Cultura e modelli in crisi
... la forza di cambiare … cercare persone migliori
-di Giovanna Angelino-
Da una tragedia (di cronaca nera che ha scosso l’Italia) è nato un dibattito, un confronto, dove partecipano tutti, persino gli stupidi, cavalcando quell’onda emotiva emersa per affermare ancora una volta “intramontabili” sciocchezze.
Facciamo chiarezza. Prima di parlare, bisognerebbe farlo con un vocabolario in mano, cercando il significato di ogni singola parola. Sì, perché ogni termine ha un senso preciso, e nella maggior parte delle volte non è quello che ci piace di più.
Ed ecco, che negli squallidi talk show televisivi, squallidi personaggi si azzannano per dichiarare, senza alcun dubbio, che il patriarcato è di destra o di sinistra, in base - ovviamente - alla propria convenienza (politica, ideologica, economica, di appartenenze).
Ma al netto di slogan inutili, al di là da sciacalli pronti a lucrare su qualunque cosa, senza alcuna pietas umana, era ora che si discutesse, che si aprisse il coperchio su qualcosa che aleggia da immemorabile tempo sulle nostre vite.
A carte scoperte, dunque, non possiamo proseguire il nostro racconto senza consultare il vocabolario.
Patriarcato: sistema sociale nel quale gli uomini predominano in più campi, dalla politica ai posti di potere, alle istituzioni, nelle posizioni manageriali ecc. I ruoli importanti sono occupati più da uomini che da donne. Questa è realtà inconfutabile. E questo è il patriarcato.
E non è la causa di un delitto; se così fosse, i nostri nonni avrebbero ucciso le mogli, e nessuno di noi sarebbe sopravvissuto.
Ma, grazie ai nonni (figli del patriarcato e del maschilismo), possiamo ancora dire la nostra.
Il maschilismo, invece, è un atteggiamento e una cultura che considera la donna un essere inferiore.
Dopo aver aperto il vaso di Pandora, siamo costretti a ragionare, a guardarci in faccia e a cambiare; e qui c’è bisogno di coraggio. Siamo ormai su un campo minato, per cui approssimazioni e deliri non sono più ammessi.
Gli uomini non hanno saputo scrollarsi di dosso una cultura, che ancora oggi, educa secondo un codice del cavolo senza senso. Gli uomini sono stati incapaci di cercare se stessi per poi raccontarsi, non per quello che la società ci ha imposto finora, ma per quello che sono veramente.
Erano troppo impegnati a rientrare in un modello, che oggi sembra stretto, inadeguato, obsoleto, sbagliato, che non funziona (e come mai?).
Sono tanti gli atteggiamenti, le espressioni, i gesti che dipingono l’uomo così come lo vuole una certa cultura: forte, guida, più importante, capofamiglia, patriarca, che deve primeggiare, che conta di più, che è più capace, che ha più diritti. E più donne ha, meglio è.
In questi giorni abbiamo improvvisamente scoperto, invece, che i due sessi sono diversi ma simili, e una giovane donna, Elena Cecchettin, ha avuto capacità e coraggio di gridare proprio agli uomini: "Ribellatevi! Riprendete il collega, l’amico (che fischia a una bella ragazza per strada, che controlla la compagna, che impone divieti, che fa sorrisini, commenti, complimenti eccessivi…) e ditegli che sbaglia".
A tal proposito, ricordo che il catcalling, ovvero fischiare per strada a una persona (sia donna o uomo), in Francia, Filippine, in alcuni Stati americani, Belgio e Portogallo è un reato punibile legalmente. Si fischia o si suona il clacson a un barboncino, a un cane, non a una persona. Tale atteggiamento, nei paesi prima elencati, è considerato molestia. In Italia siamo ancora indietro, anche se qualche legge, in teoria, potrebbe sanzionare un simile comportamento. Non esiste di fatto una legge ad hoc, ma non è mai troppo tardi.
L’uomo di oggi troverà la forza di cambiare? Di distruggere e ricostruire? Di ritrovare se stesso, di creare un nuovo modello e una nuova versione di sé?
Ma attenzione, leggiamo la realtà con verità e chiarezza. Qualche giorno fa, Paola Mastrocola (insegnante e scrittrice italiana), sulle pagine de La Stampa, solleva un altro quesito su cui riflettere. “Non amo questo femminismo, è un confronto armato tra i sessi” è il titolo del suo pezzo, nel quale analizza il fenomeno delle manifestazioni dell’estremo femminismo, e si chiede cosa penserà ora (alla luce del dibattito patriarcato/femminicidio) una donna, quando il compagno non lava i piatti, o quando pronuncerà una parola, che lascia spazio a qualche interpretazione particolare.
Aleggia un enorme pensiero unico dai toni perentori, mentre l’agire umano è complesso. La violenza dipende anche dall’iper-protezione: i ragazzi sono incapaci di gestire le sconfitte (Paola Mastrocola).
Un’altra donna si appresta a candidarsi al Parlamento europeo; si tratta di Carola Rackete, la giovane capitana, che nell’estate del 2019 soccorse e fece sbarcare 42 migranti a Lampedusa, contro il parere dell’allora Ministro Matteo Salvini.
Come sono state illuminanti, le sue parole, alla fine di una recente intervista.
Quell’episodio del 2019 provocò l’ira del Ministro, il quale non usò toni concilianti nei suoi confronti, per usare un eufemismo (forse perché donna?).
Al giornalista che le ha chiesto cosa farà, se si ritroverà nel parlamento europeo insieme a chi l’ha aspramente attaccata, lei risponde che bisogna costruire nuove alleanze, cercare di cambiare le cose dal basso, che la giustizia sociale deve essere un tema centrale, che bisogna difendere i diritti umani sempre.
“Credo che sarò molto impegnata a costruire qualcosa di buono, bisogna cercare persone migliori”, è stata la sua folgorante risposta.
Cerchiamo anche noi persone migliori, uomini e donne migliori, per costruirci insieme. Un tale impegno riempie vita e tempo, e non ci sarà spazio per chi ci critica o ci offende, per chi vede in una tragedia l’occasione per autoconferirsi qualche valore. Nessun tempo avremo, nemmeno per gli esseri che uccidono, come soluzione ai loro problemi e al loro vuoto.
E cerchiamo di rendere migliore anche chi conosciamo già… con il silenzio o con la forza dell’esempio e con il coraggio di cambiare.
Giovanna Angelino
©Corriere di San Nicola
Scrittrice e Copywriter SEO
Editorialista presso meer.com/it
dirige lifestyleslow.com
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