Criticità dell’acqua casertana: il Tavolo Tecnico non s’ha da rifare...
Deludenti risposte dell’assessore al maltrattato ambiente nell’incontro svoltosi su richiesta dell’ Associazione Acquapulita: "Non abbiamo personale e soprattutto stiamo senza soldi".
...Mah, SEMPLICEMENTE INCREDIBILE, per non dire SQUALLIDO!
Mai in stand-by, quelli dell'Associazione Acquapulita, sempre in prima linea a lottare per far capire agli "insensibili" che l’acqua è il bene più prezioso da salvare e salvaguardare. E sono volontari, ossia garanzia assoluta di impegno e preoccupazione per la comunità. Quello che difficilmente fanno i cosiddetti “politici“.
La cosa più orrenda di questo disinteresse (o scarsa attenzione, chiamiamola così, per essere generosi) nei confronti della maltrattata risorsa idrica casertana è la disarmante risposta fornita da un giovane amministratore all’ambiente che non si rende conto della gravità di questo problema e manda a comprare il sale i suoi malcapitati ospiti.
Ci assalgono delusione e squallore nel leggere il resoconto (pubblicato nella pagina Fb dell’associazione) dell’incontro avvenuto martedi 22 marzo, presso il municipio del capoluogo, tra i richiedenti Dr. Nicola Santagata e Ing. Domenico Pennino della Emerita Associazione Acquapulita e l’assessore alla (così battezzata, ma non si è mai ben capito cosa diavolo significhi) Transizione Ecologica, Carmela Mucherino (che, peraltro e tra l'altro, per dire quanto ci tiene, ricordiamo assente in un non troppo remoto consiglio comunale in cui si sarebbe dovuto parlare dell'annosa e drammatica vicenda del biodigestore in quel di Ponteselice...).
Non sapendo se costei sia a conoscenza (sinceramente e fortementene ne dubitiamo) degli scopi e del fortissimo incessante impegno dell'Associazione “Acquapulita” a favore dell’acqua casertana, glielo diciamo noi, che di acqua pulita non riusciamo proprio a berne, e che ad “Acquapulita” siamo e saremo sempre grati per l’importantissimo servizio che svolge nell’ambito di un contesto amministrativo-politico locale e regionale che di acqua veramente pulita non vuole proprio saperne.
Ebbene, egregio assessore, l' ASSOCIAZIONE ACQUAPULITA è stata costituita il 4 giugno 2019 e di essa fa parte anche il Vescovo Emerito Raffaele Nogaro. Ha per oggetto -ed è l’unica associazione del casertano esistente al riguardo- le criticità delle fonti idriche. Essa persegue finalità civiche, solidaristiche e di utilità sociale e ha come obiettivi fondamentali quelli di salvaguardare e migliorare le condizioni dell’ambiente e utilizzare in maniera accorta e razionale le risorse naturali, in special modo quelle idriche.
Bene. Ora veniamo al resoconto dell’incontro.
«Dopo una introduzione generale sulla problematica della purezza delle acque destinate al consumo idrico del casertano, Nicola Santagata ha focalizzato l’attenzione sulla condizione dei pozzi di alimentazione della rete idrica di Caserta come tema principale dell’incontro.
In proposito ha fatto rilevare che nella maggior parte dei nove pozzi che concorrono all’adduzione di acqua in vari punti della rete casertana non risultano soddisfatte le condizioni di legge per garantire la purezza delle acque immesse in rete sia in termini di mancata realizzazione delle “fasce di rispetto” prescritte, sia per la pericolosa vicinanza di parti della rete fognaria, nonché, in alcuni, per la mancanza di vasca di clorazione, essenziale per contrastare i rischi di inquinamento. Per tali motivazioni ha chiesto di ricostituire un Tavolo Tecnico con tecnici del Comune di Caserta, la società di gestione dell’acquedotto e rappresentanti di Acquapulita, così come era stato fatto nel 2019 con l’assessore dell’epoca De Michele.
Purtroppo, l’esito dell’incontro non è stato positivo.
L’assessore Mucherino ha preso atto dell’importanza del tema trattato ma ha opposto la carenza delle risorse tecniche interne al Comune e la totale mancanza di risorse economiche comunali come motivazione per rifiutare la costituzione del tavolo tecnico.
Ha soltanto comunicato che, qualora nei finanziamenti connessi al PNRR per il Comune di Caserta passasse il progetto di rifacimento della rete idrica casertana, potrebbe inserire una riflessione sulla sistemazione dei pozzi idrici.
Francamente, abbiamo avuto la sensazione che l’assessore sia in preda ad un “decisionismo esasperato” tutto focalizzato sulla realizzazione di alcuni progetti, soprattutto nel settore della gestione dei rifiuti, e ad una “eccessiva sicurezza delle proprie convinzioni tecniche” tale da non permetterle di valutare l’importanza politica del tema proposto e della necessità di preservare la salute umana attraverso la protezione delle acque potabili».
Sempre per informare il nuovo giovane assessore all’ambiente, sperando di fare cosa buona, riportiamo il testo di un articolo (https://www.corrieredisannicola.it/ambiente/notizie/ambiente/acqua-malata-casertana-le-verita-nascoste)
pubblicato dal Corriere di San Nicola il 4 febbraio 2019, trattante aspetti gravissimi dello stato di salute delle falde idriche e la mancanza di un programma di controllo analitico rapportato alla vulnerabilità dei territori.
