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Un magnifico pomeriggio in Santa Maria degli Angeli all’insegna della fraternità, della fede e dell’amicizia nel nome della Santa Vergine, in attesa del 163.mo anniversario dell’Apparizione.Un magnifico pomeriggio in Santa Maria degli Angeli all’insegna della fraternità, della fede e dell’amicizia nel nome della Santa Vergine, in attesa del 163.mo anniversario dell’Apparizione. 1

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San Nicola la Strada SEMPRE nel cuore
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PERCORSO QUARESIMALE CON LA SANTA SINDONE 
I VIDEO dei cinque incontri del programma promosso da Don Antimo Vigliotta e dal Prof. Luciano Lanotte

WORKING PROGRESS -di Antonio Serino- (Parte IV)

Continua la pubblicazione, in varie puntate, della "raccolta di riflessioni" e di memorie di Antonio Serino. 
Lourdes, San Michele Arcangelo, Jim Caviezel...

 

Working Progress

-Antonio Serino-

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Nell’ambito europeo sono i Mandala sono considerati come gli strumenti utili al ripristino della mente e del cuore. Si tratta di disegni utilizzati in diverse discipline per identificare aree sacre che estromettono influenze esterne ma gli orientali li utilizzano invece per rappresentare l’universo e guida verso l’illuminazione

Marzo 2021

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i diritti di riproduzione, anche parziale,

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Ai miei cari genitori

Ida e Saverio 

LEGGI PARTE I 
https://www.corrieredisannicola.it/varie/notizie/varie/working-progress 

LEGGI PARTE II 
https://www.corrieredisannicola.it/varie/notizie/varie/working-progress-di-antonio-serino-introduzione-e-parte-i-2 

LEGGI PARTE III 
https://www.corrieredisannicola.it/varie/notizie/varie/working-progress-di-antonio-serino-parte-iii


  1. LOURDES

 

Qualche anno fa, durante la solita passeggiata domenicale con mia moglie incontrammo il Vescovo, nostra cara conoscenza, a cui porgemmo i nostri saluti ed un presto arrivederci in quanto prossimi alle ferie estive. Durante i convenevoli, con un bel sorriso, ci propose di includere nelle vacanze che avevamo organizzato anche un pellegrinaggio a Lourdes, da lui stesso presieduto.

In realtà, in occasione del nostro venticinquennale di matrimonio, ed escludendo qualsiasi forma di festeggiamento ritenuto del tutto inutile, avevamo proprio considerato l’ipotesi di andare a Lourdes, per recarci nel posto più mariano del mondo, per poter adeguatamente esternare alla Madre Celeste la nostra gratitudine per aver protetto ed accompagnato la nostra famiglia.

Era la mia prima volta che mi recavo in pellegrinaggio all’estero, ma lo ritenevo un doveroso ed essenziale, per i doni ricevuti dal Signore.

Quindi, partimmo in un caldo e bellissimo pomeriggio dall’aeroporto, trepidanti nell’attesa della realizzazione di evento che, forse, potrebbe non essersi più ripetuto nella vita. Ma tutto, poi, non si rivelerà così sereno e bello…

Infatti, a solo due ore di partenza, arrivammo a Lourdes e iniziavo a provare inaspettati quanto incredibili brividi di freddo, nonostante vi era una temperatura esterna non inferiore a 30 gradi. Siamo corsi subito in albergo e mi accorsi che avevo improvvisamente febbre. Stavolta i tremiti erano proprio quelli di una brutta influenza. Ma non poteva essere vero se fino a due ore ero stato benissimo e non avevo accusato alcun malessere! Mi sono messo allora a letto con la speranza che tutto si risolvesse presto e che, in quei pochi giorni, sarei potuto almeno recarmi a vedere la famosa Grotta di Massabielle, quella delle apparizioni, per intenderci.

