Bentornato, Nunzio!

Il racconto di un inviato molto speciale: il giornalista sannicolese Nunzio De Pinto, di ritorno dal “Media-Day” in Polonia, al seguito della Divisione Acqui, si rivela affascinato da un’ esperienza che “ripeterei immediatamente, naturalmente su altri scenari e con altri reparti italiani, possibilmente in aree di crisi come l’Afghanistan e l’Iraq, se solo lo Stato Maggiore dell’Esercito accettasse la mia richiesta di far parte della Riserva Selezionata in qualità di giornalista”.
La partecipazione all’esercitazione presso il poligono di DrawskoPomorskie è stata assolutamente fantastica. Dal 1971, anno in cui fui promosso sergente del Genio Trasmissioni e trasferito all’allora VI° Corpo d’Armata di stanza a Bologna, non ho mai avuto la possibilità di vedere in azione un tale complesso di uomini e mezzi impiegati in una esercitazione a fuoco di tale complessità. La partenza doveva avvenire giovedì presso l’aeroporto militare di Capodichino con un C130J della 46.ma Aerobrigata di Pisa, alle ore 8.00. Purtroppo, gli amici di Pisa sono giunti con un ritardo di...solo tre ore. Per i circa sessanta giornalisti della carta stampata e della televisione era la prima volta in aereo, figuriamoci con quello in uso alle nostre aviotruppe. C’è stato uno scambio frenetico di tappi per le orecchie (che ho rifiutato, in fondo non è così rumoroso). Le sei donne giornaliste presenti volevano fare tanto le dure, ma poi, in fondo avevano la paura dipinta in viso. La partenza è avvenuta all’una, mentre l’arrivo all’aeroporto di Stettino è sopraggiunto tre ore dopo. Accelerate al massimo le operazioni doganali, grazie ai nostri angeli custodi (due Carabinieri della Polizia Militare) ed all’ufficiale addetto alla P.I. Maggiore Pasquale Orecchioni. Ad attenderci un pullman privato che ci ha portato, dopo altre due ore abbondanti di viaggio, presso il poligono di Drawsko Pomorskie. Una zona, quella in cui è immerso il poligono, di una bellezza inaudita. Mai avverbio fu più appropriato. Una zona piena di boschi e laghi (siamo a pochi chilometri dal Mar Baltico) da fare invidia. La zona scelta dal Comando di Divisione “Acqui” per l’operazione “Drawsko 2005” ha un’ampiezza di 25 Km di profondità per 20 Km di larghezza. Mai visto un poligono simile e poco dopo essere arrivati ecco schierato l’arcano. Il poligono era il luogo preferito dai paracadutisti dell’Esercito Sovietico durante la guerra fredda. Vi si addestravano sino a 4.000 parà. All’interno dell’area abbiano notato il simulacro della carlinga di un aereo per l’addestramento (molto simile a quello di Pisa), percorsi di guerra con le più disparate avversità. Anche l’alloggiamento è stato superiore alle nostre più ottimistiche previsioni. Siamo stati sistemati in alcune foresterie dalle enormi dimensioni, capaci di contenere centinaia e centinaia di sottufficiali ed ufficiali (i parà, ci hanno raccontato, dormivano in tenda e con i sacchi a pelo). Le tre foresterie erano divise a secondo del grado: in una venivano alloggiati i sottufficiali, in un’altra gli ufficiali inferiori, mentre in quella più bella esteticamente e lussuosa (e non poteva essere diversamente) trovavano alloggio gli ufficiali superiori. Il tutto circondato da un lago bellissimo e da una distesa di alberi. Al nostro arrivo all’accampamento del Comando di Divisione siamo subito stati ricevuti dal “mitico” (per chi lo ha già conosciuto) Maggiore Vincenzo Lauro e dal Generale di Divisione Vincenzo LOPS, altra vecchia conoscenza dei campani. Senza farci respirare, anzi un coffee break ce lo hanno offerto, abbiamo subito partecipato al briefing del comando di divisione per spiegare a noi profani la tattica che sarebbe stata adottata l’indomani e come si è giunti a quella determinazione. La premessa fondamentale parte dal presupposto che l’intervento del CJTF italiano, con una plotone di carristi polacchi del genio ed una batteria dell’artiglieria anch’essi polacchi, scaturisce da una risoluzione dell’ONU e EU. L’area dello scenario dell’esercitazione è stata è stata completamente inventata. Essa si trova vicino al Mar Baltico ed è suddiviso in sei stati fittizi: Plutonia, Urania, Saturnia, Joveland (stato neutrale), Venusta (neutrale) e Mercuria (anch’essa neutrale). Nel 1998 Plutonia raggiunse l’indipendenza dopo anni di guerra contro il precedente