La Santa Barca in allestimento
Quasi pronta la statua di San Nicola per la processione di martedi in albis.
Tutta l'organizzazione della Festa Patronale 2019 sulle forti e devote spalle degli Accollatori.
Gli Accollatori di San Nicola, tutti rigorosamente con la lettera Maiuscola: se non ci fossero loro, non esisterebbe la tradizione più antica ed indistruttibile di San Nicola la Strada; la nostra città non avrebbe identità, non avrebbe storia, non sarebbe la cosa più preziosa depositata nel cuore dei sannicolesi, sarebbe preda di chi non la sente, non la ama e non ne percepisce il fascino.
Fortunatamente essi esistono e siamo, già prima che la Festa cominci, a dire grazie a tutti coloro, che, con impegno, passione, determinazione, convinzione, generosità, si accolleranno sulle spalle la pesante Barca con la Statua del Santo Patrono e la porteranno in giro per le strade in segno di devozione.
Alle ore 7.30 di lunedi 22 aprile, il solenne scampanio di Santa Maria degli Angeli, seguito, poco dopo, dallo sparo di fuochi d'artificio, ha dato inizio ufficialmente alla Festa Patronale 2019 di San Nicola la Strada.
Sono tantissimi i paesi in Italia e nel mondo, piccoli e grandi, che onorano San Nicola come patrono.
San Nicola è festeggiato in tutte le regioni italiane in più di duecento comuni, in varie date dell’anno (la più frequente è il sei dicembre, giorno della ricorrenza del Nome), con varie forme di culto e di devozione, ognuna con il proprio aspetto particolare dal punto di vista culturale, religioso e sociale.
Solo a San Nicola la Strada la Festa Patronale di San Nicola ('A festa 'e Santu Nicola) non si svolge in data fissa del calendario, bensì nella variabile “settimana in Albis” (periodo che all’origine fu scelto in ossequio ai numerosissimi concittadini sannicolesi emigrati al Nord e all’ Estero, affinché questi, nel rientrare in famiglia per festeggiare la Santa Pasqua, avessero l’opportunità di partecipare anche alle celebrazioni del Santo Patrono).
Non si sa con precisione da quanto tempo essa si svolge: probabilmente dagli inizi del Novecento, stando ad alcune testimonianze tramandate, ma fonti storiche certe e consultabili purtroppo non esistono al riguardo.
Dura dai tre ai quattro giorni, ma il momento più importante è il martedi in Albis, dedicato alla processione con la statua del Santo per le strade della città.
Ci sono paesi dove la statua del Santo viene portata in processione su piedistalli, dove si fissa su portantine, dove per condurla per le vie cittadine si fa ricorso a mezzi meccanici (in alcune località sul mare o su fiumi la statua viene caricata su una barca a motore e condotta sull’acqua), ma la processione più “spettacolare” al mondo, dove ogni gesto ed ogni momento dello “spettacolo” ha un significato religioso profondo che proprio nulla ha a che vedere con questo termine, si svolge a San Nicola la Strada. Solo nella processione di San Nicola la Strada, infatti, la Statua è fissata su una grande e pesante barca in legno ed alluminio portata a spalle da cinquanta e più accollatori.
Quest’anno, tutto è iniziato Mercoledi Santo 17 aprile, con il trasferimento, come sempre, della statua di San Nicola di Bari, custodita per tutto l’anno nella cappella della “Arciconfraternita di San Nicola di Bari e SS. Rosario” in via Pilade Bronzetti, nella chiesa di Santa Maria degli Angeli, dove essa è collocata ad un lato della nicchia centrale della navata di destra, accanto all’Altare di San Nicola.
Particolare molto importante: questa è una copia in resina della statua originale di San Nicola, proprio lì esposta (e che viene coperta da un velo per tutto il periodo della festa) ed è quella che viene portata sulla barca nella processione di martedi in Albis.
Questo “accorgimento” si è reso utile e necessario, alcuni anni fa, per due motivi.
Primo: nel 2003, dopo i continui danni che, in passato, la statua originale aveva subìto durante le processioni a causa del maltempo (è …tradizione, infatti, che a San Nicola la Strada nel giorno di martedi in Albis, in qualsiasi periodo esso capiti, le condizioni atmosferiche presentino spesso problemi di pioggia...), la statua originale è stata sottoposta a restauro.