Era tanta l’emozione e la frenesia di andare sui posti storici delle apparizioni che in serata si discuteva di far presto ad organizzarci per evitare di perdere del tempo. Fu così che intorno alle tre del mattino,   allo scopo di evitare il notevole afflusso di pellegrini in arrivo al centro, ci pervase l’idea di incamminarci di fretta per recarci ai luoghi di preghiera. Non avrei mai osato pensare che con 39 di febbre, con caldo pesante ma ricoperto da maglia e giubbino a protezione, avessi potuto affrontare quella dura giornata. Eppure, una volta giunti alla Grotta non pensai più alla malattia ed ai brividi di freddo. Quella pace presente davanti alla grotta invase il mio corpo ed una pacatezza interiore mi invadeva fisicamente ed emotivamente, apportandomi tranquillità e serenità. Tutto ad un tratto non potei far a meno di alzare gli occhi verso quella piccola statua della grotta e chiedere cosa mi stesse accadendo. Avrei voluto pregare come avevo sempre sognato, implorare, chiedere, ma non riuscivo ad aprir bocca, come se una paralisi mi tenesse serrato le labbra. Mi vergognai, per aver atteso tanto tempo per pregare dinanzi all’effige della Immacolata Concezione ed ora mi trovavo ammutolito come un pesce, senza poter dire o fare nulla, esternare la mia gratitudine per tutto ciò che ho ricevuto nella vita, poter raccontare alla Vergine Maria come fossi contento di essere finalmente lì da Lei, come mi sentissi bene alla Sua presenza nonostante il malanno. Il problema è che la stessa scena si ripeté per più giorni, fino a quando ritenni necessario recarmi alla sala Confessioni e chiedere aiuto a qualche padre lì presente, a qualcuno che cosa mi stesse capitando. Lì mi accolse un sacerdote che ascoltò con la testa china, tutto ciò che mi era capitato e come mi sentissi a disagio per non poter adempiere compiutamente ai miei doveri cristiani. Gli raccontai di tutto, in particolar modo del blocco interiore che mi ostacolava. Alla fine, sorridendo e guardandomi fisso negli occhi mi accennò “ magari capitasse sempre! Non ti preoccupare, la Madonna ti è vicino. Devi sapere che quando la riflessione e la meditazione prevalgono sulla parola è segno che lo Spirito Santo vuole iniziare a lavorare su di te perché ha trovato il tuo animo pronto a ricevere messaggi più importanti, interiori, spirituali, che ti faranno solo bene ”. Che paroloni! Come era possibile? E lui, quasi come se mi avesse letto nel pensiero mi confortò dicendomi “ C’è un tempo per pregare ed un altro per ascoltare: ti auguro che tu abbia tanto tempo a disposizione per pregare ma tanto e tanto ancor di più per poter apprendere tutte le belle cose che ti arriveranno al cuore.

Mamma mia! Un’emozione fortissima mi prese la gola. Non sapevo più se ero colmo di gioia o di preoccupazione.

Capivo cosa potesse significare riflettere su certe cose, ma non a questo punto. Lasciai che così andasse e che mi facessi prendere da questa nuova esperienza. Anche la malattia che, d’un tratto era apparsa, per me ora stava acquisendo una diversa interpretazione.

Gli ultimi due giorni di pellegrinaggio furono esemplari perché avemmo modo di partecipare ogni mattina ed ogni sera a tutte le funzioni religiose in programma, fra cui la celebrazione, come promesso dal Padre Vescovo, del nostro venticinquesimo anniversario di matrimonio, anche se con un po’ di affanno a causa del persistere dalle febbre, che non mi aveva lasciato un attimo di tregua.

Così arrivò anche il momento dell’addio. Salimmo sull’aereo alla volta del ritorno a casa che avevo ancora i brividi di febbre ma, pensai, oramai saremmo stati prossimi al rientro a casa, e lì avrei trovato la giusta cura.

Una ondata di caldo ci accolse quando mettemmo piede a terra e già mi sembrava di aver vissuto una indimenticabile esperienza. Strano, ma non avvertivo più quei fastidiosi sintomi che mi avevano torturato per una settimana. Misurai la temperatura corporea e leggo strabiliato: 36. Tutto scomparso.

Ma cosa sarà capitato? Una cattiva digestione non era stato possibile perché ero sempre stato attento ai cibi degustati; un repentino cambiamento di temperatura? Può darsi, ma non tanto grave per provocare una sintomatologia continuativa per una intera settimana. Mi sono posto diverse domande ma non sono stato capace di trovare una idonea spiegazione. Poi, il ricordo di ciò che mi aveva riferito il padre confessore incontrato a Lourdes: “accogli tutto ciò che senti e provi dal di dentro”. Ed allora un pensiero mi ha sorpreso, un sol pensiero mi è rimasto dentro: può darsi che la Vergine abbia voluto chiedermi un piccolo ricordo mio per il Suo cuore? Un semplice pensierino: un po’ di dolore da sopportare e da offrire per le pene patite dal Suo Adorato Figlio. Vorrei tanto che fosse vero e spero con tutto il cuore che sia veramente questo a spiegare l’accaduto.

Ne sarei felicissimo, per aver potuto, una volta tanto, accontentare la Mamma Celeste senza aver mosso un dito, ma di aver messo a disposizione il mio corpo per far lasciar entrare la Sua Carità, il Suo Amore.

Per questo La ringrazio per avermi dato la possibilità di poterLe prestare il mio Cuore per un po’ di puro amore. 


