Provincia di Caserta, squallore confermato
Sempre ferma sulle sue storiche deprimenti posizioni l'annuale classifica del “Sole 24 Ore” sulla “qualità della vita” di Terra di Lavoro…
Inesorabili i risultati anche dell’indagine 2022: 99.ma su 107!
La classe (si fa per dire…) politica, sempre più incapace di programmare, deve solo continuare a vergognarsi.
Armati di Aprepitant Teva, medicinale portentoso per arginare la nausea e il vomito, anche quest’anno abbiamo seguito la diretta streaming in cui è stata svelata la classifica sulla "qualità della vita nelle province italiane" risultante dalla storica indagine che da 33 anni elabora il quotidiano “Sole 24 Ore”.
Si tratta, come si sa, di una fotografia dello Stivale attraverso la bellezza di 90 indicatori statistici su base provinciale divisi in sei ambiti:
-ricchezza e consumi (disponibilità economiche e capacità di spesa);
-affari e lavoro (opportunità imprenditoriali e occupazionali);
-ambiente e servizi (clima e tutela dell’ambiente, qualità ed efficienza dei servizi);
-demografia, società e salute (condizioni di vita e di salute, livelli di istruzione);
-giustizia e sicurezza (denunce, illeciti, incidenti e contenzioso);
-cultura e tempo libero (offerta culturale, luoghi e servizi per il tempo libero).
Le province italiane sono 107. Caserta è squallidamente al posto numero 99 (l’anno scorso era al centesimo… adesso qualcuno dirà che siamo migliorati…ahahahah!!!...i politici sono capaci di dire anche questo…).
Come dire che soltanto in otto province si vive peggio.
Prendiamoci una seconda capsula rigida del nostro antiemetico preferito ed entriamo un po’ nei dettagli.
Nella macro area “Ricchezza e consumi” (i cui indicatori generali sono: Valore aggiunto per abitante, Spesa delle famiglie, Depositi bancari, Prezzo medio di vendita delle case, Canoni medi di locazione, Assorbimento del mercato residenziale, Spazio abitativo, Popolazione con finanziamenti attivi, Debiti - Esposizione media residua, Tasso di ingresso in sofferenza, Pagamenti oltre i 30 giorni, Riqualificazioni energetiche, Beneficiari di reddito di cittadinanza, Retribuzione media annua, Reddito medio da pensione di vecchiaia) Caserta è al 95° posto (l’anno scorso era otto posti più giù).
In “Affari e lavoro” (Tasso di occupazione, Giovani Neet, Nuove imprese iscritte, Imprese cessate, Imprenditorialità giovanile, Imprese che fanno ecommerce, Start up innovative, Imprese straniere, Numero di ore Cig autorizzate, Posti letto nelle strutture ricettive, Qualità delle strutture ricettive, Quota di export sul Pil, Home e corporate banking, Infortuni sul lavoro, Qualità della vita delle donne) è 41.ma (guadagna 39 posizioni, non male).
Caserta è 103.ma (non si è spostata di un millimetro rispetto allo scorso anno) in “Ambiente e servizi”, ovvero nella macro area i cui indicatori sono -leggete leggete!- Raccolta differenziata, Piste ciclabili, Offerta del trasporto pubblico, Tasso di motorizzazione, Qualità dell'aria, Affollamento negli istituti di pena, Farmacie, Energia elettrica da fonti rinnovabili, Pos attivi, Spesa sociale dei Comuni, ICityRank, Qualità della vita degli anziani. Uno strazio!
Passiamo all’ambito “demografia, società e salute” (i cui indicatori sono: Speranza di vita alla nascita, Quoziente di natalità, Saldo migratorio totale, Indice di dipendenza anziani, Acquisizioni di cittadinanza, Persone con almeno il diploma, Anni di studio, Laureati e altri titoli terziari, Amministratori comunali under 40, Casi Covid-19, Medici specialisti, Medici di medicina generale, Farmaci per depressione, Farmaci per malattie croniche, Emigrazione ospedaliera).
