... cosa dicono i social?

Il sindaco di Giugliano si dimette, con tutta la sua giunta, a pochi mesi dalla scadenza del mandato. La ragione: dare spazio, tempo e modo al nuovo Commissario di visionare i documenti, che dovrebbero dimostrare un sistema perpetrato di tangenti, pratiche corruttive, clientelismo e infiltrazioni della camorra. Una fuga per molti, quella del primo cittadino, mentre per altri un atto semi dovuto, per altri ancora una dimostrazione di coraggio, un mettersi da parte. Di fatto la città resta senza governo. Ai posteri l’ardua sentenza.

Il terremoto politico inizia alcuni mesi fa con le indagini della Dda di Napoli, culminate con l’arresto dell’ex sindaco di Giugliano Antonio Poziello e di altri 24 esponenti tra consiglieri, affiliati, ex assessori comunali. I reati evidenziati, il condizionamento e l’influenza che il clan Mallardo avrebbe avuto sull’amministrazione comunale di Giugliano in Campania, intervenendo nella campagna elettorale per le elezioni comunali nel settembre 2020. Il riesame scarcererà l’ex sindaco e due consiglieri.

Ritorniamo ad oggi. Il 23 febbraio 2025, con proprio provvedimento, il Prefetto di Napoli, Michele di Bari, a seguito delle dimissioni dalla carica di 19 consiglieri del Comune di Giugliano in Campania su 32 assegnati, ha sospeso il Consiglio Comunale di quel Comune e nominato Commissario per la provvisoria gestione dell’Ente, il Prefetto in quiescenza Carmine Valente.

Le commissioni di accesso agli atti vengono nominate per verificare la veridicità di elementi univoci, che dimostrino collegamenti diretti o indiretti con la criminalità organizzata di tipo mafioso. Tali collegamenti possono riguardare sia l’apparato politico, sindaco, Giunta e Consiglio comunale, sia gli apparati burocratici e tecnici del comune.

Sono anni che Giugliano vive un degrado sotto tanti punti di vista. L’arrivo della primavera porta voglia di aria nuova oltre che il tempo (ormai perduto) delle pulizie generali. Sarebbe arrivato forse il momento di tutelare i cittadini, la loro sicurezza, la vivibilità di una città, che per civiltà, cultura, gestione rifiuti, assenza di progettualità, sembra quarto mondo.

Il Comune di Giugliano è stato già sciolto per camorra anche nel 2013; il commissario nominato era sempre Carmine Valente, che alla fine delle verifiche non evidenziò alcunché.

Oggi, si indaga, dunque, per reati molto gravi; i rapporti tra il clan Mallardo e i candidati alle elezioni 2020. Le indagini vertono su estorsione, usura e corruzione, voto di scambio politico mafioso.

Niente di nuovo

Il nostro concittadino dott. Raffaele Cantone, in un’intervista successiva agli arresti e al terremoto politico che si preannunciava, disse che – pur non avendo visionato gli atti e non avere alcuna conoscenza degli eventi – non si sentiva affatto meravigliato dell’accaduto. I nodi dell’amministrazione precedente – secondo il Magistrato – purtroppo non sono stati affrontati e sciolti dall’amministrazione che ha gestito Giugliano fino ad oggi, ovvero la Giunta Nicola Pirozzi.

Niente di nuovo, dunque, a Giugliano in Campania.

Ma come buoni o cattivi politici – come la si voglia vedere – gli amministratori, gli ex amministratori e gli aspiranti amministratori pensano alle prossime elezioni. Già è sul tavolo una nutrita lista di candidati a sindaco di Giugliano, la città delle infiltrazioni mafiose fantasma. Da anni se ne parla, ma non si vedono. Tutti sanno, ma nessuno parla. Si indaga, si scava, ma poi non viene fuori nulla.

E infine, non un pensiero viene rivolto alle figuracce, all’avidità, alla spregiudicatezza, alla reiterazione dei reati e dei comportamenti. Nessun esame di coscienza, nessun pentimento; a breve a Giugliano inizierà la corsa agli slogan inutili, alle foto dei candidati sui cartelloni. Vedremo probabili futuri eletti sempre più somiglianti a divi di Hollywood.

I nostri politici guardano oltre, nascondendo la polvere sotto al tappeto. Ma qua ci sono macigni, non piccole particelle, eppure così si fa, così si è sempre fatto, questa è la realtà, e non cambia.

Intanto, a Giugliano la popolazione sui social si divide. Abbiamo raccolto alcuni umori e opinioni dei Giuglianesi.

Giovanni T. Pensano le votazioni mentre abbiamo le strade chiuse; Tonia C. Manco a pensarci andrò a votare; Emanuela C. Votare che cosa? Non ci vado più, è sempre la stessa cosa, iniziate a fare i fatti e poi se ne parla bla bla Giugliano è morto; Fernando V. il migliore voto è quello di aspettare che il comune crolla senza rialzare nemmeno una pietra per rifarlo nuovo, tanto o nuovo o vecchio niente cambia allora è meglio niente

Paolo A. Anche se andiamo a votare mi sapete dire cosa cambia, la prossima amministrazione sarà identica a quella precedente e sarà sempre così

Gianni P. Dopo tutte ste tarantelle volete pure votare? Da come ho capito vi piace essere presi in giro

Vincenzo A. Mamma mia dalla padella alla brace, che personaggi

Teresa S. da vomito!

Per quanto mi riguarda, aspetterò il momento opportuno e con un annuncio sui social, sul mio profilo, su pagine e gruppi metterò il mio voto all’asta, e andrà solo al miglior offerente; però la trattativa avverrà in privato, sapete, ci tengo molto alla privacy!

Giovanna Angelino 
©Corriere di San Nicola

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