  1. SAN MICHELE ARCANGELO

 

Confesso che ho avuto sempre un debole per gli Angeli, esseri fantastici ed eterei, immortali e divini. Più volte riportati anche nella Bibbia e nei Vangeli, essi rappresentano la mediazione tra uomo e Dio, al quale riportano le richieste di carità, bontà e misericordia da parte di tutti gli uomini.

Noi tutti sappiamo che siamo accompagnati dalla nascita e fino alla morte da uno di essi, il famoso Angelo Custode, assegnato dalla pietà divina ad ogni uomo per risolvere i problemi che gli si pongono davanti e per i quali egli ne richiede la risoluzione. La sua onnipresenza non è visibile, ma chi è confortato dalla Fede lo “sente” sempre al proprio fianco e, qualche volta, addirittura, ne accerta la presenza, ma si parla di casi molto particolari in cui il beneficiario è dotato di un carisma speciale, affinato da virtù che solo Dio ha potuto concedere con la Sua infinita misericordia.

A noi comuni mortali è dato di sapere solo che ci sono, e che possono intervenire solo ed esclusivamente su richiesta dell’uomo, in conseguenza del famoso libero arbitrio concesso da Dio.

Quale che sia stato “l’incontro” con questa ulteriore “realtà” che, come le altre occasioni, ha comportato utilità al mio animo è scaturito da una semplice cenetta tra amici, in cui per la prima volta incontravo persone mai viste e mai sentite prima d’ora. E come sempre accade, tra battute di spirito e discorsi del tutto estranei alle finalità della cenetta, ci si va ad infilare in argomenti seri che trattavano di società, chiesa, economia, poteri massonici, e quant’altro. In quest’altro furono incluse le presenze angeliche, perché si era giunti ad un certo punto in cui i ragionamenti e le discussioni non possono andare oltre e, perciò, bisogna affidarsi ad altro o altri. Mi lasciai andare in una serafica asserzione che recitava in questo modo: ”quando si arriva al capolinea delle proprie aspettative e non si ottiene alcun risultato è necessario che l’uomo lasci la propria megalomania e si affidi al Creatore o, più facilmente, al proprio Angelo Custode”. Fu una frase detta genuinamente, senza alcuna altra intenzione o intendimento, proveniente dalla mentalità che mi caratterizza e, quindi, per niente propedeutica ad una dissertazione filosofica ma ritenevo opportuno comunque rappresentare il mio Credo in quel frangente. Sta di fatto che i nuovi arrivati presero al balzo l’opportunità e, rispondendo alla mia piccola osservazione, iniziarono a porsi in competizione con argomentazioni esoteriche, del tutto incompatibili con lo spirito della serata, quasi volessero confrontarsi su tematiche talmente importanti tali che non si poteva farne a meno. Ammetto che anche io fui preso veramente da quelle verve a tal punto che non potei fare a meno di seguire con un appassionato interesse e si sa che, quando ti senti coinvolto in qualcosa di interessante, inizi a chiedere spiegazioni, perché ritieni che quel tema sta diventando all’improvviso vitale per te. Con tanta pazienza, devo ammetterlo, i nuovi amici mi regalarono uno spazio di tempo che per me diventava infinito. Fu una vera e propria dissertazione “angelica” che partiva dalla loro genesi, al loro messaggio divino, alla loro reale presenza, alla classificazione degli angeli, fino ad arrivare alla possibilità di poter entrare in contatto con questi meravigliosi esseri divini. La spiegazione continuava sugli Arcangeli Michele, Gabriele e Raffaele, da sempre ritenuti i più noti nel panorama degli angeli ma chissà per quale motivo si diede una certa importanza all’Arcangelo San Michele, Principe delle Gerarchie Angeliche posto a difesa delle Sacre Porte del Paradiso dagli attacchi dal Demonio, Angelo ribelle.

La serata poi volse al termine e ringraziai gli amici per l’ottima convivialità concessami. Ma il fervore con cui si era intavolata quella discussione mi spinse, nei giorni successivi, ad occuparmi per curiosità o altro, di queste belle figure così presentate. Non era la prima volta che ne avevo sentito parlare, ma con l’evidenzia di quella passione e di quella attenzione non si era mai presentato un argomento così valido di considerazione.

Da allora fu un susseguirsi di ricerche sugli Angeli e su tutto ciò che era di loro pertinenza come i nomi, gli incarichi ricevuti da Dio, la figura dell’Angelo Custode e, poi, temi più analitici: modalità previste per rivolgergli le nostre problematiche; la numerologia, con la quale secondo la credenza gli Angeli attirano l’attenzione degli uomini più spirituali, per comunicare qualcosa di importante.

Tutto ciò che riguardava gli Angeli diventava pane per la mia fame di conoscenza. E nono-stante questa continua ricerca non avvertivo il senso di quella ricerca. Perché mi interessavo tanto? Quale era lo scopo? A che mi serviva?

