“Acqua malata” casertana: le verità nascoste
Nicola Santagata, nel corso della presentazione-bis del suo libro, ha rivelato altri aspetti gravissimi dello stato di salute delle falde idriche e la mancanza di un programma di controllo analitico rapportato alla vulnerabilità dei territori.
Il Vescovo Emerito Mons. Nogaro ribadisce la necessità di prendere di petto e scuotere i politici e gli amministratori: “Dobbiamo mettere in atto una disubbidienza civile organizzata!”
La rete di distribuzione idrica di Caserta eroga acque di differenti caratteristiche:
-le acque della sorgente Maretto provenienti da Piedimonte Matese;
-le acque dei pozzi del proprio territorio.
Le acque della sorgente Maretto mancano di una “protezione naturale” dell’acquifero per la presenza di numerosi “inghiottitoi”, che le rendono vulnerabili nei confronti dei vari contaminanti microbici e virali.
Gli otto pozzi attivi per l’alimentazione della rete idrica casertana sono vulnerabili sia per caratteristiche strutturali che per l’uso del circostante territorio. Essi non sono del tutto rispondenti alla normativa vigente.
Le acque dei pozzi Vaccheria e Paratella sono quelle più a rischio: la fognatura comunale passa a distanza minima dalla testata dei pozzi e mancano di vasca di clorocontatto.
E’ un rischio inaccettabile per la tutela della salute pubblica, sia per una carenza cronica di controllo dei manufatti, che di un programma analitico rapportato all’insicura protezione delle falde acquifere.
Sono queste tutte le verità nascoste che sono state rivelate nel corso del secondo incontro di presentazione del libro “ACQUA MALATA -Come politicanti e camorristihanno avvelenato i cittadini e distrutto la “Terra felix” di Nicola Santagata, svoltosi il 31 gennaio presso la Parrocchia di S. Augusto Vescovo in Largo Don Pino Puglisi a Caserta.
Le criticità della sorgente Maretto e dei pozzi di Caserta sono, insomma, spaventose. “Non è possibile -ha detto il dr. Nicola Santagata- ammettere che il depuratore di Castello del Matese scarichi i propri reflui nel bacino di ricarica della sorgente. Questa è roba da preistoria! I territori delle fonti di approvvigionamento della rete idrica sono abbandonati a rifiuti di ogni genere da parte di delinquenti che attendono alla salute della collettività con il placet delle Istituzioni che non controllano e non vigilano adeguatamente. I monti Tifatini, da cui prende origine il più importante bacino acquifero dell'Italia meridionale, sono pieni di rifiuti peraltro incendiati. Mancano i controlli alla tenuta della fogna comunale che passa a pochi metri dalle fonti di captazione. Mancano le vasche di clorazione per la disinfezione dell'acqua destinata al consumo umano. Non esiste un programma di controllo analitico rapportato alla vulnerabilità dei territori dei bacini di ricarica e della destinazione d'uso dell'acqua. I pozzi possono essere preda molto facilmente da parte di malintenzionati. Chiunque può facilmente mettere in atto un atto terroristico con la morte di migliaia di persone”.
Mons. Raffaele Nogaro nel suo intervento, ribadendo quanto ebbe già a dire il tre dicembre, ha esortato i cittadini a “rinnovare la nostra città, la nostra provincia, la nostra regione col prendere di petto e scuotere i politici e gli amministratori”.
“Dobbiamo mettere in atto una disubbidienza civile organizzata! –ha affermato con toni energici ed ampiamente condivisibili- Tutti insieme iniziamo!”
Detto da un paladino del coraggio e della giustizia come lui non bisognerebbe aspettare neanche un attimo per accogliere la sollecitazione e passare subito all’azione.
Il fatto, purtroppo, considerato cosa ci dona Caserta oggi, è che c’è ben poco da sperare.
Caserta langue. A Caserta si sta in silenzio.
“Qui c’è troppa connivenza, troppa cultura camorristica.Ecco perché le cose non cambiano. Ci vuole coraggio”, disse Padre Alex Zanotelli il tre dicembre in occasione della prima presentazione dell’opera di Santagata.
Si, è vero.
Caserta langue. A Caserta si sta in silenzio.
A Caserta non si ha il coraggio di parlare. Caserta è piena di codardi e di gente senza palle.
Caserta, secondo gli ultimi rapporti, è il capoluogo di una delle ultimissime province italiane in tema di vivibilità, benessere e soprattutto ambiente.
Caserta è terra di disastri.
Caserta è terra di molti poveri ammalati. E di pochi ricchi che stanno bene e vivono da nababbi.
A Caserta nessuno fa niente.
Anche a Caserta, però, possono prendere il cancro quelli che non fanno niente, quelli che vogliono portare altre industrie insalubri, altri veleni, altre schifezze, altri boia.
Forse sta qui la speranza che un giorno possano pentirsi.
Nicola Ciaramella
©Corriere di San Nicola
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