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Continua la pubblicazione, in varie puntate, della "raccolta di riflessioni" e di memorie di Antonio Serino. 
L'uomo venuto da lontano ...

 

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Nell’ambito europeo sono i Mandala sono considerati come gli strumenti utili al ripristino della mente e del cuore. Si tratta di disegni utilizzati in diverse discipline per identificare aree sacre che estromettono influenze esterne ma gli orientali li utilizzano invece per rappresentare l’universo e guida verso l’illuminazione

Marzo 2021

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i diritti di riproduzione, anche parziale,

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Ai miei cari genitori

Ida e Saverio 

LEGGI PARTE I 
https://www.corrieredisannicola.it/varie/notizie/varie/working-progress 

LEGGI PARTE II 
https://www.corrieredisannicola.it/varie/notizie/varie/working-progress-di-antonio-serino-introduzione-e-parte-i-2


  1. L’UOMO VENUTO DA LONTANO

Posso senza ombra di dubbio affermare che ho capito l’importanza della Sua persona solo quando il Suo tempo stava per terminare. Il mio primo incontro, solamente televisivo, con Papa Giovanni Paolo II l’ho avuto una sera, mentre ero a casa di un mio amico.

Era 16 ottobre 1978.

Il nostro gruppo parrocchiale stava organizzando la prima Festa della Giovinezza, maturata dall’idea di fare qualcosa per il nostro paese che non fosse la solita festa paesana a cui in genere partecipano maggiormente i paesani confinanti e che non dava mai spazio per nuove idee, o per innovazioni culturali.

Poiché stavamo proprio nelle fasi cruciali della elezione del nuovo Papa, successore di Papa Albino Luciani che nei suoi poco più di trenta giorni di papato aveva lasciato un ricordo gentile e tenero nei nostri cuori, avevamo lasciato la televisione accesa, per ascoltare eventuali notizie circa l’elezione. Si parlava del più e del meno, si pronosticavano nomi papabili e facevamo il toto scommessa su chi sarebbe stato eletto dato che, dopo centinaia di anni di supremazia della presenza di cardinali italiani eletti al soglio pontificio, stavolta probabilmente ci sarebbe stata una svolta, in quanto i tempi non consentivano più scelte diplomatiche. Infatti, le necessità della Chiesa del nuovo millennio, le aspettative del mondo giovanile che irrompeva sempre più pressantemente nella cultura e nella stessa società, ma anche la politica mondiale, in stretto connubio con l’economia mondiale altalenante, richiedevano un cambio di rotta, uno scossone che desse impulso a nuove realtà, a nuove energie. D’altra parte, i nominativi dei papabili non destavano garanzia in tal senso e si prospettavano soluzioni anche più impensabili fino ad allora, del tipo un cardinale per il terzo mondo, o anche un altro proveniente dalla realtà dell’estremo oriente. Ma, si sa, nella Cappella Sistina, chi dà senso agli incontri far gli stessi eleggibili è solamente lo Spirito Santo. Poi, all’improvviso, edizione straordinaria del telegiornale: le immagini mostravano in diretta la Piazza San Pietro dove una marea umana era in trepida attesa. Alla fine, dal famoso balcone una voce esulta “Abbemus Papam” Corriamo tutti alla televisione per ascoltare: c’è il nuovo Papa. Ci domandiamo chi fosse ed arriva subito la risposta. Hanno detto il Cardinale Woytila? E chi è un cardinale africano? Poco sapevamo al momento chi fosse ma come di consuetudine i servizi giornalistici ci impiegano pochissimo a dirti tutta la storia del nuovo Papa. Tutto cambiato in pochi istanti. Poi, quel prelato polacco le sue immediate e simpatiche esternazioni, hanno irriso nei cuori e quel suo modo affabile, quel suo italianistico accenno, hanno fatto sì che divenisse un altro grande ed importante pietra miliare per la mia umile coscienza. Così è iniziato il suo mandato che, con i più di venticinque anni di regno ha costituito uno dei più lunghi pontificati della storia della Chiesa, durante i quali l’ha arricchito facendola realtà in cammino. Infatti, è stato il primo Papa a toccare tutti i continenti portando la Chiesa ai confini della Terra incontrando tutte le realtà possibili e non potendo mai limiti a nuovi contatti o incontri fra i popoli, ai quali era imprescindibile la consegna della verità di Cristo. Ha gridato contro tutte le ingiustizie presenti nel mondo, contro gli omertosi, i disonesti, mafiosi, delinquenti ma anche contro gli indifferenti verso i più poveri, la natura, gli abusi, le sopraffazioni. Grande stratega e lungimirante nelle sue larghe vedute, ha dato luogo a diverse “necessarie” invenzioni per sollecitare il mondo cristiano e riportarlo alla realtà storica in cui si trovava. Ha amato i giovani fino a farli diventare il fulcro del Suo pontificato, basando su di loro l’organizzazione per un mondo migliore.     Ecco, quindi, l’istituzione della Giornata Mondiale della Gioventù, che da decenni gira il mondo con la partecipazione e l’esperienza dei giovani, che sin da allora sono accorsi al Suo richiamo, per rispondere al rinnovamento della Chiesa e per una nuova società. Per non parlare dell’Incontro interreligioso nel quale, ad Assisi, gli esponenti delle diverse religioni affrontano e si confrontano sulle tematiche più importanti e delicate, per cercare di portare sempre più avanti il dialogo positivo nelle proprie credenze.

