Un disastro da proteggere...
Caschi e manganelli per difendere la disneyland della catastrofe ambientale. Il pacifico corteo di manifestanti, con in testa il vescovo Nogaro, bloccato sulla via della discarica da poliziotti in tenuta antisommossa. L’intera area diventa territorio tabù. Squadre di agenti in borghese sorvegliano e intimidiscono padri e madri di famiglia che partecipano ai cortei. Non si vorrebbe più far sapere a nessuno ciò che avviene lì. Che alcuni politici locali vogliano difendere con le unghie e con i denti le loro scelte sconsiderate si può relativamente capire. Ma perché lo Stato manda poliziotti contro i cittadini che denunciano il disastro nel loro territorio e l’attentato alla salute pubblica? Un gruppo dei comitati per l’ambiente ricevuto dal prefetto. Ma per ora hanno ottenuto solo chiacchiere.
Sabato 9 giugno. Caschi e manganelli. Questa la risposta delle autorità al pacifico corteo di cittadini che stamattina, con in testa il vescovo Monsignor Nogaro, si è mosso da Piazza Parrocchia di San Nicola la Strada verso Lo Uttaro per contestare la discarica dei veleni e dell’illegalità. Ma alla discarica non è stato possibile arrivarci. A una svolta della strada, intorno a mezzogiorno, il corteo ha trovato due file di poliziotti in assetto antisommossa. Anche un funzionario che guidava le operazioni ha infilato il casco, per chiarire la situazione e intimorire i manifestanti.
I manifestanti, circa 400, persone di ogni età e professione di Caserta, San Nicola la Strada, Maddaloni, San Marco Evangelista, sono tra quelli che stanno tentando, per vie sempre legali, di difendere dall’avvelenamento la salute e le case. Non avevano proprio l’aspetto dei sovversivi. Molti indossavano la fascia tricolore da “sindaci di se stessi”, visto che i locali sindaci eletti latitano, molti erano in bicicletta. Tutti giunti fin lì al suono di canzoni pop un po’ contestatarie -pure Cementano- diffuse dal furgone in testa al corteo.Niente insegne black bloc. Sfilavano parroci, Don Oreste Farina il più “imponente”, e tra la gente striscioni e cartelli del Comitato Emergenza Rifiuti, di altri Comitati per l’Ambiente del territorio casertano, di Millepiani, di Italia Nostra, Legambiente, WWF, Terra Nostra, Macrico Verde, SIAAB, il sindacato ambientalista degli allevatori bufalini, un delegato No Tav. C’era la società civile, di cui c’è chi lamenta la scarsa vigilanza nella lotta contro l’illegalità in Campania. E ora che la società civile alza la testa per difendere salute e territorio contro malefatte gravi, viene bloccata con i poliziotti antisommossa.
Di preciso perché non è dato saperlo. Solo stamattina è stato detto informalmente agli organizzatori della manifestazione che davanti alla discarica, su strada pubblica, non era possibile arrivarci. Senza spiegazioni. Non si prevedevano turbative dell’ordine pubblico, non c’era stato intralcio al traffico se non per pochi minuti a un paio d’incroci.
I manifestanti stamattina non avevano alcun programma e alcuna voglia di creare disordini. Ma ora gli animi sono sempre più esasperati. Fermo sotto il sole di mezzogiorno, il corteo si è trasformato in un’animata assemblea. I cittadini si sono chiesti perché l’area della discarica è diventata territorio proibito. E si sono detti che non si vuole più far sapere a nessuno quello che succede lì.
Hanno dato troppo fastidio tutte le denunce di irregolarità e di illegalità documentate dentro Lo Uttaro e sui suoi confini, “a cominciare”, come chiarisce Giuseppe Messina, qualificato esperto che è tra gli animatori del Comitato Emergenza Rifiuti, “dall’arrivo di camion scoperti, che lasciano colare anche lungo il tragitto liquidi non identificati, probabilmente tossico percolato. E fino alle sconcertanti relazioni tecniche dei dottori Lembo e Santagata sull’efficienza della discarica e del CDR di Santa Maria Capua Vetere, dove si dovrebbero separare e sanitarizzare rifiuti e dove, invece, si frullano solo un po’. Al modico prezzo di 4 milioni e 800 mila euro all’anno incassati dalla FIBE, la società che ha guadagnato cifre colossali in 13 anni di emergenza rifiuti”.
Bisogna difendere questi pericolosi pasticci? Tra Caserta e comuni vicini deve continuare ad aleggiare la Grande Puzza con veleni annessi? Il percolato deve continuare a colare nella falda d’acqua sotto Lo Uttaro, intossicando vegetali, animali e cibi? Chi manda poliziotti antisommossa contro pacifici cittadini che dissentono? Senza contare le squadre di agenti in borghese che sorvegliano, telefonano, parlano ai loro walkie talkie, fotografano, spiano ogni parola dei comitati.
Il commissario per i rifiuti Guido Bertolaso, il presidente della Provincia Alessandro De Franciscis, il sindaco di Caserta Nicodemo Petteruti hanno deciso di trasformare il territorio casertano in una disneyland della catastrofe ambientale. Che alcuni politici locali vogliano difendere con le unghie e con i denti le loro scelte sconsiderate si può relativamente capire. Ma lo stato perché manda poliziotti contro i cittadini che denunciano il disastro nel loro territorio e l’attentato alla salute pubblica?
Mentre continuavano le discussioni tra i manifestanti, alcuni loro rappresentanti sono stati ricevuti dal Prefetto di Caserta Maria Elena Elena Stasi. Tra loro c’erano Giuseppe Messina, Nicola Tiscione, Antonio Roano, Giovanna Maietta. Hanno di nuovo espresso lo scontento della popolazione per i disagi e le minacce provenienti da Lo Uttaro, hanno ricordato le relazioni allarmanti del “Comitato dei garanti”, hanno chiesto un nuovo confronto pubblico con Bertolaso, De Franciscis e Petteruti “in considerazione”, come ha dichiarato Messina, “anche del fatto che a sette mesi dal protocollo d’Intesa con cui è stato riaperto Lo Uttaro, non si è fatto un bel niente per le bonifiche previste. E che non esiste neanche un principio di progetto per un rinnovamento in direzione meno tossica del ciclo di smaltimento dei rifiuti”.
Che cosa è stato risposto ai comitati? Nicola Tiscione, autorevole avvocato della zona, che è stato anche sindaco di San Nicola la Strada, all’uscita dall’incontro ha detto: «Ci hanno rifilato solo chiacchiere. Al massimo un “vedremo”».
(da www.ambienti.wordpress.com, 9/6/2007)
(Foto da www.finotti.info)
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