“IL VANGELO DI MARCO”, un dono di Don Franco “per nutrirci dell’umanità di Gesù”
Presentato nella chiesa di Santa Maria degli Angeli, alla presenza di autorità cittadine e rappresentanze di associazioni, il nuovo libro di Don Francesco Catrame.
Sono intervenuti, con l’autore, il Vescovo Mons. Pietro Lagnese e il sindaco Vito Marotta.
Applauditissimo intermezzo musicale con un trio di musicisti guidato dal M° Gerardina Rainone.
Ha condotto la cerimonia il giornalista Nicola Ciaramella.
Sorpresa finale promossa dal Corriere di San Nicola: donato al Vescovo, che ha fortemente gradito, un disegno realizzato dall’artista Vittorio Di Tommaso.
ll VIDEO della cerimonia, realizzato da Biagio Pace
https://youtu.be/-_cfdtwylCs
La chiesa di Santa Maria degli Angeli, con pubblico in rigoroso rispetto delle norme antiCovid, ha fatto da splendida cornice all’incontro di presentazione del nuovo libro di Don Francesco Catrame, “Il Vangelo di Marco”.
Mercoledi 23 giugno, cittadini, associazioni ed autorità hanno testimoniato con la loro presenza un momento culturale molto importante. Una presenza che il moderatore dell’incontro non ha esitato a definire “dono prezioso per la comunità tutta di San Nicola la Strada”.
Tra le autorità cittadine, presente l’amministrazione comunale con il sindaco Vito Marotta (relatore), il presidente del consiglio comunale Eligia Santucci, gli assessori Antonio Terracciano, Alessia Tiscione e Maria Natale, i consiglieri comunali Carmela Ferrante e Anna D'Amelio, nonché la Protezione Civile con il coordinatore Ciro De Maio.
Presenti, inoltre, il parroco di Santa Maria della Pietà Don Filippo Frattolillo, il già parroco di S. Sebastiano in Caserta Don Elio Catarcio, il vice parroco di S. Maria degli Angeli Don Stefano Sgueglia, i diaconi Don Michele Tagliafierro e Don Raffaele Santamaria, nonché una rappresentanza della parrocchia di S. Maria della Pietà e rappresentanze di associazioni, tra cui l’Associazione N.S. di Lourdes con il presidente Nicola Fiorito, l’Arciconfraternita San Nicola di Bari e SS. Rosario con il priore emerito Antimo Corbo, l’ Associazione Accollatori San Nicola con il presidente Giuseppe Costantino, la Pro Loco, l’Associazione Acquapulita con il presidente Nicola Santagata, il Comitato Città Partecipata.
Non potevano mancare anche le famiglie del Gruppo Betania, istituito da alcuni anni da Don Franco allo scopo di studiare le esortazioni apostoliche firmate da Papa Francesco, necessarie alla famiglia di oggi per comprendere e vivere in un modo più consapevole la vita odierna.
A partecipare anche la stampa con Maria Giovanna Tramontano, direttrice della testata “News e Social”.
Tutta la cerimonia è stata ripresa in video da Biagio Pace e fotografata da Stani Smeragliuolo, icone di disponibilità, amici sempre pronti, in ogni occasione bella per la nostra città, a dare il loro appassionato contributo.
Al magnifico tavolo degli ospiti, accanto all’autore del libro e al sindaco, il Vescovo della Diocesi di Caserta, Mons. Pietro Lagnese, che ha aperto la cerimonia leggendo la bellissima “Preghiera allo Spirito Santo” del Metropolita Ignazio Hazirn di Lattaquié: “Senza lo Spirito Santo, Dio è lontano, Cristo resta nel passato, il Vangelo è lettera morta, la Chiesa una semplice organizzazione, l’autorità una dominazione, la missione una propaganda, il culto un’evocazione e l’agire cristiano una morale da schiavi. Ma con lo Spirito Santo il cosmo si innalza e geme nella nascita del Regno, Cristo risuscitato è presente, il Vangelo è potenza di vita, la Chiesa è comunione trinitaria, l’autorità è un piacere liberatore, la missione è una Pentecoste, la liturgia è memoriale e anticipazione, l’agire umano è divinizzato”.
A condurre il convegno il giornalista Nicola Ciaramella, direttore del quotidiano Corriere di San Nicola, il giornale nato un quarto di secolo fa per amore di San Nicola la Strada e che porta nella testata il nome della nostra città.
