L’anno che verrà… buoni propositi o obiettivi?
-per la rubrica "silenziosaMente" a cura della D.ssa Graziella Vingelli, psicologa psicoterapeuta-
“L’anno che sta arrivando tra un anno passerà. Io mi sto preparando, è questa la novità”. Così cantava Lucio Dalla in una famosa canzone del 1979. Il celebre brano è ricco di riflessioni sull’anno appena volto al termine ma al tempo stesso volge uno sguardo speranzoso verso il futuro. Da buona napoletana quale sono invece mi sovviene un parallelismo alla “Livella” di Totò in molti diranno: “che c’entra il 2 novembre con il Capodanno?” E’ tradizione da Nord a Sud di ogni parte del mondo ed in quanto tale è costume e ognuno deve rispettare tale ricorrenza. Tutti almeno una volta nella vita hanno trascritto su carta bilanci dell’anno concluso e propositi per il nuovo.
“Ogn’anno, il trentun dicembre, c’è l’usanza
per gli utenti di andare su Facebook e scrivere
bilanci/propositi e spropositi
Ognuno ll’adda fa chesta crianza
Ognuno ll’adda tenè chistu penziero
Ogn’anno, puntualmente, in questo giorno
Di questa fasta farsa ricorrenza
Anch’io vado e di post adorno dal buongiorno al contorno,
al ritorno dalle vacanze comm a zi’ Vicienza cu tanta pacienza,
con tanta adempienza m’scrivett a’ palestra..
Madonna! Si ce penzo, e che paura!
ma po ‘ facette un’anema e curaggio.
E abbandonai o’ beveraggio e pur chella bella scorza e furmaggio,
'O fatto è chisto,statemi a sentire: se al buon anno vuoi ambire, a’ psicologa devi sentire!
Si, dai questa è l’occasione!
Formulare buoni propositi, soprattutto in momenti come i cambiamenti d’anno o i rientri dalle vacanze, è piuttosto semplice o addirittura eccitante. Ci sentiamo spesso carichi di entusiasmo o aspettative. Ma saremo poi in grado di portare a termine gli obiettivi che ci siamo dati? Quante sono le effettive probabilità di riuscire a mantenere i buoni propositi formulati?
OBIETTIVI CHE CI INTERESSANO
Ora che li abbiamo scritti tutti, rileggiamoli e pensiamo a quali sono veramente importanti e realmente ci interessano. A cosa vogliamo fare e non a cosa dobbiamo fare. Perché abbia un senso all’interno del nostro progetto di vita e sia più semplice raggiungerlo, un obiettivo deve concorrere al nostro benessere generale. Tutto ciò che percepiamo come lontano dai nostri interessi o limitanti, che sottraggono tempo ad altre cose che ci interessano o che ci costringono a rinunciare a qualcosa che ci fa star bene, rimarrà nella lista senza venire seguito e ci farà sentire frustrati a fine anno, quando ci accorgeremo che, nemmeno questa volta, abbiamo portato a temine quel particolare proposito. Ovviamente alcuni riguardano cose che “dovremmo” fare per la nostra salute, come perdere peso se siamo in sovrappeso o smettere di fumare. Ma dovremmo anche volerlo noi, non solo chi ci sta accanto e si preoccupa, giustamente, della nostra salute.
REALIZZABILI
Dobbiamo poi considerare quali propositi sono realmente realizzabili. Per correre la Maratona di New York serve allenamento, ma se non abbiamo tempo da dedicargli né le condizioni fisiche per poterlo fare, forse è più opportuno non inserirlo nella lista dei propositi di quest’anno e lasciarlo, al momento, tra i sogni da realizzare in futuro. Perché un obiettivo sia realizzabile dobbiamo considerare il tipo di impegno che ci richiederà, in termini di tempo, di soldi, di organizzazione della giornata. Può essere realizzabile l’obiettivo di andare al cinema 1 volta al mese, ma non magari quello di andarci tutte le settimane (per gli impegni professionali e l’organizzazione familiare, per il bilancio economico ecc.).
POCHI MA BUONI
Ora che abbiamo selezionato i propositi che ci interessano e che sono realizzabili, scegliamone solo alcuni, focalizzandoci su ciò che vogliamo ottenere. Avere troppi obiettivi da perseguire ci fa disperdere energie, aumentando lo stress e la fatica e quindi anche la probabilità di abbandonarli nel corso del tempo. In base al tipo di obiettivo, potrebbero essere 3 di quelli che necessitano di un impegno a lunga durata, come perder peso o imparare una nuova lingua, o di più se riguardano obiettivi più contenuti, come andare al cinema 1 volta al mese o leggere almeno 6 libri durante l’anno.
