L’attore di San Marco con San Nicola nel cuore sarà di scena al “Don Bosco” il 10 dicembre con la sua compagnia “Fratello Sole e Sorella Luna”. Poi, il 27, al “Teatro della Pace”, con la compagnia sannicolese “I Vari…età” di Vittorio Di Tommaso.

Aveva “appena” quattro anni quando se ne innamorò follemente.
«La mia passione per il teatro nacque grazie a una commedia, “Natale in casa Cupiello”. Mi ricordo che era un sabato sera, ero a casa di mio nonno, che stava guardando il terzo atto. Lui, vedendomi letteralmente incantato, riavvolse il nastro e mi fece guardare la cassetta dall'inizio. Finì lì. Poi, a distanza di qualche mese, venni a sapere che mio padre, che faceva parte di una filodrammatica a Caivano, doveva proprio recitare in quella commedia. Da lì ho iniziato ad assistere alle prove, ad avere un copione in mano. Mi entusiasmava questo mondo "strano", le scenografie, le luci, il palco».
Chi parla è “appena” un sedicenne, classe 2000. Di anni, dunque, non è che ne siano, poi, passati tanti, da allora.
Si chiama Domenico Palmiero, è di San Marco Evangelista. San Nicola la Strada è il suo secondo amore, da quando, lo scorso 30 luglio, ha recitato, all’Arena Comunale Ferdinando II, con “I Vari…età” di Vittorio Di Tommaso, il suo professore di scenografia al Liceo Artistico di San Leucio. Ne ricordiamo la stupenda declamazione della poesia di Eduardo De Filippo “De Pretore Vincenzo”, applaudita per lunghissimi minuti. «In quella occasione -ci dice con visibile emozione- rimasi sorpreso da un pubblico attentissimo; non si sentiva volare una mosca; anzi, ricordo che durante la poesia, per un attimo, ho avuto l’impressione di stare da solo sul palco».
Talento artistico naturale, Domenico Palmiero ha Eduardo (sì, proprio il Grande Eduardo) nel sangue. Se chiudi un attimo gli occhi, stai ascoltando Eduardo. Quando li riapri, vedi le movenze di Eduardo. Incredibilmente bravo.
A dieci anni, nel 2010, aveva già formato la sua compagnia teatrale, "Fratello Sole e Sorella Luna", insieme al coetaneo Domenico Carozza. La passione era già forte. Poi esplose letteralmente.
Da quel momento, ben undici commedie rappresentate, molte con repliche. Se ci mettiamo i quasi due anni di prove, la predisposizione delle scene (Domenico è di una meticolosità impressionante), la preparazione dei dettagli organizzativi, beh… ci sorge spontanea la domanda: “Domenico, ma …oggi quanti anni hai?”. Sempre sedici, “appena” sedici. Non uno di più. La risposta non deve darcela lui. E’ nei suoi occhi, nel suo sguardo, nel suo entusiasmo, nella sua gioia, nella sua ansia di entrare in scena. Eduardo lo guida. Lui non si fa sfuggire neanche un particolare di cotanta sapienza. Che meraviglia parlare di questo grandissimo talento del teatro. Si diventa di nuovo bambini. Sì, il teatro, a questi livelli così appassionati ed appassionanti, non invecchia mai. Non può invecchiare. Si ritorna tutti, di nuovo, bambini. Con quel desiderio incontenibile di “esplodere” fuori tutto l’amore per le cose belle che si ha dentro.
La prima commedia che i due Domenico portarono in scena, dopo un anno e mezzo di prove, fu "Tre pecore viziose" di Eduardo Scarpetta. Era il 2012/2013, la loro prima stagione teatrale. «Eravamo bambini  -ricorda quasi con un po' di imbarazzo- quando cominciammo le prove. Otto o nove anni… All'epoca una cosa del genere, una farsa di Scarpetta in mano a bambini di quell'età, era proprio una cosa assurda, vuoi per le persone che ci guardavano dall'esterno, vuoi anche per noi stessi. Però, ci riuscimmo. Ed era quello che contava e che volevamo fortemente».
Da quel momento, nessuno li ha più fermati. Sempre nel 2012/13, “Questi fantasmi” di Eduardo De Filippo. Nel 2013/14 furono rappresentate ”Natale in casa Cupiello” e “O’ scarfalietto”.
Ma in quella stagione Domenico Palmiero, che aveva “appena” tredici anni, esordì anche come autore. «"O’ suonno d’ ’o passato" -ci spiega- è una commedia in due atti che definisco un "sogno": una storia del tutto metaforica, che parla di un signore qualunque, Andrea, che si ritrova nel suo paese dopo tanto tempo e, addormentandosi, sogna di vivere nel passato. Il primo atto è ambientato alla fine del 1800 e il secondo durante la Seconda Guerra mondiale. L'obiettivo dello spettacolo girava tutto in torno a una frase: "guarda al passato e vivi il presente" che sta a significare che non possiamo guardare al futuro senza sapere cosa e chi c'era prima di noi».
Nella stagione 2014/15 fu la volta di “Non ti pago”, “Miseria e Nobiltà” e "4 atti unici" (per l’appunto, quattro atti unici di Eduardo, e cioè “Le chiavi di casa”, “I morti non fanno paura”, “Pericolosamente” e “Sik Sik l'artefice magico”).
La scorsa stagione, la 2015/2016, ha visto la compagnia "Fratello Sole e Sorella Luna" portare in scena “Caviale e lenticchie” e “Chi è cchiù felice e me!”, due commedie che Palmiero non esita a definire "sconosciute", nonostante il buon riscontro sia di pubblico che di critica.