“Il Vangelo di Marco”, come è stato subito ricordato, è il quinto libro scritto da Francesco Catrame, parroco dal luglio 2016 di Santa Maria degli Angeli, Vicario della Forania di Marcianise, specializzato in Teologia biblica, già docente di Sacra Scrittura della Scuola di formazione per i Ministri istituiti e Diaconi permanenti della Diocesi di Caserta.
Uomo di elevato spessore culturale, studioso da tre decenni della Pastorale socio/familiare alla luce della Sacra Scrittura e del Magistero conciliare, Don Franco ha scritto in precedenza “Commento della Familiaris Consortio nel XXV anniversario” (pubblicato nel 2006), “Preghiere” (2015), “La Famiglia Cristiana” (2015), “Opera lucana – Vangelo e Atti degli Apostoli” (uscito a dicembre 2016 e poi presentato a San Nicola la Strada il 23 febbraio 2017 nel salone borbonico di San Nicola la Strada).
Don Franco ha scritto, altresì, i “Commenti sui Sinottici e gli atti degli Apostoli” (per la scuola di formazione dei diaconi) e una antologia di Riflessioni teologiche e pastorali per la formazione dei fidanzati e delle Famiglie.
«Lo spirito che muove l’animo di Don Franco nella composizione di questa opera -ha detto il moderatore- si evidenzia subito, inequivocabilmente, nella citazione di apertura: "A nessuno sfugge che tra tutte le Scritture, anche del Nuovo testamento, i Vangeli eccellono in quanto costituiscono la principale testimonianza relativa alla vita e alla dottrina del Verbo incarnato, nostro salvatore". E’, questo, un passo della Dei Verbum, che è una costituzione dogmatica emanata dal Concilio Vaticano II riguardante la Divina Rivelazione e la Sacra Scrittura».
«Sempre nel Dei Verbum -ha continuato- è poi scritto che “Gli apostoli dopo l'Ascensione del Signore trasmisero ai loro ascoltatori ciò che egli aveva detto e fatto, con quella più completa intelligenza delle cose, di cui essi, ammaestrati dagli eventi gloriosi di Cristo e illuminati dallo spirito di verità, godevano”».
«Parole che dicono tutto. Scusatemi se sono giornalista, -ha detto Ciaramella- ma da giornalista vorrei esprimere un mio pensiero sul “giornalista” Marco, dopo aver letto questo libro che stiamo presentando. Sarò certamente perdonato, ma ho letto “Il Vangelo di Marco” con questo spirito o, almeno, è stato questo lo spirito che mi ha animato nel farlo man mano che scorrevano le pagine. Il Marco “giornalista” è il Marco che ho voluto cogliere leggendo questo libro. Il Vangelo è la Buona Novella, la Buona Notizia che Gesù è il Cristo. Non è uno scoop... E se nel trasmettere una buona notizia c’è un buon giornalista, beh, tutto diventa sublime. Perché sapere, con lo spirito di verità, come Gesù ha vissuto, conoscere i suoi passi tra gli uomini, è diventarne discepolo. Marco ci presenta Gesù, ci dice chi Egli è non attraverso una sua opinione. Marco non fa l’opinionista. Marco racconta la storia di Gesù. Marco racconta l’ “umanità” di Gesù, il suo sguardo, la sua tenerezza, la sua amarezza, la sua tristezza per non essere compreso. Del Vangelo di Marco si è detto che esso è il più “povero”. Lo hanno detto i soliti soloni che sanno tutto, più degli evangelisti stessi, i soliti “scienziatucoli” e “filosofetti”, come li definisco io, che credono di essere i tenutari di tutte le verità, anche di quelle divine. Ed invece, proprio perché “povero”, proprio perché “scarno” di insegnamenti dottrinali, proprio perché frutto di semplicità e purezza di racconto, è diventato forse il più affidabile, dove c’è la storia di Gesù, Gesù da far conoscere ai discepoli, Gesù da accogliere nella nostra vita per condurla in alto».
Si entra, quindi, nel vivo del convegno.
La parola ai relatori.
Il sindaco Vito Marotta, che, come ha ricordato il moderatore, c’era anche il 23 febbraio 2017 nel Salone borbonico alla presentazione del precedente libro di Don Franco ed è sempre presente in tutte le occasioni in cui in primo piano ci sono gli eventi culturali che si svolgono nella nostra città, ha detto:
«Dalle parole del Vangelo di Marco e dal libro scritto da Don Franco emerge una considerazione e cioè che rispetto agli obiettivi precisi di un parroco, come quello dell’annuncio della parola di Dio e di formare la propria comunità, l’incontro svolge un ruolo centrale perché si fa un approfondimento, dal quale poi discendono i presupposti affinché la Parola di Dio la si viva. Perché altrimenti diventerebbe uno studio arido, sterile, solo da lettura. Quello di Don Franco è un testo che incoraggia, perché attraverso l’approfondimento proviamo a trovare la forza per trasformare la nostra vita, specie nei momenti difficili».