E’ chiaro che le risposte non ti arrivano subito, ma se la tua anima è pronta a raccogliere gli istanti ed i momenti cruciali, allora la tua attenzione sarà premiata.

Così, a distanza di qualche giorno, durante un pomeriggio d’estate, in cui girovaghi senza meta ed allo scopo di trascorrere del tempo inutile, con mia moglie mi trovai a percorrere strade inusuali del circondario cittadino. Quel pomeriggio d’estate mi sentivo strano, in quanto guidavo senza interesse, ed andavo su e giù con l’auto senza alcuna meta, quando ci accorgemmo di aver intrapreso una stradina di montagna, nemmeno tanto vicino casa nostra, che conduceva ad un Santuario molto visitato dai fedeli del posto e non solo. Mi chiedevo come ci fossimo arrivati, quasi come se l’auto fosse stata telecomandata. Ci trovammo, quindi, direttamente nel parcheggio del Santuario dedicato a San Michele Arcangelo, dove lasciai che fosse il caso a dirigermi. Confesso che fino ad allora non vi ero mai stato, nonostante quel luogo santo fosse abbastanza rinomato in provincia di Caserta.

La cosa strana è che, nonostante il momento ottimale per effettuare una passeggiata o anche una visita, non vi era nessun fedele presente in tutta l’area.

Girammo perciò per un po’ nei dintorni per ammirare il magnifico panorama dei paesi sottostanti e di poter dar anche uno sguardo al limitrofo parco della Reggia di Caserta.

Decidemmo di entrare a visitare la Chiesa ma notammo che stranamente era chiusa: pensammo che, forse, durante l’estate cambiano gli orari di visita ma all’improvviso compare un sacerdote che ci invita ad entrare. Una piccola cappella, vuota, pochi banchi, un minuscolo altare per officiare, ed una grande, bellissima statua rappresentante San Michele Arcangelo. Non capii più nulla!   Come era possibile, che tutto il susseguirsi di eventi e momenti straordinari mi avevano condotto alla presenza del Principe Michele. Non osavo alzare gli occhi per ammirarlo, ne provavo una certa soggezione quasi come un timore di essere redarguito per non essere mai stato lì, o forse era la paura che mi “chiedesse“ qualcosa. Uscii dalla chiesa per prendere un po’ d’aria ma vi ritornai subito perchè eravamo stati invitati da una catechista parrocchiale a recitare il Santo Rosario. Non vi era tanta gente ma, man mano che si continuava con la recita entrava qualcuno. In poco tempo la Cappellina si riempì di fedeli con mia grande meraviglia. Al termine della recita il sacerdote, che aveva anche celebrato la Santa Messa, ed a noi sconosciuto, ci aspettò sull’uscio della Chiesa per dirci, sorridendo “venite ancora, vi aspetto” . Mi domandavo se veramente ci avesse chiesto una cosa simile, e perché, pur sapendo che non eravamo del posto.

Ma, ricorrendo ad una riflessione più particolare, in cui non sei tu a porre l’obiettivo da meditare, ma la circostanza che ti finora diretto e che adesso ti guida i sensi affinchè ti giunga chiaro il “messaggio”, cioè quel particolare “livello superiore” di riflessione, allora mi posi il quesito chiedendomi, stavolta, se non fosse stato proprio l’Angelo San Michele che tramite il parroco ci trasmetteva quell’invito? Chissà. Sta di fatto che da allora quel bel percorso di riflessione che avevo tempo addietro iniziato stava rafforzando il livello di meditazione, conducendomi a stati mentali più puri, avulsi da limiti materiali. E’ in queste circostanze, in questi casi, che all’inizio appaiono molto strani, che ti accorgi realmente come funziona la riflessione, la tua ricerca, perché ti pone soluzioni, non intuizioni, alle tue domande, riportando pace e serenità al tuo animo.

 

  1. JIM CAVIEZEL

Tanti altri personaggi, noti o meno noti, potrebbero condizionare la nostra vita anche indirettamente, nel senso che col proprio modo di fare o di vivere, suscitano una certa attenzione anche in chi, molto lontanamente dagli stessi, assorbe quel loro fascino e lo fa proprio.

Personalmente ho avuto modo di considerare diverse personalità, diverse per pensiero o lavoro e potrei citare per esempio Carlton Myer, famoso giocatore di basket, Kirk Cameron, attore, Luis Vidal, noto calciatore, di Alister Mc Grath, teologo e biologo, di Pietro Barcellona, filosofo, di Pietro Sarubbi, attore italiano che ha interpretato Barabba nel film The Passion. Invece no. Infatti, voglio citare un altro Vip, un personaggio che mi ha effettivamente ed emotivamente coinvolto.