Era, perciò, necessario solo abbandonarsi alla Volontà di Dio, farsi coccolare dalle paterne braccia misericordiose e lasciarsi andare. E’ divenuto oramai fatidico il suo monito “Non abbiate paura, aprite anzi, spalancate le vostre porte a Cristo”.

Avrei voluto tanto essere presente in qualche incontro pubblico, o magari a qualche omelia ma spesso gli imprevisti mi impedivano di essere lì.

Ho imparato a seguire i suoi viaggi già fin da subito, desideroso di sentire i suoi richiami alla voce di Dio, le sue omelie, i suoi discorsi ai potenti della Terra. Grandioso! Avevo capito fin da subito che in lui c’era qualcosa di speciale, quel tanto che mi avrebbe poi dato la certezza che il suo pontificato sarebbe stato caratterizzato da eventi straordinari. Il suo modo, imperterrito e contemporaneamente dolce, di affrontare tematiche rimaste irrisolte per decenni avrebbe poi coinvolto milioni di ascoltatori, mi aveva convinto, più che mai, che sarebbe diventato un personaggio storico, sia della Chiesa che dei tempi moderni.

E che la sua fede lo presentasse sempre più vivo ed irriducibile era talmente evidente che solo la mano della sua adorata Madre Celeste poteva, in quel giorno di maggio evitarne l’omicidio. Da lì’ cresceva in me l’idea che quel personaggio, ormai realtà imprescindibile della quotidianità, avrebbe avuto certo un gloria più grande e sarebbe stato proclamato santo. Non so perché, forse per ciò che stava iniziando a fare, per l’aiuto apportato alla sua terra natia in cui anche il regime comunista ben presto si era piegato ai suoi piedi, o anche o per la voce che stava prestando ai milioni di poveri sparsi per il mondo, o per recriminare verso l’indifferenza verso i tanti problemi irrisolti di governanti di tanti Paesi. Sì, ne ero convinto. Quella figura così prestante e certa stava diventando il punto di riferimento non solo di popoli oppressi, ma anche di intere generazioni che iniziavano a intravedere un nuovo modo di vivere, esortati dalle sue parole che infondevano fiducia e perseveranza.