Secondo: la statua originale, quella appunto restaurata nel 2003, è stata dichiarata bene artistico dalla Sovrintendenza ai Beni Artistici e Culturali di Caserta e quindi sottoposta al vincolo della “inamovibilità” dalla chiesa parrocchiale vanvitelliana.
Il Comitato Organizzatore della festa, fino allo scorso anno l’Associazione N.S. di Lourdes e da quest’anno l’Associazione Accollatori, sotto la guida del parroco, provvedono al “vestimento” della statua con gli ornamenti sacri e poi al posizionamento della stessa sulla tradizionale “barca” allestita per la solenne processione. Contemporaneamente si provvede all'allestimento anche di una barca più piccola e più leggera che servirà per la processione che, sempre il martedi in Albis, ma di mattina, si svolge con destinazione il Cimitero cittadino per rendere omaggio ai defunti della Città con deposizione di una corona di fiori.
Nicola Ciaramella
©Corriere di San Nicola
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San Nicola, il santo vescovo di Mira, è uno dei santi più venerati nel mondo.
Nacque a Patara, un’importante città marittima della Licia nell’Asia Minore, oggi Turchia, terra di lingua e cultura greca, intorno all’anno 260 dopo Cristo. Il suo nome significa “popolo vittorioso”: il popolo avrà uno spazio notevole nella sua vita. Patrono di molte città italiane (tra cui Bari), ma anche della Grecia, della regione francese della Lorena e della Russia, si festeggia di solito il 6 dicembre. Le chiese a lui dedicate in Italia sono più di mille, in Francia e Germania seicento, in Inghilterra quattrocento. Estende il suo patronato ai marinai, ai mercanti, ai viaggiatori, ai pastori, ai bambini e alle ragazze in cerca di marito. E’ una figura proiettata anche nell’immaginario e nel fantastico. Il suo culto è diffuso in tutto il mondo. E’ praticamente impossibile contare le chiese costruite in suo onore. Innumerevoli sono anche i simulacri e le statue che lo raffigurano. Numerose sono le tradizioni che, da secoli, tramandate di generazione in generazione, sono rimaste quasi intatte, come se il tempo si fosse fermato a epoche remote. Della sua infanzia, purtroppo, si conosce ben poco, quasi nulla. Di preciso, alcuni scrittori riferiscono che nacque da nobili genitori: Epifanio e Nonna o, secondo altri, Teofane e Giovanna. Nell’VIII secolo, il primo a parlare dell’infanzia di San Nicola fu un monaco greco, Michele Archimandrita, il quale asseriva che Nicola era destinato a sacrificarsi sin dal grembo materno per raggiungere la perfezione che si raggiunge solo attraverso gli atti di penitenza.
Una vita particolarmente esemplare dal punto di vista del cristianesimo.
In Nicola, infatti, confluiscono il fondamentale comandamento evangelico della carità (Dante e S. Tommaso lo vedono come la personificazione della carità per antonomasia) e la preoccupazione per la diffusione dell’ortodossia della fede. Non è la prima volta che un narratore parte dalla figura di Santa Claus o di Babbo Natale. Nel Medioevo Nicola aveva un contatto decisamente più diretto col mondo dei bambini, perché in occasione della sua festa sia la chiesa che le autorità civili organizzavano manifestazioni particolari. Anche in tempi recenti in molte nazioni questo rapporto c’è ancora. Molto bella la pagina in cui il bambino Giovanni Paolo II entrava in contatto con S.Nicola. Il Papa si abbandonava ai ricordi di quando era bambino nella sua città di Wadowice, dove era nato il 18 maggio 1920: “A lui si rivolgono con fiducia in particolare i bambini. Quante questioni materiali si possono sistemare se si comincia con una fiduciosa preghiera! Da bambini tutti attendevamo San Nicola per i doni che ci portava. I comunisti vollero privarlo della santità, e per questo inventarono il ‘Nonno Gelo’. Ultimamente, purtroppo, anche in occidente Nicola è diventato popolare in un contesto consumistico. Sembra che oggi si sia dimenticato che la sua bontà e generosità furono prima di tutto la misura della sua santità, poiché si distinse come vescovo premuroso verso i poveri e i bisognosi. Ricordo che da bambino avevo con lui un rapporto personale. Naturalmente, come ogni bambino, aspettavo i regali che mi avrebbe portato il 6 dicembre. Tuttavia, tale attesa aveva anche una dimensione religiosa. Come i miei coetanei, nutrivo venerazione per questo santo che, in modo disinteressato, elargiva regali alla gente e con ciò manifestava loro la sua amorevole sollecitudine”. (Alzatevi, andiamo!, Mondadori, Milano, 2004).