E, citando alcuni passi del libro che lo hanno particolarmente colpito, Marotta aggiunge: «Dalla lettura di un libro qualcuno di noi va alla ricerca di spunti che possano essere utili nella propria quotidianità e possano rappresentare monito per se stessi e per chi si rappresenta».
Poi, l’intervento del Vescovo, preceduto dall’introduzione del moderatore, che ha parlato di due particolari, tanto cari, dello stemma episcopale: il mare, che richiama la missione evangelizzatrice della chiesa («qualcosa che ha a che fare anche con il nostro santo protettore San Nicola di Bari...») e il motto “Duc in altum” («che esprime l’invito che ci fa il Signore a scommettere su Dio e a credere nella potenza della sua Parola».
Mons. Pietro Lagnese ha voluto ribadire quanto già da egli scritto nella prefazione al libro di don Franco: «C’è un desiderio che attraversa tutto il Vangelo di Marco: è quello di far conoscere Gesù e di aiutare il lettore ad entrare nel mistero di Cristo perché possa diventarne discepolo. Marco ha questo desiderio, forse perché, stando alle notizie che abbiamo di lui, egli non ha conosciuto Gesù. Perciò costruisce tutto il suo vangelo intorno a questo obiettivo; ne è prova il suo incipit, che con chiarezza svela a chi si appresta alla lettura l’obiettivo della sua narrazione».
«Questo libro è un servizio che Don Franco rende in modo particolare a questa comunità, ma anche a tutti coloro che verranno a contatto con esso, perché oso pensare, oso sognare che davvero questo libro potrebbe diventare uno strumento, una guida, affinché nelle case si ritorni a leggere il vangelo. Papa Francesco non smette di dire che il rinnovamento della chiesa non può non incominciare dal mettere al centro la parola di Dio. Nel vangelo di Marco c’è questa urgenza: aiutare quelli che non hanno conosciuto fisicamente Gesù di Nazareth ad incontrarlo. Io mi auguro che questo testo che Don Franco ci dona questa sera possa farci venire una rinnovata voglia di aprire il vangelo, di leggerlo ogni giorno, di fermarci nel silenzio ad accoglierlo perché anche noi possiamo fare l’esperienza del centurione, come è scritto nella parte finale: il pagano che vede Gesù morire e dice “Davvero quest’uomo era figlio di Dio”».
La sua gratitudine all’autore, come già espressa anche nella prefazione: «Sono grato a don Franco Catrame per il dono di una nuova pubblicazione che egli offre al lettore, dopo quella sull’opera lucana, nell’intento di porsi a servizio dell’approfondimento della Parola di Dio, che sempre più dev’essere conosciuta, amata e vissuta e, sempre più, dev’essere annunciata».
A questo punto, un delizioso intermezzo musicale con un Trio di illustri musicisti docenti casertani composto dalla fondatrice del gruppo M° Gerardina Rainone, violinista, M° Francesco Chiacchio, alla chitarra, M° Michelina Carfora, al flauto.
L’idea, fortemente voluta e lanciata da Nicola Ciaramella e Don Franco Catrame in fase organizzativa dell’incontro, è stata sposata con grande disponibilità dalla leader dell’ensemble, M° Rainone, che ha colto l’occasione anche per offrire un personale contributo alla Festa Internazionale della Musica che si celebra in questi giorni in centinaia di paesi del mondo con varie manifestazioni finalizzate a diffondere la nobile arte in tutti i luoghi e in tutti gli ambienti (come strade, piazze, cortili, monumenti, chiostri, ospedali, carceri, luoghi di disagio) dove la musica compie pienamente la sua funzione di integrazione e coesione sociale.
«Luoghi tra i quali non poteva mancare -ha detto con entusiasmo il moderatore- la nostra stupenda chiesa di Santa Maria degli Angeli, patrimonio artistico e culturale non solo di San Nicola la Strada».
Di eccezionale qualità il repertorio magistralmente eseguito dal Trio, che per la prima volta si esibisce a San Nicola la Strada: “Ave Maria” di Astor Piazzolla; “Adagio” di Albinoni; “Divertimento in trio”, musiche originali composte dai Maestri Rainone e Chiacchio.
Applausi convinti del pubblico, meritatissimi dai tre stimati artisti, che sono da ringraziare per la loro disponibilità e per la loro sincera amicizia.
