLa) credono di essere in odore di santità. La fede e la carità, mi perdoni, sono ben altre cose che non hanno nulla a che vedere con lo spiccatissimo senso di protagonismo a tutti i costi che ha ormai inflazionato il mercato della solidarietà.
IL DIRETTORE
Dalla Rotonda... con terrore
…Non è possibile che con il calar del sole debba sorgere in noi la paura e il terrore di mettere il naso fuori di casa; sembriamo tanti animali che vivono solo ed esclusivamente di giorno ed al calare della sera le nostre tane ci ospitano fino al mattino seguente. Il nostro paese non ha molto da offrire né ai giovani né agli adulti e tanto meno agli anziani; ora che la bella stagione si sta avvicinando con le serate calde e afose sentiamo quasi la necessita’ fisica di uscire, fare quattro passi, gustare un gelato o al limite prendere un poco di aria fresca lì dove ci sono spazi e panchine. Ma in questi ultimi tempi sembra che ci sia un degrado notevole nel nostro paese, almeno per quanto riguarda la “Rotonda”, posto sempre piu’ frequentato da persone poco raccomandabili. Questo è molto preoccupante per chi ha dei figli piccoli o ancora molto giovani, ma non è tutto; infatti un altro problema che aggrava la situazione è che c’è qualcuno che pensa di farsi giustizia regolando conti personali, magari attrezzandosi di armi. Senza pensare che degli innocenti potrebbero pagare un prezzo altissimo, trovandosi nel bel mezzo di una sparatoria.
Cosa possiamo fare o, meglio, cosa chiediamo? Solo una vigilanza piu’ serrata, chiediamo ai nostri politici di darci in po’ di tranquillita’ e pace. Non accettiamo di vivere in condizioni di paura e terrore, vogliamo che sul territorio di San Nicola ci sia una sorveglianza specifica da parte di agenti o carabinieri, almeno sui posti che sono considerati ad alto rischio. In verita’ non sembra chiedere l’assurdo, ma precauzioni che farebbero del bene a noi e all’immagine del paese. Quante volte, sfogliando le pagine di un quotidiano, leggiamo di cose atroci e sembra che il male capiti solo agli altri, a quelli che sono lontani o che non conosciamo e ci rendiamo conto della realta’ in cui viviamo solo quando ci accorgiamo che qualcosa ci ha colpiti personalmente? Poche settimane fa proprio alla Rotonda (e non è l’unico episodio) c’è stato, si dice, un “regolamento di conti” dove è rimasto ferito un extracomunitario; certo, a noi non interessano i motivi che hanno portato ad un atto tanto cruento, bensì cosa poteva accadere se, per ironia della sorte, nella traiettoria del proiettile si fosse trovato a passare una persona completamente innocente. Certo, l’essere umano è tanto strano e complicato, viviamo con la costante paura che qualche strana malattia ci possa colpire, facciamo di tutto affinché la qualita’ della nostra vita migliori e poi, in un niente, tutto può sfuggirci di mano. Queste sono cose gravi, che in un paese progredito e civile non dovrebbero accadere, ed invece……A questo punto cosa fare? Aspettiamo in fiduciosa attesa che le istituzioni prendano dei provvedimenti fornendoci una risposta seria e concreta.
Stella Del Golfo
Gentile lettrice (o…lettore),
innanzitutto la invito a dimostrarsi più coraggiosa –come il giornale a cui si rivolge- firmandosi con nome e cognome una lettera che, comunque, condivido e della quale sono consapevole di assumere la paternità. Quello che lei dice è sotto gli occhi di tutti, non capisco le sue “paure”.
Comunque, per risponderle, sembra che qualcosa si stia muovendo in tema di sicurezza e vivibilità. Proprio in questo numero troverà il resoconto di un dibattito promosso dalle forze politiche dell’opposizione al quale ha partecipato attivamente anche il sindaco. Ma, al di là delle parole, dei convegni e dei buoni propositi, non ce la sentiamo assolutamente di staccare già un giudizio ottimistico. La situazione del “bronx-Rotonda” (sono io che, diversi anni fa, ho coniato questo sillogismo poi usato a destra e a manca da tanti altri giornali e da numerosi politici) è talmente grave che è molto arduo sperare in una repentina inversione di tendenza.
Guai, però, a…deporre le armi!
IL DIRETTORE
Controlli Stradali
Altre segnalazioni ci giungono da lettori molto attenti al problema della sicurezza e della vivibilità in genere, come quelle del signor G. D’Andrea, che sottopone ai vigili urbani l’ “invasione” di alcune sedi stradali (ad esempio Via Bronzetti) da parte di motorini ed autovetture in riparazione presso meccanici, nonché la ipotetica non regolare autorizzazione alla vendita al minuto e la inosservanza (sempre ipotetica) delle relative norme da parte di commercianti ambulanti.

 

 


 

 

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