«Sconosciute -ci dice Domenico- perchè sono state sempre poco apprezzate sia dagli stessi autori che dagli interpreti che all'epoca le mettevano in scena».
Ed ora, domenica 10 dicembre 2016, al Teatro Don Bosco di Caserta, uno dei principali capolavori eduardiani, i tre atti di “Napoli milionaria”: la nuova stagione teatrale 2016/17 non poteva aprirsi in modo più trascinante. E se poi aggiungiamo che è già prevista una replica il 4 febbraio, sempre al Don Bosco, beh, difficile non immaginare quale sarà il successo di questa nuova incipiente avventura.
Eduardo, sempre Eduardo, fortissimamente Eduardo: la “rosa verde” della compagnia (il più piccolo attore ha 13 anni, il più grande 25) ha iniziato le prove agli inizi di settembre nel nome di una tradizione che non può morire.
“Napoli Milionaria - ci racconta con impressionante competenza il giovane Palmiero- è un nuovo testo, un nuovo tipo di scrittura che abbiamo affrontato, più che altro per il peso morale che la commedia presenta. Segna un po’ il passaggio che c'è tra il vecchio teatro di Eduardo e quello nuovo: infatti è il primo canto della cantata dei giorni dispari. La commedia è stata scritta nel 1945 e proprio verso la fine della seconda guerra mondiale. Esiste una versione cinematografica diretta proprio da De Filippo, ma noi siamo rimasti fedele al testo teatrale in tutto e per tutto, alle ultime volontà di Eduardo lasciateci con la versione teatrale del 1962. Abbiamo curato tutto noi, dalle scenografie alle musiche: abbiamo le musiche originali, curate da un componente storico della compagnia, Domenico Angelino, e di questo ne sono contento ed orgoglioso. Sarà un bell’evento, abbiamo già avuto un’ottima risposta di pubblico, sia da parte di chi già ci aveva visto e ci seguiva, sia da parte di chi ancora non ci ha conosciuto».
Domanda finale ad un attore sedicenne che ama Eduardo e che della storia di Eduardo, patrimonio dell’Umanità, si alimenta.
-Domenico, che cosa rappresenta per te, classe 2000, Eduardo De Filippo?
“Eduardo per me è una guida, non riferito soltanto al campo teatrale; con le sue storie mi ha aiutato tanto, mi ha fatto crescere, maturare in qualche modo. Per me è tutto, la mia acqua, il mio pane. Una figura fondamentale nel vero senso della parola, perchè da lui, dalle sue parole messe in scena e dalle sue testimonianze ho appreso la tecnica della recitazione. In verità non esclusivamente da lui, ma studiando anche gli attori della sua compagnia, scavando in contenuti extra, dietro le quinte. Rispetto a persone più grandi di me, come mio padre, sono fortunato perché con internet posso rivisitare come e quando voglio tutte le opere, le rarità e soddisfare tutte le mie curiosità: ma, rispetto a loro, io non posso vederlo dal vivo. Purtroppo, credo che siamo in un Paese dove si apprezza la grandezza di qualcuno solo dopo morto. Eduardo ha ramificato le mie conoscenze, mi ha portato ad amare diversi attori della tradizione napoletana, come Nino Taranto, Luisa Conte, lo stesso Totò, Peppino De Filipppo, ma anche Gilberto Govi. Sempre grazie ad Eduardo ho imparato ad apprezzare Vincenzo Salemme, Antonio Casagrande, Carlo Buccirosso, Nando Paone. Ho cercato di prendere il più possibile da chiunque mi trasmettesse qualcosa: sicuramente Toni Servillo, con la sua tecnica, il suo modo di fare, di vedere ed interpretare teatro».
Allora, riepiloghiamo: Domenico De Fil…, pardon!, Domenico Palmiero (ma di questa nostra gaffe sarà proprio il Sommo Eduardo a gioire) sarà di scena al Teatro Don Bosco di Caserta, con la sua compagnia amatoriale "Fratello Sole e Sorella Luna", sabato 10 dicembre alle ore 20.30 nella commedia “Napoli milionaria”.
Martedi 27 dicembre, invece, sarà di scena al Teatro della Pace di Puccianiello con la Compagnia teatrale sannicolese “I Vari…età” del suo amato professore di scenografia Vittorio Di Tommaso.
San Marco Evangelista-San Nicola la Strada: un asse artistico che ci fa esultare. Come Domenico Palmiero quando recita e riempie di emozioni meravigliose il cuore e l’animo di tutti gli amanti del teatro.

Nicola Ciaramella e Roberto Di Tommaso