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 Numero storico 18 - Luglio 2002 -> Home
IN QUESTO NUMERO :


L'Occhio del cittadino attento : Scuole di Viale Europa, lavori a rilento
Via Santa Croce, lontano dagli occhi, lontano dal cuore
Refezionisti senza paga
Un anno da capogiro
Angelo Gallo, setimo assessore
In linea con i programmi
Pascariello, anno primo
Uno spendi e spandi alla cieca
La Biennale varca i confini
Rassegna sotto la pioggia
 
 
 
 
 
 
 
 


Pascariello anno primo - Articolo di Pag. 3

Amministrazione Pascariello: un compleanno tra luci (moltissime) e ombre (poche, ma... buone) che ha letteralmente svegliato una città da troppo tempo avvezza all’immobilismo
Il sindaco Pascariello
Un anno da capogiro.

L’ennesima conferenza stampa del Sindaco improntata sul consuntivo del primo anno ha rafforzato, qualora ce ne fosse stato bisogno, le convinzioni anche dei più scettici sull’indole di un’amministrazione particolarmente attenta anche al più piccolo dettaglio, al più insignificante intervento, insomma a qualsiasi sfumatura lasciata nei reconditi anfratti di una mente comune poco attenta a registrare l’attività di un condottiero che governa, in un fiume in piena, un timone a 360 gradi.

Sarebbe quindi proba opera enucleare, a guisa di sterili replicanti, una miriade di iniziative sostenute o realizzate senza correre il rischio di sprofondare in una sorta di apologia e di inopportuno servilismo. L’opera meritoria di Pascarielo & Co. è sotto gli occhi di tutti, anche dei più distratti; il suo attivismo politico-culturale-sociale-etc. a volte esaspera anche chi è costretto a vivere alla sua ombra ed a cibarsi degli avanzi che colano dalla sua famelica voglia di strafare. La sostanziosa dose di caffeina che ha propinato alla sonnecchiante cittadina sannicolese con il suo personalissimo ed inusitato modo di far politica fa andare letteralmente a nozze la stampetta quotidiana (quella, per intenderci, che non è assolutamente in grado di vedere oltre uno scampolo di notizia) che si ciba continuamente di nuova linfa. “Potevamo stupirvi con effetti speciali” recitava una pubblicità televisa che riteniamo possa rendere appieno il programma fin qui realizzato dal principe degli stakanovisti che si lascia, spesso e volentieri, incantare dal conturbante fascino dell’effimero. Noi però aborriamo – a dirla col Mughini- l’apologia o qualsiasi forma di esaltazione anche se non disdegniamo il riconoscimento dei notevoli meriti di un’amministrazione che ha ottenuto significativi ed impensabili risultati in diversi settori della macchina comunale, arrugginitasi durante le ultime disastrose legislature che hanno relegato la nostra cittadina in una sorta di limbo, soffocandola in un lungo ed agonizzante immobilismo. Nondimeno non possiamo esimerci dallo stigmatizzare eccessi di facciata che mal si sposano con la vera e genuina deontologia del rappresentante della “res pubblica”. Siamo stati spettatori increduli del mega programma di opere pubbliche, molte delle quali pensate e finanziate dall’amministrazione uscente o addirittura da quella capeggiata da Nigro, dalla sistemazione del cimitero a quella dei marciapiedi, dalle nuove piazzette di Largo Perugia e Parco Matilde alla sistemazione di alcune arterie comunali dissestate, dalla facciata dell’edificio scolastico di Viale Europa all’ascensore della casa comunale e così via in un crescendo di appalti che lascia ben sperare in un roseo futuro per l’assetto territoriale del nostro Comune.
Ma, se per le opere pubbliche gli elogi riescono anche a soverchiare le discrasie derivanti da imperfette progettazioni o da lungaggini inspiegabili, per gli altri settori, urbanistica ed ambiente in primis, non possiamo che denunciare meccanismi ortodossi nella forma ma disastrosi nella cruda sostanza.
Non condividiamo, alla stregua di tanti altri a cui non è concesso evidenziarlo, la maniera scellerata con la quale è stata perseguita la logica di adeguarsi, con tempi e modalità da primato, ad uno strumento urbanistico oggetto di bersaglio politico nelle ultime legislature perché approvato in periodi caratterizzati da fatti e misfatti che determinarono per altro l’ingloriosa fine della “prima repubblica”. La razionalizzazione almeno di parte dei nuovi stanziamenti residenziali poteva e doveva essere attuata scaglionandola quanto meno a medio e lungo termine, ad evitare la ghettizzazione di gran parte del territorio e, ineluttabilmente, i conseguenti disservizi per l’insufficienza di adeguate infrastrutture.
Non condividiamo neppure la gestione approssimativa dei servizi ambientali, ancora effettuata all’impronta e con provvedimenti perentori che, all’insegna di una discutibile economicità, mal si sposano con la linea tracciata dal governo per ottimizzare un settore di vitale importanza per la salute e l’igiene dei cittadini. Se non ricordiamo male, il programma di Pascariello non si basava su una perenne integrazione salariale ai lavoratori socialmente utili, né sull’utilizzo sistematico di una ditta privata per la pulizia della zona mercato e della raccolta nei giorni festivi, e neppure sull’introduzione di un sistema di raccolta differenziata che non fa ridere neppure le mosche e le zanzare che scorazzano indisturbate nelle vicinanze dei pochi, nauseabondi e mal disposti contenitori. E non ci auguriamo neppure di fare la fine, in caso di adesione al consorzio CE3, di altri Comuni che si son visti raddoppiare le tasse sui RSU a fronte di un servizio peggiore del precedente. A noi poco importa se questa amministrazione “si diverte” a far bella mostra di sé ed a tenere buoni i cittadini offrendo loro feste, sagre e manifestazioni che, anche se rappresentano un piacevole diversivo, non servono a lenire le laceranti ferite che il popolo sannicolese si lecca quando è costretto a fare i conti con i quotidiani problemi sociali, di sicurezza, vivibilità e pulizia che dovrebbero avere la precedenza su tutto e su tutti.
Il primo anno è volato via quindi tra numerose iniziative dubbie ed altre apprezzabili, nella strana consapevolezza di un’amministrazione retta da un condottiero di innegabili capacità operative ma forse troppo coinvolto in una vorticosa spirale di alleanze pre e post elettorali e di interessi troppo vicini per essere ignorati, oseremmo dire quasi prigioniero del fascino emanato dal personaggio che un tempo ha fatto le sue fortune e che non riesce a trovare l’antidoto per superare la stasi di un nostalgico e deleterio anacronismo.


Articolo di: Nicola Ciaramella

 





 

 


 

 

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