La testimonianza di questo generoso pastore ci invita alla gioia del dono gratuito per la costruzione di una civiltà autenticamente umana e il suo impegno nella difesa della fede ci riporta alla fonte unica di questo donarsi: Cristo, unico Salvatore.
Un santo che unisce la gente.
S.Nicola, santo amato sia dai cattolici che dagli ortodossi, è, senza dubbio, un grande santo del dialogo e dell’incontro, come la sua vita e la sua agiografia ci descrivono. Tutti i racconti sorti intorno alla sua figura parlano di un uomo e di un vescovo sostenuto fin da ragazzo da una fede sincera e salda, mosso da un profondo senso della giustizia, della rettitudine e sempre pronto a vedere il buono che Dio ha messo nell’animo di ogni uomo. Poco importa se le leggende su San Nicola siano storicamente attendibili o documentabili con sicurezza. Alcune lo sono, altre nascono dalla tradizione popolare, ma in ciascuna vi è un importante fondo di verità: San Nicola è una figura che incarna il vero senso della carità cristiana, la charitas di cui parla San Paolo, quell’amore incondizionato verso il prossimo specialmente se bisognoso, riconoscendo in lui il volto di Cristo sofferente. E proprio come San Paolo, “l’apostolo delle genti”, anche San Nicola ha avuto questa straordinaria capacità di unire popoli diversi: basti pensare al suo luogo di origine, una località dell’Asia Minore, una regione che è un ponte fra Asia ed Europa, dove il Cristianesimo ha svolto un ruolo determinante con le Chiese delle origini, con i primi Concili, e, in seguito, con la dolorosa questione dello Scisma. Ancora oggi, San Nicola è venerato ed è il patrono di Bari, una grande città che si affaccia sul mare e da secoli è il punto di partenza verso il Levante. Per incontrare San Nicola, sia quando era vivo sia dopo la sua morte, le persone hanno viaggiato, si sono mosse, si sono incontrate sempre nello spirito di amore cristiano, che contraddistingue la storia del Santo. San Nicola nacque nel III secolo, epoca di grandi teologi e Padri della Chiesa. In Oriente, inoltre, si erano diffuse ancor prima che in Occidente le pratiche di vita monastica e solitaria. In Asia Minore, moltissimi santi monaci si ritiravano in luoghi deserti per vivere in penitenza, solitudine e per raggiungere un contatto diretto con Dio, lontani dalle tentazioni del mondo. La grandezza di San Nicola consiste invece anche in questo, nell’aver raggiunto un profondo legame con Dio vivendo in mezzo agli uomini, nel mondo insieme a loro, assistendoli (come Vescovo e come uomo) nelle loro difficoltà, difendendoli dalle ingiustizie, aiutandoli nel bisogno con risorse materiali (ad esempio, i tre sacchetti con l’oro, col tempo deformati artisticamente in tre sfere d’oro, serviti come dote per salvare tre giovani dalla prostituzione), ma soprattutto con la forza della fede, con la certezza che Dio assiste i suoi figli e non li abbandona mai. San Nicola è un santo davvero “trasversale” ed europeo, se così si può definire. Amatissimo tanto nel sud Europa quanto nel nord, dove la tradizione popolare legata al suo affetto per i bambini lo ha trasformato in Santa Claus: è diventato famoso in tutto il mondo proprio per questa sua trasposizione Santa Claus-Babbo Natale. Ciò che conta davvero, comunque, è il messaggio di fede, di pace e di accoglienza verso il prossimo che San Nicola ci comunica ancora oggi a distanza di tanti secoli; un messaggio attualissimo e intenso, che spetta a tutti noi mantenere vivo, sulle orme del suo esempio e della sua storia.
Nicola Ciaramella
(Fonti: San Nicola di Bari (Collana I Gioielli), De Vitto Editore –Scanno AQ); dalle relazioni di: Don Renato D’Amico, S.E. Mons. Francesco Cacucci, Card. Angelo Scola, Padre Gerardo Cioffari O.P., D.ssa Angela Nuovo)
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