governo dittatoriale di Urania. Dopo l’indipendenza di Plutonia, Urania perse l’accesso al Mar Baltico. Una parte di Plutonia è popolata da gruppi etnici di Urania. Nella stessa area, molte compagnie petrolifere europee scoprirono vasti giacimenti petroliferi e di rame. A partire dal 2003 i media internazionali riportarono un gran numero di esercitazioni condotte dalle forze uraniane lungo il confine con Plutonia, in particolare con Forze Speciali ed esercitazioni per posti comando. Sul finire del 2003, mentre il fronte di liberazione filo-uraniano riportava numerose azioni terroristiche, Plutonia riportava numerose violazioni dei confini, condotte dalle Forze Speciali di Urania. Intorno il Natale del 2003 la Guardia Nazionale di Plutonia catturò quattro soldati uraniani durante un’azione di pattuglia a sud della città di Poznam. Da quest’atto si scatenò una serie di azioni tutte prevedibili e facenti parte di uno scenario già visto ai nostri tempi. Le ambasciate lasciano Plutonia e le forze speciali dell’Esercito uraniano continuano gli sconfinamenti e le uccisioni, fino a quando Plutonia riesce a dimostrare di fronte alle Nazioni Unite il diretto coinvolgimento del Governo di Urania. Mentre l’ONU discuteva, Urania invade Plutonia, con l’ausilio delle forze aeree che distruggono qualsiasi struttura di sbarco per un possibile arrivo di truppe internazionali. Entra così in scena la JTF, con Italia, Gran Bretagna, Francia, Belgio, Germania e Spagna. Dal 6 maggio al 18 maggio 2005 l’Air Component Command (ACC) inizia la campagna aerea, mentre il 19 maggio inizia l’Operazione decisiva del LCC (Land Component Command) e della MCC (Maritime Component Command). La missione della Divisione Acqui è quella di fissare la 1^ Divisione Armata, al fine di negare libertà di movimento al 1° squadrone tattico del gruppo operativo nordico; essere pronti a sconfiggere la 1^ Divisione uraniana e contribuire alla sconfitta della 6^ Divisione UR, per isolare l’8^ Divisione uraniana; essere pronti a fornire sicurezza ai campi profughi e provvedere alla immediata assistenza umanitaria. Il briefing è durato oltre due ore, assolutamente interessanti, visto il coinvolgimento in video conferenza con il posto comando divisionale del comandante della Brigata Pinerolo, di tre maxi video dove erano riportate le notizie in italiano, polacco e inglese. Durante il briefing non ho mai visto tanti generali da una a tre stelle, italiani, polacchi, iraniani, olandesi, portoghesi oltre a numerose personalità politiche locali e provinciali. Per l’Italia erano presenti: il Sottocapo di SME, Gen. C.A. Emilio Marzo; Comandante delle FOTER, Gen. C.A. Cosimo D’Arrigo; Comandante del 2° FOD, Gen. C.A. Luigi Colaneri; Comandante della R.M. Sardegna, Gen. C.A. Angelo Dello Monaco; Capo SM Comfoter, Gen. D. Mauro Moscatelli; vice Capo reparto impiego delle Forza, Gen. D. Marco Chiarini; Comandante della Divisione Acqui, Gen. D. Vincenzo Lops; Capo di SM Div. Acqui, Gen. D. Ernesto Aviano; Capo di SM 2° FOD, Gen. B. Carmineantonio Del Sorbo; Comandante AVES, Gen. B. Enzo Stefanini. Ragazzi, vi risparmio gli ospiti perché hanno tutti nomi illeggibili. Oltre al Comando della Divisione e al RECOSUTAT, alle attività hanno preso parte la Brigata corazzata “Pinerolo”, di stanza a Bari, imperniato su 31° rgt. carri di Altamura (Ba), il RECOSUTAT della Pinerolo, il 21° rgt artiglieria di Foggia, il 2° rgt. SIRIO dell’AVES, con sede a Lamezia Terme, una compagnia di DARDO in forza al 1° rgt. bers. della Brigata Garibaldi, che opera a Cosenza. Per il prossimo futuro anche la Pinerolo sarà dotata dei DARDO. Infine, un’aliquota del 232° rgt. trasmissioni con sede ad Avellino. In totale ben 1200 uomini, circa 400 mezzi ruotati, 5 elicotteri multiruolo, circa 70 veicoli corazzati da combattimento, 120 containers, 2 apparati campali di potabilizzazione con capacità di rendere potabile 45.000 litri di acqua al giorno (io l’ho provata ed è risultata molto buona), questo sono i numeri complessivi che caratterizzano l’attività. Sono stati consumati 72.000 litri di gasolio, 24.000 litri di JP8 (carburante per aeromobili), 350 litri di carburante. Per quanto riguarda munizioni ed esplosivo, sono stati impiegati: 110 kg. di esplosivo, 131.000 proiettili per arma da fuoco, 240 colpi contro carro, 800 colpi di artiglieria, 9.800 