Il conduttore ha, infine, introdotto l’intervento dell’autore del libro, prendendo spunto da una riflessione di Don Franco (“Spiritualità evangelica e cultura moderna”) pubblicata sul Corriere di San Nicola, nella quale il parroco, tra l’altro, così dice: «“La scelta di questo argomento è un invito a porre per un momento l’attenzione al nostro vivere quotidiano fatto di saggezza personale, di fede nel Signore, dentro un contesto culturale che, se non è avverso alla religione, in molte espressioni è scettico...La modernità si fonda su un concetto di persona che si fida solo di sé e della sua capacità di trasformare la realtà. L’uomo moderno non prende legge da altri che da sé, diventa consapevole della sua enorme potenzialità di modificare la natura e la storia. E’ lui, l’uomo, che detiene la capacità di stabilire ciò che è vero, bene, giusto...L’uomo di oggi, ritratto della salute, ma spiritualmente denutrito; avido di luce, ma accecato dai bagliori del suo sapere, cammina, ma non sa dove sta andando. Si sente oppresso dalla fatica di vivere, sente indebolirsi la speranza; in questo modo è costretto ad appagarsi di qualsiasi riflesso ingannevole che sembra dare felicità. Intanto il continuo clamore delle pubbliche voci stravolge la verità e la libertà, tanto acclamata, si fa beffa delle leggi...La via percorsa da Cristo ti sembra scabrosa, ti rende pigro e così ti rifiuti d’andare dietro a Lui... Il maggior teologo protestante del '900, Karl Barth, affermava: "Sarebbe bello se almeno in qualche occasione il cristiano entrasse in chiesa, non per chiedere qualcosa, ma solo per ascoltare Dio; non per sperare in una grazia, ma solo per lodare la grazia divina che si effonde in Lui e nell'umanità; non per trovare una soluzione ai propri travagli, ma solo per scoprire una presenza"».
La domanda di Ciaramella: «Spiritualità evangelica e cultura moderna: Don Franco, quale contributo il Vangelo di Marco può offrire al lettore, all’uomo, al credente?».
La risposta di Don Franco Catrame: «La cultura evangelica è una cultura che si nutre della ricchezza inesauribile dell’umanità di Gesù. A me piacerebbe che l’uomo moderno si lasciasse contagiare da questa ricchezza. Perché se ci nutriamo di questa umanità, anche colui che non ha una condivisione di fede precisa sicuramente diventa una proposta di promozione, di crescita, di arricchimento. Benedetto XVI diceva che il cristianesimo si diffonde per contagio. Proprio così si diffuse il cristianesimo, dopo la prima fase della presentazione dell’annuncio degli apostoli. Senza fare prediche, per la gioiosa esperienza di aver conosciuto Cristo».
E poi spiega il motivo per cui ha scritto questo libro: «Non certo per una divulgazione commerciale; chi vuole lo può prendere liberamente. Il mio desiderio è che possiate leggerlo. E’ il frutto di più di dieci anni di insegnamento di Sacre Scritture presso la scuola di formazione dei diaconi permanenti e ministri istituiti. E’, come ha detto il Vescovo, un invito a leggere il vangelo. A me questo interessa, che il vangelo sia letto e si legga. Che veramente la realtà umana e divina di Gesù entri nel nostro vissuto. E’ un nutrimento questa conoscenza di Gesù e dà sicuramente tante possibilità in tante realtà così complesse e così difficili che stiamo vivendo al giorno d’oggi. E’ un dono che voglio fare a chiunque voglia appassionarsi e lasciarsi appassionare da Gesù».
Il momento finale con “sorpresa”: un dono che il vignettista sannicolese Vittorio Di Tommaso, già docente presso l’Istituto d’arte di San Leucio, ha voluto porgere, insieme al Corriere di San Nicola che ha promosso l’idea, a S. E. Mons. Lagnese.
Si tratta di un disegno a china realizzato dal noto artista, nel quale, prendendo spunto dallo stemma episcopale di Mons. Lagnese e dalla sua venuta a Caserta dalla diocesi di Ischia, sono rappresentate alcune simbologie tanto care al Vescovo e anche alla nostra città.
Mons. Lagnese ha gradito molto, manifestando gioia per la sorpresa ed ammirazione per l’autore.
E poi, tutti sul sagrato di Santa Maria degli Angeli per un piccolo momento finale di convivialità, aperto simpaticamente proprio dal vescovo prima di congedarsi con manifesta gioia da una bellissima serata e dalla nostra San Nicola la Strada, che certamente gli è entrata nel cuore.
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