La relazione tecnica contenente le osservazioni sulla fattibiltà dell'impianto, elaborata da Nicola Santagata, Presidente dell’associazione Comitato “Acquapulita ODV, e inviata alla regione.
Alla DIRIGENTE
STAFF Tecnico Amministrativo Valutazioni Ambientali-UOD 501792 della Regione Campania
Via De Gasperi 28
80133 NAPOLI
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Oggetto: localizzazione di impianto di digestione anaerobica nell’area ASI Ponteselice della città di Caserta
Caserta, 25/10/2021
Il sottoscritto dott. Nicola Santagata, nato ad Alvignano (CE), il 15/03/1942, e residente a Caserta in via Arena 37, medico chirurgo microbiologo, già Dirigente Responsabile dell’UOC “Acque ad uso umano” del dipartimento tecnico dell’Arpac Caserta, già Direttore del Dipartimento Tecnico dell’Arpac Caserta, già docente a contratto “Microbiologia applicata” presso la seconda Università degli studi di Napoli, consulente della Diocesi di Caserta per la “custodia del Creato”, in qualità di presidente dell’associazione senza scopo di lucro “Comitato Acquapulita ODV” di Caserta, legalmente riconosciuta, rappresenta quanto di seguito esposto.
Preso atto che in data 12 maggio 2016 la Regione Campania ha pubblicato un Avviso rivolto alle Amministrazioni Comunali per la presentazione di eventuali manifestazioni di interesse alla localizzazione sui propri territori di impianti di trattamento per la frazione organica dei RSU;
Considerato che la Giunta Comunale di Caserta in data 29 settembre 2016 con la delibera n°62 ha individuato in zona ASI, Loc. ex Saint-Gobain – Lo Uttaro, ex mattatoio comunale (mai entrato in funzione), l’area per la realizzazione di un impianto integrato costituito da: a) Digestione Anaerobica del rifiuto organico; b) impianto meccanico-biologico del rifiuto indifferenziato; c) Digestione Aerobica per il trattamento del digestato.
Considerato che in una seduta di “Consiglio Comunale Congiunto” delle città di San Nicola la Strada e San Marco Evangelista è stata espressa, all’unanimità, una netta contrarietà alla delibera n 62 della Giunta Comunale di Caserta.
Considerato che in data 7 Novembre 2016 la VII Commissione Consiliare Permanente Ambiente, Energia e Protezione Civile della Regione Campania ha ravvisato l’impossibilità di localizzare un impianto di compostaggio in un’area che presenta tali e tante criticità che contrastano con i criteri del bando e con la necessità di procedere celermente alla realizzazione degli impianti.
Considerato che la Giunta Comunale di Caserta con la delibera n 103 del 15 Novembre 2016 riproponeva l’adesione all’Avviso della Regione Campania per la realizzazione di un impianto per il trattamento del rifiuto organico dei RSU.
Visto il DECRETO DIRIGENZIALE G.R. della Campania n° 28 del 27/09/2021 che qui si intende integralmente riportato.
Considerato che il Comune di Caserta ha presentato l’istanza per la verifica di assoggettabilità a VIA dell’impianto in località Ponteselice Caserta (D. D. n°28 del 27/09/2021).