Sicuramente l’avrebbero fatto Santo. E’ stato che è divenuto anche per me il mio amico segreto, cioè quella persona che capisci per come parla e si comporta e che ti dà speranza, ti mette gioia di vivere, ti addolcisce con le sue parole e ti fa riflettere su come è necessario voltar pagina: ti fa capire che non puoi vivere alle spalle degli altri, ma che è necessario rimboccarsi le maniche ed intervenire. E’ come dire “.. non dare la colpa agli altri, se non muovi neppure un dito per cambiare”. Ha ammonito la famiglia moderna di stare alla larga dalle tante mode che imperversavano sul palcoscenico della storia: l’allontanamento da Dio conduce sempre a disastri. L’educazione che le famiglie stavano proponendo ai figli aveva già dato i primi sintomi di insufficienza. Già era presente la voglia di autonomia delle nuove generazioni. Ciò avrebbe originato, di lì a poco, un sistema di vita che esulava dalla presenza di Dio, dalla possibilità di sostituirlo con gli dei del giorno, che sia la moda, la ricchezza, l’auto di lusso: forme di vita che, alludendo a un immediato e sfrenato progressismo comportava un’arre-tratezza centenaria che riportava l’uomo ad un accelerato gnosticismo. Anche se non tanto distante da casa mia, non ho potuto mai vederlo di persona, ma ciò non costituiva un problema per me no, non era importante; era importante invece sapere che ci fosse. Era come se fossi cosciente di avere un parente lontano, al quale anche se non gli parli molto o magari non ti vede tanto, sai che ce l’hai e che fa parte della tua famiglia, di te. Ed anche il solo ricordo suo ti fa piacere e ti rincuora, specialmente se sei consapevole che quel parente ha i tuoi stessi ideali, sentimenti ed emozioni, e perciò stai bene, ed ogni volta che ne senti parlare ti ringiovanisce il cuore.

Il caso volle, poi, che vi fosse l’unica possibilità di incontrarlo proprio vicino casa mia ma, sfortuna nera, non potei essere presente. Ma, anche in quella occasione, non ho provato rabbia anzi, ne ho tratto un grande piacere perché i suoi piedi hanno potuto calpestare anche la nostra martoriata terra, da sempre martoriata per interessi e senza scrupoli da parte del malaffare. Gli anni son trascorsi vedendolo sempre più impegnato sui tanti fronti sempre più impavido e deciso. Ha sollecitato il rispetto per tutte le categorie meno abbienti, per la donna, per la natura, per i deboli, facendone la sua bandiera di guerra. E poi gli infortuni, il triste decadimento, le malattie: tutto sopportato sempre con cristiana umiltà. E non ha nemmeno mostrato segni di contrarietà quando molto sofferente, si è mostrato agli occhi delle telecamere di tutto il mondo che lo riprendevano alla finestra della clinica o del suo studio all’atto della benedizione apostolica.