Personalmente ho avuto modo di apprezzarlo, come tantissimi altri, per la sua grande interpretazione di Gesù nel film “ The Passion” di Mel Gibson, anche se egli era già abbastanza noto dagli anni novanta per diversi ruoli ricoperti in altri film del genere Frequency, La sottile linea rossa, Montecristo.

Ma la sua inclusione in questo testo, chiamiamolo pure “incontro ravvicinato”, è dovuto essenzialmente non per le sue qualità interpretative, ma per la partecipazione “sentita” nel ruolo ricoperto nella famosa pellicola cinematografica per cui mi sono sentito proprio in dovere di esaminare tutto il suo personaggio, per annotare se vi fossero altri motivi per cui mi attraeva questo personaggio. Quasi come se vi fossero dei punti in comunione con la mia piccola introspezione. E devo dire che di motivi ne ho riscontrati di diversi. Sto parlando di JIM CAVIEZEL apprezzato attore proiettato nel firmamento dei divi di Hollywood che, ad un certo punto della sua carriera ha dovuto fare i conti con la sua etica, col suo moralismo, ma principalmente con la sua fede, motivi basilari che mi hanno coinvolto emotivamente in questa segnalazione.

E’ a tutti noto il vasto eco che ha suscitato The Passion, film ritenuto dalla critica come antisemita e che ha evidenziato le notevoli dimensioni interpretative di Jim Caviezel dovute principalmente, appunto, alla sua immedesimazione nel ruolo. D’altra parte è ancor nota la sua totale dedizione a ruoli prettamente casti e puri a discapito di tanti altri copioni che nel corso della sua carriera ha rifiutato per la presenza di scene di nudi o di crudeltà gratuita, questo in totale osservanza alla sua devozione cattolica. Potremo dire che ha voluto deliberatamente anteporre le sue idee religiose o la sua personale sensibilità religiosa alla propria carriera e, cosa ancor più bella, senza alcuna remora o rimorso, quindi consapevole del notevole danno d’immagine e di successo che avrebbe provocato quale diretta conseguenza. Anch’egli è convinto, come ha più volte confermato personalmente, che abbia un filo diretto con qualcosa di trascendentale che lo accompagna nella vita e che mediante atti o fatti paradossali, gli indicano la strada da seguire. Pure coincidenze o casualità molto reali?

Si parte da una semplicissima coincidenza: Le iniziali del suo nome e cognome sono J.C., come quelle di Jesus Christ: è solamente un caso?

Jim ha detto: «Una coincidenza? Può darsi, ma non credo. Infatti, la nostra vita non è una coincidenza, è una possibilità! Il ruolo di Gesù è stato il più difficile che abbia mai intrapreso. Non c’è niente di più glorioso e allo stesso tempo più umiliante di questo ruolo. Interpretando Gesù, ho dovuto affrontare molte critiche e spesso derisione: niente mi avrebbe potuto insegnare meglio il valore dell’umiltà. Mi rendo conto che solo l’amore può salvare il mondo. L’amore di Cristo. Fare Gesù nella “Passione” di Mel Gibson mi ha distrutto la carriera a Hollywood, ma la mia fede mi ha aiutato a fare le scelte giuste nella vita»

Ma questo è solo l’inizio. Apprendiamo direttamente dalla sua bocca quanto gli è capitato durante le riprese del film.

1° - All’epoca del film in questione avevo 33 anni e ciò potrebbe essere stato anche una semplice coincidenza, ma non tanto se vista sotto un’altra angolazione. Infatti, secondo il mio pensiero, poteva trattarsi anche di un principio di messa alla prova, o addirittura un mezzo per comprendere il reale patimento sofferto da Gesù, oppure ancora la valutazione reale del senso dell’umiltà. 

2° - Quando stavamo girando la scena de L’Ultima Cena, avevo una tasca interna nei miei vestiti, in cui ho collocato diverse reliquie di santi e una reliquia della Croce di Cristo. Avevo un forte desiderio che Gesù fosse davvero presente, quindi ho chiesto al sacerdote di esporre il Santissimo Sacramento. All’inizio non voleva farlo, ma ho insistito a chiederglielo perché ero sicuro che la gente avrebbe riconosciuto Cristo se Lo stavo guardando io stesso. Il sacerdote teneva il Santissimo Sacramento in mano vicino alla telecamera e si avvicinò rivolto a me. Quando le persone guardano il film e vedono un bagliore nei miei occhi, non si rendono conto che in quel momento stanno davvero vedendo Gesù, cioè un riflesso dell’Ostia consacrata, nei miei occhi. È successa la stessa cosa nella scena della Crocifissione: il sacerdote era lì, teneva il Santissimo Sacramento davanti a me ed io Lo fissavo e si è riflesso nei miei occhi.