Atteso che la Regione Campania e la Provincia di Caserta hanno urgente bisogno di dotarsi di impianti per il trattamento della frazione organica dei rifiuti solidi urbani;
Non condivide,
la localizzazione, sia per le caratteristiche naturali del territorio (molto ventilato), sia per la presenza, a poche centinaia di metri: 1) della Reggia vanvitelliana di Caserta [vincolo storico paesaggistico e ambientali ( non sarà consentito il silenzio assenso)] della Soprintendenza Caserta Benevento; 2) dei centri abitati dei Comuni di Caserta, San Nicola la Strada, Recale, Casagiove, Capodrise (T.U. delle leggi sanitarie /34 - rischi sotto il profilo dell’igiene e della salute pubblica); 3) sia per motivi ambientali causati da un aumento esponenziale del traffico veicolare perché il carico giornaliero trasportabile da 16 autocarri da 7,5 tonn. sarebbe di 120 tonnellate al giorno e non rappresenta una previsione realistica. Infatti, per conferire 40.000 tonnellate all’anno, occorrerebbero 333 giorni lavorativi effettivi. Ciò significa che, per avere il traffico calcolato nello studio di fattibilità presentato dal Comune di Caserta, le aziende di raccolta e trasporto del rifiuto organico verso il digestore dovrebbero lavorare tutti i giorni, compreso 20 domeniche sulle 52 totali annuali. In realtà, il traffico reale sarà molto superiore a quello dichiarato, con un incremento di composti organici totali, ossidi di carbonio, ossido- biossido di azoto (principali precursori delle polveri sottili) e di anidride carbonica in una città che già soffre da anni di inquinamento atmosferico;
Nello studio di fattibilità in nostro possesso le reazioni previste nella esposizione della procedura sono, in teoria, tutte possibili ma rimane il fatto di come siano rese possibili nell’impianto da realizzare e quale sia il loro reale rendimento, anche in funzione dei consumi energetici, in parte recuperati dal procedimento stesso.
Per quanto attiene alle emissioni in atmosfera sembra impossibile ed azzardato considerarle non esistenti.
Nello studio non c’è riferimento ai piani di monitoraggi ambientali e sanitari della digestione anaerobica che è attuata da un consorzio batterico molto complesso e che il digestato derivante dal processo ha molte probabilità di contenere un numero significativo di spore di Clostridium Botulini e Tetani. Tale digestato se usato come ammendante agricolo può provocare contaminazione del terreno e dei prodotti dell’agricoltura; le spore possono sopravvivere nell’ambiente per decenni.
Le condizioni di temperatura dei reattori sono favorevoli alla moltiplicazione dei Clostridi, Salmonella, Enterococchi, Escherichia Coli, Lysteria monocytogenes. Nei digestori tutti questi batteri arrivano, per più vie, con i digestati tornano sul terreno e contaminano i foraggi, arrivano nell’intestino degli animali e producono tossine e gravi malattie gastro- enteriche.
Quindi i digestati e le acque reflue dell’impianto possono contenere germi patogeni e contaminare anche i corsi d’acqua superficiali. In futuro il rischio di contaminazione con spore di botulino aumenterà.
BISOGNA ARRESTARE LA DIFFUSIONE DELLE SPORE NELL’AMBIENTE PER LA SALUTE DELLE GENERAZIONI FUTURE.
Il prof. Henge Bohnel dell’università di Gottingen, che da anni studia il botulismo, dal 2000 ha lanciato un allarme sul pericolo rappresentato dalla digestione anaerobica.
Per questo motivo la Regione Emilia-Romagna nelle linee guida per la collocazione delle centrali a biogas (delibera del Consiglio Regionale n°51 del 26 luglio 2011) stabilisce che il territorio di produzione del Parmigiano Reggiano non è idoneo all’installazione di impianti per la produzione di metano.
Se si ritiene che il rischio di inquinamento della filiera del Parmigiano Reggiano esista, perché si sottovaluta il rischio rappresentato dalle spore di clostridi che oltre far gonfiare il formaggio possono provocare gravi malattie all’uomo e agli animali?
Inoltre, si tenga presente che i prodotti finali della digestione anaerobica (il digestato e il percolato) creano enormi problemi ai progettisti; il percolato è iper inquinato e il digestato, tal quale, non può essere utilizzato in agricoltura perché altrettanto inquinato, come precedentemente narrato; e allora, i progettisti si sono inventati la digestione aerobica del digestato, che per loro e i gestori degli impianti è “pura manna”, in quanto così trattato evitano di dover smaltire un residuo classificabile “rifiuto speciale”(codice CER :190600-03-04-05-06).
In Germania, dopo l’epidemia del 2011, sono in vigore normative per il trattamento e controllo dei substrati in entrata e dei digestati in uscita recependo la Direttiva CEE n°1069/2009;
Per le suindicate pregiudiziali, la località Ponteselice non è idonea per la collocazione dell’impianto e non è rispondente alle norme dell’Avviso Regionale.
Dott. Nicola Santagata
Presidente dell’associazione Comitato “Acquapulita ODV - Caserta”
©Corriere di San Nicola
diretto da Nicola Ciaramella