Poi tutto è irreversibilmente accaduto, ed anche in quel momento ha avuto fiato per chiedere a tutti ma specialmente ai suoi giovani di accorrere al suo capezzale. Anche io ho risposto a quel richiamo e sono stato costantemente col pensiero lì vicino al suo letto di agonia e, quando dal telegiornale avevo appreso la triste notizia della sua nascita al cielo, non sono riuscito a frenare il magone che mi aveva afferrato in gola. Una parte di me se ne è andato con lui ma, nello stesso tempo avvertivo più pesante la sua vicinanza a me. E’ stato così che, allora, in famiglia abbiamo deciso di partecipare alle sue esequie, insieme a milioni di suoi fedeli provenienti da tutto il mondo. Ore ed ore di paziente coda, inspiegabilmente leggeri, non condizionati dagli eventi atmosferici o dalla fatica dell’attesa. Sarebbe stata un dura faticaccia ma stavolta non potevo proprio dire di no: cascasse il mondo ma dovevo esserci, con la mia famiglia, per rendergli grazie per quanto mi aveva offerto senza averlo mai conosciuto, per quanto mi ha insegnato senza che avessi letto ancora qualcosa di suo, nonostante i tanti testi pubblicati. Era fondamentale rendergli grazie per l’arricchimento che spiritualmente mi ha donato. La notte fu lunga, un susseguirsi di preghiere e di canzoni che si rifacevano ai momenti più eclatanti, ma fu al mattino seguente la vera sorpresa: centinaia di striscioni erano comparsi sul sagrato sanpietrino sbandierando alla Chiesa la richiesta di proclamazione alla Santità, subito. E mi veniva in mente ciò che da anni mi prospettavo: forse sarebbe stato portato agli onori degli altari. Ciò mi riempiva il cuore di gioia perché gli anni di attesa mi stavano dando ragione. E’ bastato aspettare solo qualche annetto, rispetto ai canonici lunghi periodo di valutazione, ma finalmente la grande notizia: c’è la Beatificazione. Ho voluto esser presente sia alla sua beatificazione che alla sua santificazione. In tal modo ho voluto riempire, in un certo qual modo, quei vuoti che si erano creati nel corso degli anni nonostante quelle meditazioni che avevano accompagnavano il mio rapporto con lui per venticinque anni, un rapporto segreto, intimo, ma vivo e vegeto nel mio cuore. E la sera, di ritorno dall’ultimo viaggio in cui lo avevo visto da protagonista per l’ultima volta a San Pietro, sfogliando le immagini che lo ritraevano in diversi momenti riflettevo su alcune cose che provenivano dal profondo del mio cuore e commentavo ogni singola immagine, affiancandole alle sensazioni che mi aveva regalato e che continuava ora a donarmi anche solamente rivedendolo, come in una sequenza scenica, sui testi che avevo racimolato nelle varie Chiese di Roma. Quella intimità che avevo costruito nel rapporto virtuale con Lui, mi apriva improvvisamente la mente ed il cuore e prendevo nota dei pensieri che mi venivano di trasmettergli. Nei giorni seguenti, chiaramente, il ricordo di tanto accaduto non poteva essere già andato via, ed il continuo pensare e ripensare alla storia ultraventennale che aveva caratterizzato la sua presenza tra di noi mi ha spinto a formulare alcune considerazioni che gelosamente conservavo nei miei appunti e che qui riporto per rendere pubblica la mia stima ed il mio affetto per quel grande Papa che ho avuto e che avrò sempre nel mio cuore.

LA SUA ELEZIONE

Con le braccia aperte sei venuto a me.

Sorridente, gioioso, mi hai spalancato il tuo cuore e mi hai offerto il tuo amore. 

Da quella sera sei stato il mio amico più segreto, il mio conoscente più nascosto ma più vicino: eri già parte di me. Ogni volta che il mio pensiero volava a te, cominciavo a fremere. Ogni volta che ascoltavo la tua voce il cuore mi sussultava nel petto. Una frequenza altissima che sollecitava la funzionalità cardiaca.

Ogni volta che apprendevo qualche cosa di nuovo dai tuoi insegnamenti sorridevo perché con te è stato proprio facile parlare, capire ed incontrare Cristo, perché in te si è mostrato l’Amore di Cristo, perché attraverso te il Signore Gesù ha fatto sapere come si è donato all’uomo, ed a me.

La tua forza, il tuo parlare poderoso, i tuoi gesti gentili sono sempre stati da stimolo ad aver coraggio, sapienza e amore verso i nostri fratelli. Ogni tua azione è stata bilanciata da un successo, perché fondata sulla fede in Cristo e dall’aiuto della Vergine Maria.

La tua certezza è stata per tutti fondamentale.

La tua voce impavida ci ha iniettato una dose massiccia di coraggio e di sicurezza che non ci fa più temere nulla: ABBIAMO APERTO LE NOSTRE PORTE A CRISTO.

