Traffico, sosta a pagamento e decadenza: Giugliano sta morendo!
Caos urbano e invivibilità stanno soffocando il terzo comune non capoluogo di provincia più popoloso d'Italia
Centoventimila abitanti e un’estensione territoriale di 94,19 Km2 che comprende litorale, lago Patria e altre zone periferiche molto estese. Giugliano ha storia, cultura ed è da secoli un centro commerciale molto florido.
Almeno fino a qualche anno fa. Purtroppo, molti esercizi commerciali stanno abbassando le serrande.
Accade, ad esempio, a via Roma, una delle strade principali della città. I commercianti sono stremati, i problemi sono tanti e non riguardano solo i rincari generalizzati, ma anche il caos e la difficoltà ad arrivare in centro con le auto.
Infatti, parliamo di zone ad alta densità di traffico: ci sono, infatti, più auto e scooter che sfrecciano a tutta velocità (con i guidatori senza casco) che persone. Il parcheggio è un miraggio e per giunta da lunedì 11 settembre sono entrate in vigore le nuove tariffe per le strisce blu. Nel centro storico una sosta di venti minuti costerà 50 centesimi, poi 1.50€ all’ora. Così funziona la fascia 1, mentre per la fascia 2 e la fascia 3 il parcheggio costerà 1€ all’ora.
La decisione annunciata dal sindaco è stata accompagnata da non poche polemiche. Molti cittadini e soprattutto i commercianti pensano, infatti, che le nuove regole della sosta a pagamento non saranno altro che il colpo fatale al commercio giuglianese.
L’importanza dei negozi di prossimità
Dopo la pandemia gli acquisti on line hanno registrato un vero boom, per ovvie ragioni. Ma molti esperti sostengono ancora la grande importanza dei negozi di prossimità. Il commercio rende vivo il centro abitato, la piccola bottega sotto casa è un luogo dove si creano relazioni e il contatto umano rende più piacevole e interessante l’acquisto.
Recenti studi rivelano, inoltre, nuovi trend commerciali e in queste previsioni il negozio fisico non scompare, anzi molte persone spesso amano reperire informazioni on line, per poi comprare in negozio.
Ciò accade perché possono visionare l’articolo da vicino, avere consigli e ricevere assistenza dal negoziante di fiducia.
Alle elezioni comunali del 2020, Giugliano salutava con speranza il nuovo sindaco, dott. Nicola Pirozzi e una nuova giunta comunale. E’ quasi consuetudine volersi fidare e affidare al nuovo che arriva. La popolazione, quella sana, spera sempre in un cambiamento positivo, in una maggiore sicurezza e cura del territorio.
Ebbene, purtroppo, dopo le ultime elezioni, i problemi veri e grandi di Giugliano non sono stati mai affrontati seriamente, eppure a volte basterebbe poco. Risolvere le grandi rogne che una città come Giugliano vive è una parola grossa, forse un desiderio irrealizzabile, ma le difficoltà vanno affrontate con spirito propositivo, bisogna cercare di mantenere le promesse ad ogni costo (o almeno una parte di esse).
Oltre al problema del traffico in tilt, che qui non è più emergenza, ma triste e rassegnata normalità (in questi giorni sono stati aperti molti cantieri e molti pezzi di strade sono interrotti e pensare che sono iniziate anche le scuole), c’è il tema della sicurezza. Ancora pochi vigili per le strade, niente forze dell’ordine, mentre criminalità, delinquenza e baby gang si appropriano ogni giorno di più del territorio.
L’unica villa comunale dovrebbe bastare per 120mila abitanti, ed è incustodita. La sua morte è quindi solo una questione di tempo. Serve vigilanza, custodi del verde e della bellezza, serve personale che sorvegli la presenza delle persone e i loro comportamenti. A quanto pare, il passato non ha insegnato nulla.
