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Numero Storico 22 - Giugno 2003 - Home 17 maggio 2024 04:46:57
IN QUESTO NUMERO :


DOSSIER : NUOVA CHIESA
Una Chiesa a misura di fedele
Centro polifunzionale per una comunità in crescita
 
I conti non quadrano mai
Le strade dei signori sono finite
A breve la "Carta dei Servizi"
Tutto "Michitto" e "167" minuto per minuto
Un catasto tutto per noi
Droga: San Nicola terreno fertile...
Allarme ecologico in via Duca D'Aosta
Ricordo di un Maestro
Tempo di Laboratori
Tutti gli uomini del Presidente!
Sala consiliare, ultimo tassello
 
NOTIZIE SPORTIVE


Il Comune di San Nicola non ha mai sfruttato la grande opportunità offerta dalla legge Bassanini per mettere finalmente ordine nella numerazione civica e nella toponomastica stradale…e non solo!

Articolo di: Vincenzo Battaglia

Un Catasto tutto per noi!

A chi non è mai capitato di voler stipulare un contratto con l’Enel e sentirsi dire che la propria strada non risulta negli archivi in quanto trattasi di strada che tutt’ora, pur se dotata di servizi pubblici (fogne, pubblica illuminazione, ecc.) è considerata ancora privata?
Ancora oggi c’è chi ha lo stesso numero civico di un altro abitante a cento metri più avanti… e c’è chi abita allo stesso numero civico dell’amico sul pianerottolo, ma di una strada a cui è attribuita un nome diverso…
Chiedete, ad esempio, agli abitanti della Rotonda lato-est qual è il proprio numero civico e tutti, stranamente, vi risponderanno 40…solo che cambia la strada: per alcuni è Largo Rotonda, per altri Largo Pietà, per altri ancora Piazza Rotonda.
Questa enorme confusione nella nostra toponomastica raggiunge livelli parossistici laddove è la stessa amministrazione pubblica a non avere le idee chiare sull’esatta denominazione della nostra città: che è “San Nicola la Strada”, anche se qualcuno sostiene che a volte è necessaria l’abbreviazione, come sui cartelli stradali, “S. Nicola la S.” (bruttissimo, meglio San Nicola l. S.) o ancora “S. Nicola la Strada (di fronte al Pal. Sccac).
La questione non è solo di forma, che deve comunque avere il suo giusto peso, se è vero come è vero che si spendono soldi per festeggiare il nostro nuovo gonfalone e poi in tutti gli atti ufficiali del Comune il vero nome di San Nicola la Strada viene sistematicamente stravolto. I risvolti, ovviamente, sono anche di tipo pratico:
l’impossibilità di gestione informatizzata del nostro patrimonio immobiliare;
l’esatta conoscenza della consistenza e proprietà dello stesso.
Tutto ciò si ripercuote negativamente sulla lotta all’evasione (le entrate comunali si basano proprio sugli immobili e non si può pensare di contrastare efficacemente l’evasione se non si è a conoscenza del proprio patrimonio) e sulla programmazione del territorio (anche chi non è vicino alle “questioni di palazzo” conosce la diatriba fra i numeri che circolano sulla consistenza degli abitanti attuali e prospettici della nostra città).
Ecco che diventa necessario la costituzione all’interno della nostra macchina comunale del S.I.T. (sistema informativo territoriale) attraverso la gestione diretta del catasto urbano.
La possibilità ci è offerta dalla cosiddetta Riforma Bassanini, mai troppo attuata e mai compiutamente compresa nelle possibilità e nelle opportunità concesse alla pubblica amministrazione.
L’ente comune è chiamato ad intervenire su gestione, uffici e competenze affidate oggi all’Agenzia del Territorio e quindi a contribuire al miglioramento delle condizioni del sistema catastale, giacchè conosce (o almeno dovrebbe conoscere) le carenze informative degli archivi dei beni immobili (in molti casi sono informazioni già in suo possesso); gestisce amministrativamente gran parte delle variazioni sul territorio (ad esempio attraverso il rilascio delle concessioni e le comunicazioni di inizio attività); è direttamente interessato alle variazioni oggettive e soggettive (ad esempio ai fini ICI ed altre imposte comunali legate agli immobili); tende, per dare efficacia alla propria attività, ad integrare gli archivi alfanumerici e grafici connessi con la toponomastica, la numerazione civica, la verifica dei tributi comunali, la gestione delle reti tecnologiche, la gestione del PRG (certificati di destinazione urbanistica, varianti, vincoli, piani attuativi), ecc.
La scelta che il nostro ente deve fare è se gestire tale nuova funzione singolarmente o associarsi con altri enti, così come auspicabile, perché l’Unione dei Comuni costituisce il prototipo più avanzato di modello associativo incentivato, fra l’altro, finanziariamente dallo Stato.
E’ chiaro che ad essa devono conferirsi, anche in modo progressivo, sempre più funzioni: non si giustifica, in termini di costi e vantaggi, la costituzione di tale ente associativo solo per una o per poche funzioni, per cui l’Unione recentemente istituita dal nostro ente con San Marco Evangelista e Maddaloni per la gestione del ciclo integrato dei rifiuti urbani deve necessariamente ampliare il proprio spettro di competenze con l’obiettivo di raggiungere economie di scala e di un miglioramento dei servizi erogati.
E’ solo attraverso tale tipo di impostazione e di filosofia gestionale che termini come efficienza ed efficacia, mutuati dal mondo imprenditoriale privato, possono attecchire e germogliare in un terreno, quello dell’amministrazione pubblica, che mal si presta, (chissà perché?) a metabolizzare tali concetti e a costituire il perno delle future decisioni riguardanti la gestione della cosa pubblica.



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