 

IL SUO FERIMENTO

Ogni giorno abbiamo notizia di qualche tragedia, di eventi tragici, di brutti accadimenti che riescono a scompensare l’equilibrio di ogni uomo. La cadenza , oramai quotidiana di queste efferatezze, hanno oramai condotto l’uomo ad una progressiva apatia per tutto ciò che accade di brutto nel modo, qualsiasi ne sia la portata.

Quel giorno, i cuori di tutti gli uomini si sono fermati: è stato un giorno molto particolare, perché tu sei stato fatto oggetto del male incarnato. Sei divenuto il Cristo di quel giorno. Il tuo essere umano è divenuto all’im-provviso essenza divina, per aver accettato ciò che già sapevi: dovevi soffrire per il bene del mondo. Si dirà negli anni successivi che eri già stato avvisato di un possibile anzi di un imminente attentato da parte di terroristi ma tu, molto pacatamente, avevi affermato che se era il destino assegnatoti, la Mamma Celeste ti avrebbe certamente protetto.

E così è stato: la mano di Maria, che ha sempre vegliato su di te, quel giorno ha steso la sua mano sul tuo corpo, facendo scendere sui di te la sua gloriosa benedizione, salvandoti da morte certa. TOTUS TUUS.

Hai posto la tua vita nelle mani di Maria e Lei benevolmente ti ha curato. 

Figlio particolare della Madre che sempre protegge i suoi amati figli.

Ma che smarrimento quel giorno! Che angoscia!

Il solo pensiero di trovarmi all’improvviso senza di te mi rabbrividiva ma nel mio cuore la Speranza mi consolava che saresti tornato, presto e più forte che mai.

D’altra parte, come avremmo fatto, senza di te? Cosa saremmo diventati senza il tuo aiuto? Cosa avremmo fatto senza la tua forza? Il tuo carisma ci ha ammaliati, ci ha plasmati, con dolcezza e tenerezza.

Dio ha avuto pietà del suo popolo e, nella tua sofferenza ci ha ridonato il Figlio Gesù, il Cristo sofferente che, ubbidiente al Padre si presta per la salvezza dell’Uomo.

Poi, una tetra cella ha aperto le porte delle nostre piccole menti. La tua mano che accarezza la mano del vile attentatore ha parlato ai nostri cuori dimostrando come si perdona, grazie alla Misericordia ed alla volontà del Padre.

Ed è bastato un tuo sorriso per far capire cos’è l’Amore.

LE SUE FOTO

Anche se è trascorso tanto tempo, spesso continuo, come dal primo giorno dalla tua assenza, a rigirare tra le mani le tue foto, in cui ti ritraevano sempre solare, gioioso e festante. Ti confesso che non provo angoscia, nessuna nostalgia, perché so che sei da sempre nella Santità di Dio e che mi sei sempre vicino, oltre che nel cuore.

Anche oggi voglio esprimere a tutto il mondo il mio affetto che ho sempre provato per te, di far conoscere quella voglia mai concretizzata di esserti qualche volta di fronte, di essere alla tua presenza, e quel rapporto mai consolidato, se non alla tua partenza per il Cielo.

Infatti, non sono mai stato presente, quando continuavi a chiamarci. Non ero lì da te, per tanti motivi ostativi, ma per me non era un dramma, perché ti tenevo già nella mia mente.

Come lo sono stato al tuo capezzale, per darti un’ultima carezza, l’ultimo bacio su questa terra, prima che la Mamma Celeste di avesse preso la mano per condurti al Figlio.

A te andrà sempre il mio pensiero, e la voglia di sentirti sempre fra di noi. 

Quanti pensieri ti abbiamo addossati. Hanno costituito la tua personale croce a cui non ti sei sottratto nemmeno per un po’. Ma la certezza di essere guidato dallo Spirito Santo ti ha sempre caratterizzato nella docilità e nella fermezza. 