SEMPLICI, PRECISI E MISURABILI
È anche necessario che siano specifici: “Perdere peso” o “Essere più felice” sono obiettivi molto ampi e generici. Dobbiamo quindi domandarci che cosa esattamente significa per noi. È diverso voler rientrare nei jeans pre-gravidanza perdendo 5 chili o ridurre il proprio peso di 20 chili, così come “essere più felici” potrebbe avere molti diversi significati. Avere relazioni sociali migliori? Conoscere persone nuove? Trovare più occasioni/situazioni/cose che ci facciamo stare bene? Dovremo quindi individuare obiettivi semplici e precisi: per essere più felice potremmo voler migliorare le nostre relazioni sociali, quindi potremmo voler uscire con gli amici più spesso. A questo punto dovremo quantificare questo “più spesso”, per esempio 1 volta a settimana. Oppure potrebbe trattarsi di fare cose che ci fanno stare bene, come andare al cinema o a teatro 1 volta al mese, come nell’esempio sopra.
LE TAPPE INTERMEDIE
Ora che abbiamo un obiettivo specifico e realizzabile e il nostro traguardo è chiaro, dobbiamo individuare le tappe intermedie. Come fare? Pensiamo a tutto ciò che sarà necessario compiere per arrivare all’obiettivo finale e segniamoci i passi che dovremo compiere. Per alcuni è utile scomporre l’obiettivo in compiti specifici, partendo dal primo passo da compiere; per altri è più efficace immaginare l’obiettivo finale e procedere a ritroso, per altri ancora può essere più funzionale ordinarli dopo averli segnati tutti. Qualsiasi sia il metodo che riteniamo più efficace, individuare delle tappe intermedie da raggiungere ci rende più semplice perseverare nell’impegno perché ci consente di mantenere alta la motivazione e di sentirci auto-efficaci. E concediamoci di festeggiare il raggiungimento dei traguardi intermedi, premiamoci e godiamone. Siamo stati bravi!
PONIAMO UNA SCADENZA
Quindi, obiettivi precisi (uscire 1 volta a settimana, perdere 10 chili) e con traguardi intermedi (chiamare ogni giorno un amico/conoscente diverso; perdere 2 chili al mese) li rende più facilmente verificabili (“Questo mese sono riuscito a uscire 1 volta ogni settimana?”, “Questo mese sono riuscito a perdere 2 chili?”). Inoltre, dovremo darci una deadline, una scadenza in cui raggiungere l’obiettivo finale: per esempio riuscire a uscire 1 volta a settimana entro agosto, perdere 10 chili in 6 mesi ecc. Questo ci permette di mantenere l’impegno che ci siamo prefissati senza perdere la motivazione (e a volte la speranza) di raggiungerlo non vedendo mai risultati concreti.
METTIAMO IN CONTO GLI INSUCCESSI
Durante il percorso dobbiamo anche mettere in conto che ci saranno degli insuccessi, degli intoppi, delle “cadute”. È infatti inevitabile che qualcosa non vada esattamente come abbiamo previsto. Mettere in pratica ciò che abbiamo pianificato non è semplice, ci vuole costanza e impegno e sono molti gli ostacoli che possiamo incontrare. Non facciamoci abbattere: usiamo la battuta d’arresto come segnale che quanto abbiamo previsto non era del tutto adatto o realistico e che quindi è necessario adattare solo un po’ il nostro percorso, facendo dei piccoli aggiustamenti ai nostri sotto-obiettivi. Se non siamo riusciti a perdere 2 chili in un mese perché il nostro programma di dieta ed esercizio fisico era troppo duro e restrittivo, possiamo modificarlo, riducendo il sotto-obiettivo a 1 chilo al mese e modificando la dieta, per esempio prevedendo un giorno alla settimana in cui possiamo mangiare pizza e dolci senza sentirci in colpa. L’insuccesso ci mostra come è più opportuno modificare il nostro “piano”, rendendolo più funzionale alle nostre esigenze e soprattutto non punitivo, così che non vada a intaccare il nostro benessere generale.
CONDIVIDIAMO I BUONI PROPOSITI
Condividere con qualcuno la nostra lista di buoni propositi ci aiuta a mantenerli. Che sia un parente, il proprio compagno/a, un amico/a, un collega, poter parlare dei nostri obiettivi e del percorso che stiamo facendo può sostenerci nei momenti di difficoltà, ricordarci l’obiettivo finale, fornendoci lo stimolo a perseverare, supporto e incoraggiamento. Inoltre ci permette di festeggiare i piccoli traguardi raggiunti, dandoci la possibilità di prenderci il merito di quanto fatto e di sentirci soddisfatti!
Tutto chiaro? Ed ora tocca a te..proviamo?
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Buon anno a tutti i lettori del Corriere di San Nicola!
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Esperta in Disturbi Specifici dell'Apprendimento
Iscritta all'albo dell' Ordine degli Psicologi della Regione Campania n°8491
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