“A porte aperte”: la cultura fa paura e salva le anime
La biblioteca dedicata ad Annalisa Durante, vittima innocente della camorra.
C’è una storia che è stata raccontata molto ma mai abbastanza e un “dopo” che non viene ancora documentato come meriterebbe, o almeno non nel modo giusto: la “Biblioteca A porte aperte”.
Siamo nel quartiere Forcella, il 27 marzo 2004. Annalisa Durante, una ragazza di 14 anni, viene raggiunta da un colpo di pistola alla testa. Grazie a quella vita spezzata, sette vite ritorneranno a sperare e il cuore di Annalisa batte ancora oggi in un altro essere umano.
Era sabato e c’era la partita del Napoli; in via Vicaria Vecchia da uno scooter due giovani esplodono colpi di pistola diretti al boss Salvatore Giuliano, ma un colpo trapasserà la testa di Annalisa. Dopo tre giorni di coma la ragazza morirà e la famiglia autorizzerà l’espianto degli organi. Nel 2006 Salvatore Giuliano verrà condannato a venti anni di reclusione. Dopo l’agguato le famiglie dei clan avevano tentato in più modi di fare pressioni sulla famiglia di Annalisa, perché testimoni scomodi e perché si erano costituiti tutti parte civile nel processo. Intimidazioni e minacce si sono perpetrate contro la famiglia Durante, perché quella storia aveva fatto troppo rumore. Perfino una bottiglia incendiaria viene lanciata nell’atrio del palazzo dove abitano i genitori di Annalisa. Giovanni Durante, papà di Annalisa, fa un appello a chi ha visto e poi fa firmare petizioni, determinato più che mai a salvare Forcella dalla mano spietata della camorra.
Annalisa teneva un diario sul quale annotava tutti i suoi pensieri; quel diario è diventato un libro attraverso la sua trasposizione a cura di Matilde Andolfo e Mario Fabbroni (Tullio Pironti Editori).
“Un giorno vorrò vivere in un’altra città”; “Le strade mi fanno paura. Sono piene di scippi e rapine. Quartieri come i nostri sono a rischio…ci sono ragazzi che si buttano via e si drogano senza motivo…mi fanno pena quei tossicodipendenti che barcollano tutti i giorni sotto le nostre case”.
19 febbraio: “Oggi è il mio compleanno ed è un giorno speciale. Mi sento una piccola donna. Ormai ho 14 anni, forse non è più tempo di giocare con le bambole. Pure camera mia è piena di barbie, quindi non vedo perché dovrei continuare a giocarci. Lo farò di nascosto. Ieri ho scelto la mia torta di compleanno, è bellissima e buonissima: tutta panna e fragole con al centro tante piccole rose. Papà mi ha accontentato e me l’ha comprata subito. Questo pomeriggio spegnerò le candeline con mamma, papà, mia sorella, i nonni e le zie. Mi aspetto tanti regali.”
“Quanti modi di morire esistono?”: Annalisa, poco tempo prima della sua morte, aveva fatto questa domanda alle sue insegnanti e lei stessa diceva che non sarebbe vissuta a lungo.
“Lo sai? Esiste una vita oltre la vita”: un giorno così disse alla mamma e la sera della sparatoria sua sorella e sua zia notarono che era un po’ triste; poi disse alla zia: “Oggi sei stata con me, sono felice”.
Cosa è cambiato da allora?
Il 22 giugno del 2015 da un’idea di Giovanni Durante, papà di Annalisa, viene inaugurata la Biblioteca “A porte aperte” gestita dall’associazione “Annalisa Durante”, ubicata all’interno dei locali di Piazza Forcella (struttura polifunzionale), uno spazio gestito dal comune di Napoli in Via Vicaria Vecchia, il luogo esatto dove Annalisa perse la vita.
Si tratta dei locali dell’ex Supercinema con una superficie di 900 mq, con una sala teatro al piano terra e un open space al piano superiore adibito a sala lettura e attività di formazione.
La Biblioteca, l’associazione e tutte le attività che si svolgono per diffondere la cultura della legalità, sono solo un segnale, anche se nel quartiere la mentalità della violenza e della lotta per la supremazia esiste ancora.