Il tuo sguardo assorto verso il complicato mondo della sofferenza ti ha fatto aggrappare sempre più assiduamente alla Croce di Cristo che, forte al tuo richiamo mentre ti ha dato la forza di affrontare i problemi della società del tempo ti ha rinvigorito nello spirito, dandoti forza e coraggio nell’affrontare i rischi del Terzo Millennio. 

A cosa pensi così intensamente? Certamente a qualcosa di difficile, se il tuo pugno chiuso e lo sguardo volto all’infinito non riescono a nascondere il dispiacere verso i tanti problemi e la rabbia di non poter fare personalmente nulla. Ma no, tu già sai, invece, che grazie alle tue continue invocazioni alla Mamma Celeste certamente, quel qualcosa è stato già risolto.

SANTO, SUBITO !

Migliaia erano i presenti, sconosciuti, amici, fedeli, ma ferventi desiderosi.

Accolti da un assolato pomeriggio d’inverno.

L’entusiasmo di andare e necessariamente esserci per fedelmente salutarlo.

Poi, una lunga notte romana era venuta incontro, alitando sui capi ed abbracciando tutti, confortando nell’attesa per essere pronti all’incontro.

Freddo, stanchezza e stenti non hanno pervaso, ma nessuno ha demorso.

Perché?

Una moltitudine di uomini erano lì per incontrarlo.

I giovani, suo patrimonio,   e le donne, focolai della casa, con gli occhi arrossati versavano lacrime dalle loro gote, in silenzio, per non farsi scorgere.

I rosari venivano continuamente sgranati per aiutarsi, o per invocare l’aiuto celeste a sopportare per raggiungere il loro desiderio e per accogliere l’anima benedetta.

Quanti piccoli miracoli!

Nessun tremore, nessun accenno di fatica, ma quanta intrepida attesa.

Perché?

Per andare da Lui. Aveva sempre chiesto di andare

Aveva invitato a non aver paura

Aveva implorato di allargare le braccia per ricevere tutto il bene del mondo

Ci ha dato tutto se stesso come il Padre che è nei Cieli. 

….. Il compito più importante non è quello di trasformare il Mondo, ma è quello di trasformare noi stessi.




(Fine PARTE III) 

©Corriere di San Nicola 
diretto da Nicola Ciaramella 




ANTONIO SERINO è nato a San Nicola la Strada, dove tuttora vive. La sua esperienza formativa ha naturalmente matrice cattolica perché fin da piccolo la sua famiglia era composta da persone cattoliche, particolarmente attive nella parrocchia. Per questo motivo ha partecipato alle varie associazioni cattoliche presenti. 
Ha mosso i primi passi nell’Azione Cattolica per poi passare alla vita della Parrocchia fino al Movimento Giovanile Missionario, promosso e curato dal carissimo Direttore Diocesano Don Antonio Pasquariello. In questo Movimento, unitamente a tanti altri amici, ha contribuito all’animazione locale mediante raccolte fondi, mostre di oggetti di artigianato africano, nonché attività oratoriali per bambini. 
Ha fatto parte ed ancora annovera la sua presenza in  associazioni culturali e religiose, in quanto fermo assertore che la coesione sia uno strumento basilare per la crescita sociale e solidale. 
Da circa trent’anni è componente del Consiglio degli Affari Economici della Parrocchia, di cui conosce la difficile gestione economico patrimoniale. 
Da circa due anni coordina il gruppo famiglia Betania, fortemente voluto dal parroco Don Franco Catrame, un insieme di famiglie che studia le esortazioni apostoliche firmate da Papa Francesco, necessarie alla famiglia di oggi per comprendere e vivere in un modo più consapevole la vita odierna.
Dal 2020 collabora con il Corriere di San Nicola.




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del "Corriere di San Nicola" 

... Per rivedere... per ricordare... per rivivere  migliaia di momenti e personaggi della storia di San Nicola la Strada. 
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 (alcuni filmati, per il momento non visualizzabili, sono in corso di ristrutturazione..)