I “SI” E I “NO” DI ACERRA CHE BRUCIA...
Il termovalorizzatore dopo l’inaugurazione: i pareri "a freddo" di Mimmo Russo e Giuseppe Messina
E’ ormai già entrato nella fase di gestione ordinaria il termovalorizzatore inaugurato ad Acerra lo scorso 26 marzo alla presenza del capo del governo Berlusconi. Cominciano, insomma, a bruciare le 200 tonnellate di rifiuti al giorno, che saliranno alla iperbolica soglia di 600mila all’anno quando tutto sarà a pieno regime.
Non si placano, comunque, le proteste dei cittadini e degli ambientalisti, nonostante sia a più riprese intervenuto il sottosegretario Bertolaso, che ha ampiamente sottolineato la sicurezza dell’impianto e la vigilanza assidua in atto per tenere lontano la camorra.
I “pro” e i “contro”, di natura sia tecnica che politica, si alternano come le griglie della complessa macchina. Ecco i pareri che ci sono giunti dal consigliere comunale Pdl di San Nicola
«A dieci mesi dal decreto-rifiuti che fu il primo atto del governo Berlusconi, il Presidente del Consiglio ha premuto il pulsante che ha messo in moto il termovalorizzatore di Acerra. Con questo semplice gesto, Napoli e
“Una grande opera dello Stato, una grande conquista ottenuta superando le diffidenze locali”, ha detto il premier la settimana scorsa. Ma il termovalorizzatore di Acerra è qualcosa di più, ha una straordinaria valenza politica: da un lato, monumento all’inefficienza e al fallimento della sinistra, con tutta la sua paccottiglia ambientalista, conservatrice, violenta e barricadera; dall’altro simbolo concreto della capacità del fare di questo governo, della caparbietà del suo leader, in grado di ribaltare una situazione che (quasi) tutti consideravano irrecuperabile, soprattutto in tempi così brevi.
Di questa “incredulità” nella possibilità di cancellare dalle strade della regione migliaia di tonnellate di cumuli di immondizia e di avviare neppure un anno dopo una nuova stagione , sono testimonianza i duecento giornalisti che da tutto il mondo hanno chiesto di essere accreditati per la cerimonia di oggi. Ad Acerra potrà essere trasformato un terzo dell’immondizia prodotta nell’intera regione, duemila tonnellate al giorno da bruciare, 750mila tonnellate all’anno, con la produzione di energia a beneficio di 200mila famiglie. È un nuovo e decisivo passo, dopo l’apertura di Chiaiano, nell’attuazione del decreto-rifiuti frutto della prima riunione del Consiglio dei ministri a Napoli.
Con il passato dell’emergenza alle spalle, da domani comincia il futuro. Caduto il governo Prodi, annichilita la sinistra alle elezioni, di quel passato restano soltanto pochi spettri rappresentati dalle amministrazioni-fantasma di centrosinistra ancora in sella (si fa per dire) in Regione, Provincia e Comune. Ancora per poco».
...e dal responsabile di Legambiente, dr. Giuseppe Messina...
«Le parole di Berlusconi e del suo sodale Bertolaso ad Acerra, in occasione dell’apertura dell’inceneritore, dovrebbero far riflettere tutti: dalla magistratura irrisa, all’imprenditoria campana ignorata, dalla classe politica messa a tacere, alla società civile colpevolizzata e con un’informazione prevalentemente allineata e autocensurata.
In questa condizione ha prevalso un’idea di sviluppo e di paese rappresentato da una classe dirigente sconsiderata quanto furba, ma capace di mantenere il potere che, in netta contraddizione con quanto affermava De Gasperi (gli uomini di Stato pensano alle future generazioni) si preoccupa delle prossime elezioni come punto irrinunciabile del suo obiettivo. In questa direzione il centro sinistra non ha fatto altro che da violino di spalla a Berlusconi (ricordate le dichiarazioni favorevoli di Bassolino rese nei confronti del capo del governo?), acquattato, ieri all’angolo e oggi tenta una timida reazione (mediatica ma non politica), nella speranza di un improbabile rilancio.
La provocatoria presenza di Marta De Gennaro, l’attribuzione di ”eroi” data all’Impregilo da Berlusconi avrebbero dovuto consigliare al procuratore capo, dr. Lepore di andarsene subito o di replicare alle offensive dichiarazioni del premier. Invece tutti là appassionatamente insieme e silenziosi.
L’imprenditoria campana, altezzosa quanto incapace, ha dimostrato di essere profondamente inefficiente quanto incompetente e divisa, mentre appare, in tutta la sua evidenza, come il centro sinistra, avendo da tempo abbandonato gli impegni assunti per un progetto di rinnovamento della società meridionale affidatole dall’elettorato ma tradito nei fatti, trascina la sua quotidianità, allargando il solco tra una parte della società civile (le “commendevoli associazioni” derise da Bertolaso) e attribuendo ad essa e solo a questa la responsabilità dei ritardi, di una visione distorta della realtà e tutto quanto possa allinearla alle posizioni della destra sulla vicenda “emergenza rifiuti”. La fine di questo percorso consentirà, forse, a rilegittimare quel gruppo dirigente e gli eredi scelti per la continuità nel governo degli enti locali della Campania a scadenza, ad iniziare dalla provincia di Napoli e Caserta all’ente Regione. Sembra sentirli: “La colpa non è nostra, ma di una società civile ideologizzata, da una magistratura di parte, da un’imprenditoria incapace. Avanti dunque all’insegna della continuità e isoliamo i veri nemici della Campania”. Quanto vale allora la verità? Il fare della società civile non è riuscita nel suo intento e oggi rischia un ulteriore fatale isolamento. La gente per l’inceneritore sembra più soddisfatta che preoccupata, come dovrebbe. “Ma qualcosa si è fatto, finalmente” - dice il sentire comune -. E’ forse il tempo di riflettere, di cambiare?».
(Nella foto, il termovalorizzatore di Acerra.
Gli inceneritori sono impianti principalmente utilizzati per lo smaltimento dei rifiuti mediante un processo di combustione ad alta temperatura (incenerimento) che dà come prodotti finali un effluente gassoso, ceneri e polveri. Negli impianti più moderni, il calore sviluppato durante la combustione dei rifiuti viene recuperato e utilizzato per produrre vapore, poi utilizzato per la produzione di energia elettrica o come vettore di calore (ad esempio per il teleriscaldamento). Questi impianti con tecnologie per il recupero vengono indicati col nome di inceneritori con recupero energetico, o più comunemente termovalorizzatori).
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