Tre anni fa. Bei tempi. Le cose sono molto peggiorate. La colpa? Della politica, come sempre e ovviamente!
Il titolo dell’articolo è «Acqua malata casertana: le verità nascoste».
A seguire il testo completo.
Le foto le trovate a questi link: https://www.corrieredisannicola.it/ambiente/notizie/ambiente/acqua-malata-casertana-le-verita-nascoste
e
“Lungo le schifezze dell’acqua malata casertana”
https://www.corrieredisannicola.it/ambiente/notizie/ambiente/acqua-malata-casertana-le-verita-nascoste-2
«La rete di distribuzione idrica di Caserta eroga acque di differenti caratteristiche:
-le acque della sorgente Maretto provenienti da Piedimonte Matese;
-le acque dei pozzi del proprio territorio (nella foto, Pozzo Paratella).
Le acque della sorgente Maretto mancano di una “protezione naturale” dell’acquifero per la presenza di numerosi “inghiottitoi”, che le rendono vulnerabili nei confronti dei vari contaminanti microbici e virali.
Gli otto pozzi attivi per l’alimentazione della rete idrica casertana sono vulnerabili sia per caratteristiche strutturali che per l’uso del circostante territorio. Essi non sono del tutto rispondenti alla normativa vigente.
Le acque dei pozzi Vaccheria e Paratella sono quelle più a rischio: la fognatura comunale passa a distanza minima dalla testata dei pozzi e mancano di vasca di clorocontatto.
E’ un rischio inaccettabile per la tutela della salute pubblica, sia per una carenza cronica di controllo dei manufatti, che di un programma analitico rapportato all’insicura protezione delle falde acquifere.
Sono queste tutte le verità nascoste che sono state rivelate nel corso del secondo incontro di presentazione del libro “ACQUA MALATA -Come politicanti e camorristihanno avvelenato i cittadini e distrutto la “Terra felix” di Nicola Santagata, svoltosi il 31 gennaio presso la Parrocchia di S. Augusto Vescovo in Largo Don Pino Puglisi a Caserta.
Le criticità della sorgente Maretto e dei pozzi di Caserta sono, insomma, spaventose. “Non è possibile -ha detto il dr. Nicola Santagata- ammettere che il depuratore di Castello del Matese scarichi i propri reflui nel bacino di ricarica della sorgente. Questa è roba da preistoria! I territori delle fonti di approvvigionamento della rete idrica sono abbandonati a rifiuti di ogni genere da parte di delinquenti che attendono alla salute della collettività con il placet delle Istituzioni che non controllano e non vigilano adeguatamente. I monti Tifatini, da cui prende origine il più importante bacino acquifero dell'Italia meridionale, sono pieni di rifiuti peraltro incendiati. Mancano i controlli alla tenuta della fogna comunale che passa a pochi metri dalle fonti di captazione. Mancano le vasche di clorazione per la disinfezione dell'acqua destinata al consumo umano. Non esiste un programma di controllo analitico rapportato alla vulnerabilità dei territori dei bacini di ricarica e della destinazione d'uso dell'acqua. I pozzi possono essere preda molto facilmente da parte di malintenzionati. Chiunque può facilmente mettere in atto un atto terroristico con la morte di migliaia di persone”.
Mons. Raffaele Nogaro nel suo intervento, ribadendo quanto ebbe già a dire il tre dicembre, ha esortato i cittadini a “rinnovare la nostra città, la nostra provincia, la nostra regione col prendere di petto e scuotere i politici e gli amministratori”.
“Dobbiamo mettere in atto una disubbidienza civile organizzata! –ha affermato con toni energici ed ampiamente condivisibili- Tutti insieme iniziamo!”
Detto da un paladino del coraggio e della giustizia come lui non bisognerebbe aspettare neanche un attimo per accogliere la sollecitazione e passare subito all’azione.
Il fatto, purtroppo, considerato cosa ci dona Caserta oggi, è che c’è ben poco da sperare.
Caserta langue. A Caserta si sta in silenzio.
“Qui c’è troppa connivenza, troppa cultura camorristica. Ecco perché le cose non cambiano. Ci vuole coraggio”, disse Padre Alex Zanotelli il tre dicembre in occasione della prima presentazione dell’opera di Santagata.
Si, è vero.
Caserta langue. A Caserta si sta in silenzio.
A Caserta non si ha il coraggio di parlare. Caserta è piena di codardi e di gente senza palle.
Caserta, secondo gli ultimi rapporti, è il capoluogo di una delle ultimissime province italiane in tema di vivibilità, benessere e soprattutto ambiente.
Caserta è terra di disastri.
Caserta è terra di molti poveri ammalati. E di pochi ricchi che stanno bene e vivono da nababbi.
A Caserta nessuno fa niente.
Anche a Caserta, però, possono prendere il cancro quelli che non fanno niente, quelli che vogliono portare altre industrie insalubri, altri veleni, altre schifezze, altri boia.
Forse sta qui la speranza che un giorno possano pentirsi.»
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