Alcune panchine sono sfasciate, i giochi per i bimbi avrebbero bisogno di manutenzione, e in più personaggi loschi, spesso si aggirano in quello che dovrebbe essere il polmone verde della città. Purtroppo, il polmone è malato, e sull’orlo di un collasso.
Non abbiamo mai detto né pensato che Giugliano sia un comune semplice da amministrare. Anzi, è esattamente il contrario, ma una cosa è fare poco, un’altra è fare nulla o quasi.
Se volessimo fotografare Giugliano oggi, cosa ne uscirebbe?
Il centro sta morendo insieme alle attività commerciali, non esistono parchi verdi curati e custoditi, la fascia costiera è abbandonata a se stessa, come anche zona Ponte Riccio, dove ci sarebbe la stazione ferroviaria anch’essa nell’abbandono (molti preferiscono la vicina stazione di Aversa).
In periferia si trova il mercato ortofrutticolo, che per anni è stato uno dei più importanti d’Italia per volume d’affari. Oggi, vive un declino irreversibile. Già molte aziende si sono trasferite nella provincia di Latina e nel casertano.
E’ stato presentato un progetto di riqualificazione da parte del comune, ma i commercianti sostengono che bisognerebbe prima tagliare l’erba, far ripartire il commercio con interventi mirati (molti stand, ad esempio, sono all’aperto sia d’estate sia d’inverno). Il mercato si estende su 200 mila metri quadri e potrebbe accogliere circa cinquanta grossisti, ma oggi non sono nemmeno la metà ad operare. Infine, non ci sono controlli alle entrate.
Inoltre, tra le promesse dell’attuale amministrazione comunale c’era la valorizzazione del sito archeologico tomba di Scipione l’Africano e delle altre opere d’arte presenti su tutto il territorio. Il sito archeologico è anche un parco naturale che si affaccia sul lago Patria. Il luogo fu scelto dal grande condottiero romano proprio per la sua bellezza e per ritirarsi dalle fatiche e dalle delusioni delle sue battaglie.
Anche Giugliano sembra volersi riposare dalle battaglie, lasciando luoghi incantevoli all’incuria e all’indifferenza, lasciando che la città sprofondi nella rassegnazione e nel caos.
Le colpe, certo, non sono solo di chi ci amministra. Senza generalizzare, bisognerebbe vivere a Giugliano per percepire alcune volgarità pronunciate da apparenti bambini. Certi linguaggi da “adulti” qui s’imparano presto.
Bisognerebbe aggirarsi per le strade del centro per notare più di un’ingiustizia e molte prepotenze. Poi, frequentare uffici postali, comunali, distretti sanitari per scoprire che il loro funzionamento spesso dipende dalla casualità e dai comportamenti del pubblico che vi si rivolge.
Il traffico, ad esempio, andrebbe regolato con l’ introduzione di limitazioni, ma, dall’altra parte, i giuglianesi dovrebbero abbandonare l’eterno culto dell’automobile. Quest’ultima, infatti, non solo a Giugliano, è diventata simbolo e status di benessere e ostentazione, tanto che molti preferiscono avere le pezze nei pantaloni (vecchio adagio popolare), vivere in un buco di casa senza agi, indebitarsi fino al collo, ma non rinuncerebbero mai ad auto lussuose e costose.
Ma questo è un problema culturale complesso, che andrebbe affrontato in altre sedi e con altri strumenti.
Il degrado ha responsabilità più grandi e altre più piccole, in base ai ruoli ricoperti; la civiltà è sempre un delicato equilibrio tra amministrazione e cittadini. Dovrebbe attivarsi una sinergia profonda e armoniosa tra chi prende decisioni e chi vive una città, costruendo insieme bene comune e valore.
A Giugliano, i tempi affinché ciò accada non sono ancora maturi.
Giovanna Angelino
©Corriere di San Nicola
Scrittrice e Copywriter SEO
Gestisce Uffici stampa e blog aziendali
Editorialista presso meer.com/it
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