3° - Durante le riprese del film stava disponendosi per eseguire il Discorso della Montagna quando Si era alzato un vento forte. Quello che videro i cameramen fu il fuoco che usciva dalla parte destra e sinistra della sua testa. Illuminazione intorno a tutto il corpo. Quello che accadde fu che Mel Gibson aveva detto: “Azione” e mentre le telecamere iniziavano a fare una panoramica, un lampo lo colpì. Quando le telecamere l’hanno ripreso, Mel Gibson iniziò ad urlare: “Che diamine è successo ai suoi capelli? ”. Era terrorizzato, ma allo stesso tempo, ripete l’attore, sentiva la pace in me…Potevo davvero morire: tutto ciò che riuscii a sentire fu un enorme e tremendo schiaffo sulle orecchie. I cameramen si accorsero che ero stato colpito da qualcosa di strano, che nessuno aveva rilevato, forse un evento atmosferico, dato che mi uscivano luci intense dalle parti laterali della testa: l’analisi sotto cui fui sottoposto confermò, infatti, che un lampo mi aveva colpito e lo stesso Gibson aveva notato come i miei capelli fossero stati completamente gonfiati;

4° - Durante diverse scene ho vissuto strani momenti dovuti a fatti insoliti: nella flagellazione, per puro errore di un attore che interpretava un soldato romano nell’atto del frustare, erroneamente mi produce una reale frustata che mi costerà la lacerazione della pelle sulla schiena ( non si trattava di una frusta costruita in plastica o di gomma, bensì veramente originale); non solo, ma mi sono anche slogato una spalla in una scena della crocifissione, quello che è successo a Gesù veramente. “ Il dolore che ho provato non è niente a confronto, ma lo ricordo bene…ed è tutto rimasto nelle scene del film. Abbiamo dovuto provare la scena della crocifissione per settimane…Faceva così freddo che sembrava che i coltelli mi attraversassero. Ho avuto l’ipotermia…La mia bocca tremava in modo incontrollabile. Le braccia e le gambe sono diventate insensibili. Stavo soffocando su quella croce…Sopportai tutto pregando di più.” Le persone distolgono lo sguardo quando vedono le scene strazianti della flagellazione e della crocifissione, perchè quello che vedono è il loro stesso peccato. Non è facile affrontare se stessi. È difficile da guardare. Ma questo film ti costringe a guardarti, non nel modo in cui vuoi vederti, ma nel modo in cui Dio ti vede. Non ci sono osservatori passivi…

5° - Durante il percorso della Via Crucis, già provato dal peso della croce, interamente in puro e pesante legno, che realmente stavo trascinandomi addosso, all’improvviso cado – non secondo copione- procurandomi una frattura della clavicola e ciò nonostante continua il mio “calvario”, spinto da una enorme ed inspiegabile forza interna che mi porterà alla scena finale della Crocefissione.  

6° - altra testimonianza : “Uno dei ragazzi che lavoravano con me nel film, era un musulmano. Era una delle guardie che nel film doveva flagellarmi e nel trascorrere dei giorni ho notato come il suo atteggiamento era piuttosto turbato. Gli ho chiesto come mai si stesse comportando in quel modo e lui mi ha risposto che quella rappresentazione gli aveva talmente scosso l’animo che riteneva necessario approfondire la conoscenza su Gesù. Alla fine delle riprese del film il ragazzo mi confessò di essersi convertito. La sua era stata una grande esperienza di conversione durante il film.

Ovviamente, ogni singolo lettore può avere una diversa chiave di lettura ma chi come l’attore in questione, come altresì lo scrivente, ritiene che tante cose non capitano per caso ma hanno una matrice diversa, allora è doveroso e necessario eseguire un approfondimento del proprio “intimo” , che regalerà senz’altro ulteriori spiegazioni. Infatti, meditando su atti o fatti che accadono – apparentemente - senza senso, possiamo scorgere eventi che tendono ad arricchire il nostro “ego” in maniera molto significativa. Ma ciò è possibile solo se non riconduciamo la ricerca a livello materiale, razionale, e la riconduciamo nel livello mentale, spirituale, intimo.