colpi per carro Leopard e Dardo. Venerdì mattina la sveglia è stata quella di tipo impiegatizio (per non far stancare troppo le signorine), alle ore 8.30; trasporto presso il posto comando della Pinerolo, dove i generali sopra menzionati (e noi) abbiamo ascoltato il briefing del comandante della Pinerolo, Generale di Brigata Michele TORRES. Subito dopo siamo saliti sopra il posto di osservazione ed abbiamo potuto assistere ad una esercitazione “a quel dio biondo”. Venivano costantemente informati da un altoparlante delle varie manovre di aggancio del nemico, di ripiegamento per attirare il nemico in una trappola, della segnalazione del nemico de parte degli elicotteri, l’entrata in scena del genio, con un carro gettaponte “Leopard” ed un carro pioniere “Leopard. Poi c’erano Obici semovente 109 L, VCC Dardo, Carro Leopard 1 A5, T 72MBT, carro Scorpion. Ragazzi, quando si sono scatenati i nostri vi posso garantire che sono stati esplosi un tale numero di colpi che nemmeno ve lo immaginate. E poi, vedere le evoluzioni dei nostri carristi lanciati a tutta velocità contro il nemico, colpire le sagome ed anche alcuni vecchi rottami di carri, il gracchiare dei comandanti dei diversi raggruppamenti carri che davano le coordinate al posto comando ed ai loro colleghi sul campo. Insomma, una esercitazione vissuta intensamente. Al sottoscritto, comunque, unico a voler assistere all’ammaina bandiera di giovedì ed all’alzabandiera di venerdì, la cerimonia della bandiera ha fatto lo stesso effetto di quando, ragazzino, ascoltavo l’Inno di Mameli. Non c’è nulla di più bello che sentire l’Inno ed assistere alle operazioni della Tricolore.
Inutile dirvi che l’esercitazione è terminata con un pranzo in tenda (si moriva dal caldo) insieme a tutti i nostri comandanti. Per ultimo, voglio farvi sapere che ho fatto il viaggio in aereo con il vice comandante della Brigata Pinerolo, una vecchia conoscenza di tutti i parà italiani, il Colonnello Incursore Emanuele SBLENDORIO. Non me ne vogliano gli altri amici dell’Esercito, ma voi con chi avreste preferito viaggiare se non con uno che quando ci parla ti dice pane al pane e vino al vino? Nel corso delle numerose interviste, ne ho fatto più d’una con il Generale D’Arrigo, quest’ultimo ci ha annunziato che il nostro Esercito si doterà presto di altre due Divisioni: dopo la Divisione MANTOVA e ACQUI, sarà la volta della Divisione TRIDENTINA e di una Divisione formata da forze speciali. Abbiamo anche saputo che sul versante degli alloggi di servizio lo SME si sta muovendo alacremente e che dovrebbe essere risolto anche il problema degli alloggi occupati anche dopo il pensionamento. Nel giro di due o tre anni l’arruolamento dell’Esercito dovrebbe essere completato definitivamente.
A questo punto avrei finito, ma vorrei lanciare un appello: c’è qualcuno in mezzo a noi che potrebbe farmi richiamare nella riserva selezionata, come giornalista? E’ un po’ come chiedere di vincere al super enalotto, ma almeno ci ho provato. Ah, mi dimenticavo del viaggio di ritorno. C’è una sola variante, che l’aeromobile della 46^ questa volta era già all’aeroporto di Stettino ed era pilotata da un capitano napoletano, M. Somma; il viaggio è stato molto confortevole, tanto che un’avvenente giornalista napoletana ha “assistito” a gran parte di esso. Forse, chissà, perché il capitano è un giovane attraente e di belle speranze...
Nunzio De Pinto
“E’ un’esperienza che ripeterei immediatamente -ci ha rivelato il bravissimo collega Nunzio De Pinto appena ha rimesso piede a San Nicola la Strada- naturalmente su altri scenari e con altri reparti italiani, possibilmente in aree di crisi come l’Afghanistan e l’Iraq, se solo lo Stato Maggiore dell’Esercito accettasse la mia richiesta di far parte della Riserva Selezionata in qualità di giornalista”.
Occhi lucidi dalla gioia, che non fanno assolutamente trapelare una pur naturale stanchezza. Come le sue parole, i suoi articoli e il suo impegno incessante al servizio di una missione, quella giornalistica, che solo chi è onesto (e sono tantissimi!) sa apprezzare e riconoscere nella giusta misura.
Bravo, Nunzio, sei una delle nostre bandiere che sempre sventoleremo per affermare, a qualsiasi livello, il sapore della nostra passione.
nc
Il Generale Lops durante le esercitazioni
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