Scolaresche da tutta Italia spesso fanno visita alla biblioteca e il libri arrivano anche da altre parti del mondo.
Si può sostenere l'associazione in modi diversi: dedicando del tempo libero, aiutando a catalogare i volumi, donando libri, giocattoli in buono stato e materiali di consumo (colori, fogli, penne, album, ecc.) per le attività ludiche.
I libri possono essere portati direttamente a Napoli oppure spediti a:
"Biblioteca a porte aperte Annalisa Durante" Via Vicaria Vecchia, 23 - 80138 Napoli.
La Biblioteca aderisce al sistema di archiviazione delle biblioteche nazionali e al circuito internazionale della Little Free Library e si alimenta solo con libri donati.
I titoli presenti nella biblioteca sono consultabili attraverso il Servizio Bibliotecario Nazionale (SBN), rete delle Biblioteche italiane promossa dal Ministero dei Beni Culturali coordinata dall’Istituto Centrale per il Catalogo Unico delle biblioteche italiane.
I libri si possono inviare con plico e la dicitura "PIEGHI DI LIBRI": fino a 2 kg il costo è di 1,28 euro (sul sito poste italiane https://www.poste.it/prodotti/piego-di-libri.html si possono consultare misure, peso e costi).
L'associazione, inoltre, è aperta a incontri e partnership, ma soprattutto alle nuove idee (editoriali o di altre associazioni). In questi anni molte iniziative sono state promosse presso lo Spazio Forcella, come mostre fotografiche, reading ed eventi (https://www.annalisadurante.it/).
“Cari genitori, quando Pasqua sarà veramente festa di rinnovamento, papà avrà un lavoro vero e noi andremo via da Forcella oppure un giorno diverrò grande. Eppure non riesco a immaginarmi. Forse me ne andrò, forse no. Mi mancherebbero le gite, la pizza che porta papà dopo il lavoro. Adoro la pizza fritta”.
Questa storia, però, non finisce qui; c’è ancora un altro protagonista, il cui coraggio è stato determinante in tutta la vicenda.
Don Luigi Merola, parroco di San Giorgio Maggiore a Forcella, denunciò duramente l’assassinio di Annalisa e mentre il Vescovo lo invitava a mantenere un profilo basso, le forze dell’ordine intercettarono una frase di un boss: “Quello lo uccido sull’altare”.
Da quel momento a Don Luigi viene assegnata la scorta, che lui chiama “i miei angeli terreni”. Il Parroco aveva fatto smantellare tutte le telecamere che i camorristi avevano piazzato nel quartiere per controllare il territorio. Don Luigi consegnò una videocassetta al Questore, in cui si documentava il traffico di droga.
Negli anni il suo impegno per il recupero dei minori e di lotta alla camorra è incessante ed è continuato in altre parrocchie dove è stato assegnato.
Nel film L'amore buio di Antonio Capuano interpreta se stesso.
E' stato parroco di San Carlo Borromeo alle Brecce; nel 2011 ha pubblicato “Il cancro sociale: la camorra”, nel quale parla della morte di Annalisa; nel 2012, con Marcello D'Orta, pubblica “ 'A voce d' 'e creature” edito da Mondadori. Dal 2005 al 2010 è stato opinionista su Repubblica, edizione Napoli; è iscritto all'ordine dei giornalisti pubblicisti.
Ho impresso nella memoria un ricordo che lo riguarda: il suo intervento ad uno spettacolo nel teatro Ali di Villaricca. Arrivò verso fine serata accompagnato dalla scorta e, salito sul palco, parlò a lungo e fra le tante cose disse che era meravigliato ogni volta del fatto che lo chiamavano “il Prete contro la camorra” o “Prete anticamorra”.
Don Luigi Merola, in quell'occasione, disse: "Perché mi chiamano così? Ci sono forse preti che non sono contro la camorra? Tutti lo dobbiamo essere, non è un fatto strano o eccezionale, anzi è normale essere contro la camorra.”
Insieme a questo ricordo, mi vengono in mente le parole di Annalisa, come se le ascoltassi proprio dalla sua voce: Lo sai? Esiste una vita oltre la vita. Oggi sei stata con me, sono felice.
Giovanna Angelino
©Corriere di San Nicola
Foto di "Associazione Studenti contro la Camorra"
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