Da questo punto di vista, ho individuato nel modo di fare e di comportarsi di Caviezel la stessa analogia che ha coinvolto lo scrivente e che continua a mietere riflessioni. Non a caso, la cosa più strana, ma bella, che quest’attore abbia potuto trasmettermi è un messaggio espresso in un’altra lunga intervista in cui molto semplicemente soggiunge che …..Il ruolo di Gesù è stato il più difficile che abbia mai intrapreso. Fare Gesù nella “Passione” di Mel Gibson mi ha distrutto la carriera a Hollywood, ma la mia fede mi ha aiutato a fare le scelte giuste nella vita». Ero consapevole del fatto che questo sarebbe potuto accadere e non mi pento della scelta che ho fatto. Come cattolico e come attore…Gibson mi aveva avvertito che sarebbe stata dura… “La Passione” di Cristo” ha ispirato così tante persone a fare del bene, a convertirsi a Cristo, dunque sento che c’è di nuovo uno scopo nella mia vita. Lo faccio per amore. È la mia missione cristiana».  Non c’è niente di più glorioso e allo stesso tempo più umiliante di questo ruolo. Mi rendo conto che solo l’amore può salvare il mondo. L’amore di Cristo. Come si noterà, dunque, non era proprio la sola partecipazione come attore ai suoi film che mi aveva attratto, ma la sua incondizionata fede verso Cristo che non ha rinnegato a favore di interessi economici e finanziari certamente più redditizi.

Ma conosciamo anche qualche esperienza pregressa della vita meditativa di Jim.

Il suo cammino come attore si è intrecciato ad un certo punto, quando era ancora giovane, con la conversione al cristianesimo: «Sono arrivato alla conversione  attraverso la Madonna, a Medjugorje. Durante la preparazione del film sulla Passione,  ho utilizzato tutto quello che il mio incontro con Maria Santissima mi ha insegnato. Il regista, Mel Gibson, ed io andavamo insieme alla Messa ogni mattina. Spesso facevamo Adorazione Eucaristica. Nei giorni in cui non potevo andarci, ricevevo almeno la Comunione. Avevo sentito dire che il Papa si confessava tutti i giorni e pensai che anch’io dovevo confessarmi più spesso. Non volevo che Lucifero potesse esercitare un controllo su quello che facevo. Per questo ho anche digiunato…». Anche Giovanni Paolo II ha sempre esortato i giovani a distaccarsi dalla società contaminata e priva di valori. “Siate santi”, ha detto. Impossibile? No, è possibile. È un messaggio che rivela che tutti nel mondo siamo ugualmente importanti e siamo chiamati a riconoscere che Gesù è il Signore, come è successo a me. Ricordo che il Papa disse agli americani: “Potete essere tutti santi!”. Mi rattrista che così tante persone nel mio paese non cerchino la santità. Con le droghe e l’ edonismo, cercano di riempire il vuoto emotivo. “Viviamo in una cultura in declino”, ha denunciato Jim ricordando che San Massimiliano Kolbe disse che l’indifferenza era il peccato più grave del XX secolo e indicando che lo è anche del XXI secolo. “Dobbiamo scrollarci di dosso questa indifferenza, questa tolleranza devastante del male. Solo la fede nella saggezza di Cristo può salvarci, ma richiede guerrieri pronti a mettere in discussione la loro reputazione, il loro nome, perfino la loro stessa vita per sostenere la verità”.

Ed a questo punto mi chiederei se veramente la vita di Jim Caviezel, come anche quella di tante persona può essere un susseguirsi di continue coincidenze o di ben altro.



(Fine PARTE IV)  

©Corriere di San Nicola 
diretto da Nicola Ciaramella 



ANTONIO SERINO è nato a San Nicola la Strada, dove tuttora vive. La sua esperienza formativa ha naturalmente matrice cattolica perché fin da piccolo la sua famiglia era composta da persone cattoliche, particolarmente attive nella parrocchia. Per questo motivo ha partecipato alle varie associazioni cattoliche presenti. 
Ha mosso i primi passi nell’Azione Cattolica per poi passare alla vita della Parrocchia fino al Movimento Giovanile Missionario, promosso e curato dal carissimo Direttore Diocesano Don Antonio Pasquariello. In questo Movimento, unitamente a tanti altri amici, ha contribuito all’animazione locale mediante raccolte fondi, mostre di oggetti di artigianato africano, nonché attività oratoriali per bambini. 
Ha fatto parte ed ancora annovera la sua presenza in  associazioni culturali e religiose, in quanto fermo assertore che la coesione sia uno strumento basilare per la crescita sociale e solidale. 
Da circa trent’anni è componente del Consiglio degli Affari Economici della Parrocchia, di cui conosce la difficile gestione economico patrimoniale. 
Da circa due anni coordina il gruppo famiglia Betania, fortemente voluto dal parroco Don Franco Catrame, un insieme di famiglie che studia le esortazioni apostoliche firmate da Papa Francesco, necessarie alla famiglia di oggi per comprendere e vivere in un modo più consapevole la vita odierna.
Dal 2020 collabora con il Corriere di San Nicola. 