Qui la Terra del lavoro che non c’è è all’85° posto, ben tredici più giù rispetto al 2021. Mamma mia!
“Giustizia e sicurezza” (indicatori: Indice di criminalità, Furti di autovetture, Furti in abitazione, Rapine, Reati legati agli stupefacenti, Riciclaggio e impiego di denaro, Truffe e frodi informatiche, Delitti informatici, Estorsioni, Mortalità per incidenti stradali, Esposti per inquinamento acustico, Denunce di scomparsa di under 18, Capacità di riscossione dei Comuni, Indice di litigiosità, Quota cause pendenti ultratriennali): Caserta è al 93.mo posto e perde altre quattro posizioni rispetto allo scorso anno.
Ed infine l’area “Cultura e tempo libero”, un altro sperpetuo: qui la provincia peggiora di ben quattordici punti il già desolante risultato dello scorso anno, crollando addirittura al 91° posto.
Gli indicatori di questo macro settore sono: Librerie, Bar, Ristoranti, Palestre/piscine/terme, Patrimonio museale, Aziende agrituristiche, Verde storico, Offerta culturale, Spesa dei Comuni per la cultura, Banda ultra larga (Fttc), Banda ultra larga (Ftth), Indice di lettura, Formazione continua, Indice di sportività, Sport e Covid.
Insomma, detto papale papale, come lo scorso anno, un disastro totale! L’ennesimo risultato schifoso di cui la politica deve solo vergognarsi.
Abituata sin dal 1990 (anno di istituzione di questo importantissimo studio) a navigare nei bassifondi della graduatoria (90.ma tre decenni fa, 108.ma nel 2016, ultima nel 2017, 101.ma nel 2018, 93.ma nel 2019 e 100.ma lo scorso anno), la cosiddetta Terra di Lavoro (dalla denominazione che fa ridere e che è meglio conosciuta nella penisola e nel mondo come Terra dei Fuochi o Terra dei Roghi o Terra dei Disastri o ancor di più Terra dei Tumori) ha raggiunto e confermato la soglia dell’indecenza.
Ci si chiede: di chi è la colpa di questa ultratrentennale rovina?
Elementare, Watson…
Della politica, naturalmente!
Di chi altri la colpa potrebbe essere se non della politica, sia di quella a livello provinciale che di quella in tutti i 104 comuni casertani, dalla sommatoria dei cui disastri in tutti i settori viene fuori l’apocalisse finale?
Di chi altri la colpa potrebbe essere se non della politica che proclama chiacchiere da decenni e decenni?
Di chi altri la colpa potrebbe essere se non della politica spaventosamente incapace di programmare qualcosa di serio per migliorare una qualità di vita che fa pena?
La colpa è della politica e solo della politica, che continua da decenni e decenni ad offendere, trascurandola e penalizzandola, una comunità operosa come quella dei cittadini di Terra di Lavoro. Cittadini che non meritano l’incapacità dei loro governanti di far crescere la cultura, di dare decoro al lavoro, di difendere l’ambiente, di promuovere la giustizia sociale.
La provincia di Caserta, sempre nelle ultime posizioni della classifica della qualità di vita da 33 anni, non merita tutto questo.
La politica in provincia di Caserta continua a fallire ed è questa la realtà più tragica, della quale i politici, di tutti i governi, di tutti i colori e a tutti i livelli, continuano a non accorgersi. O meglio, ad accorgersi facendo finta di niente.
Per la cronaca, visto che parliamo di classifiche, la provincia dove si vive meglio in Italia è Bologna, al secondo posto Bolzano, poi Firenze, Siena, Trento e Aosta.
Peggio che a Caserta si vive solo a Enna, Taranto, Reggio Calabria, Vibo Valentia, Foggia, Caltanissetta, Isernia e Crotone.
E scusateci ancora se sono 33 anni che pubblichiamo sempre la stessa vignetta... Nessuno ce ne ha mai suggerita un’altra…
Nicola Ciaramella
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