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FARMACIE MINUTO x MINUTO




 

I turni di
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IL VADEMECUM DELLA RACCOLTA DEI RIFIUTI


Tutto quanto bisogna sapere sulla raccolta dei rifiuti a San Nicola la Strada

 

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Documenti filmati e fotografati per la storia e per l'attualità 


-di Biagio Pace- 

NIKIPEDIA 
"TuttoSanNicola
l' Enciclopedia 
di San Nicola
la Strada 

fondata e diretta 
da
Nicola Ciaramella  

PROSSIMAMENTE ON LINE


VINCENZO SALZILLO, PIANISTA

Tutta la carriera artistica del talento musicale sannicolese
(a cura del ©Corriere di San Nicola)

NAPOLI NEL CUORE


Tutta la storia dell'evento promosso da Alfonso Moccia narrata ed immortalata dal Corriere di San Nicola

LA STORIA DELLA PROTEZIONE CIVILE DI SAN NICOLA LA STRADA 
Fiero di averla narrata ed immortalata sin dal primo giorno sulle pagine del Corriere di San Nicola. 
Onorato di essere il giornalista più titolato a parlare di questa grandissima squadra. 
Nicola Ciaramella

STORIA DEL CORPO DELLA POLIZIA MUNICIPALE DI SAN NICOLA LA STRADA 
Fu istituito nel 1990. Le carriere dei sei comandanti che sinora lo hanno guidato.

OGNI CITTADINO PUO' SALVARE UN CITTADINO
Tutti gli articoli del "Corriere di San Nicola" sul progetto
"SAN NICOLA LA STRADA CARDIOPROTETTA"

IO NON RISCHIO 

Cosa sapere e cosa fare PRIMADURANTEDOPO un terremoto

-Buone pratiche di protezione civile a cura anche del Nucleo della Protezione Civile di San Nicola la Strada-

 

IL MIO REGALO ALLA MIA CITTA'

Dipingi on line la "tua" città"
Un “clic" quotidiano cominciato mercoledì 9 febbraio 2005...


Una città, il cuore, la mente...


L'


"Ode alla mia città"


composta da


Nicola Ciaramella


PAOLO CONTE, PILOTA 
(TUTTO sulla carriera del
 piccolo grande fenomeno del motociclismo casertano)

Una LUCE sempre accesa su DON ORESTE
Gruppo Facebook "DON ORESTE NON E’ ANDATO VIA”: continua, senza pause, l’iniziativa creata da Nicola Ciaramella per mantenere sempre vivo il ricordo dello scomparso amatissimo parroco di Santa Maria della Pietà.

L'ANGOLO DELLA POESIA

 

 


Versi inediti di poeti lettori del Corriere di San Nicola

29.ma Festa del Tesseramento dell’Associazione N.S. di Lourdes 

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Un magnifico pomeriggio in Santa Maria degli Angeli all’insegna della fraternità, della fede e dell’amicizia nel nome della Santa Vergine, in attesa del 163.mo anniversario dell’Apparizione.Un magnifico pomeriggio in Santa Maria degli Angeli all’insegna della fraternità, della fede e dell’amicizia nel nome della Santa Vergine, in attesa del 163.mo anniversario dell’Apparizione. 1

FELICI DI OFFRIRE LE NOSTRE FOTO AEREE

 

 

Il nostro GRAZIE a quanti hanno scelto le nostre immagini dall'alto di San Nicola la Strada quali icone di siti internet e di gruppi facebook locali

TUTTO IL "DISSESTO FINANZIARIO" MOMENTO X MOMENTO 
Come si giunse al giorno più nero della storia amministrativa sannicolese e chi nulla fece per evitarlo 

San Nicola la Strada SEMPRE nel cuore
...Una bellissima iniziativa per tutti i sannicolesi...

PERCORSO QUARESIMALE CON LA SANTA SINDONE 
I VIDEO dei cinque incontri del programma promosso da Don Antimo Vigliotta e dal Prof. Luciano Lanotte

LA POSTA DEI LETTORI 

 

 
La posta

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SAN NICOLA LA STRADA E LA SUA STORIA


Un Santo miracoloso e la Regina delle strade nel glorioso cammino di una città

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Storia dei Carabinieri di San Nicola la Strada

 Le carriere degli otto Comandanti che hanno guidato il presidio dell’Arma dal 1960 ad oggi

 
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LA STORIA DI VITO

 

 

"Vito's story"

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IL SINDACO RISPONDE

 

 



"Filo diretto" tra i cittadini ed il sindaco 
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Il gioco più bello del mondo: la sua storia a San Nicola la Strada dagli inizi fino al 1989

 

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Come si scrive il nome della nostra città: il contributo dello storico F. Nigro e la necessità assoluta di non fare più tantissima confusione!

 

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