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Numero Storico 32 - Dicembre 2005 - Home 4 ottobre 2024 20:45:35

"Umilta' e unita' per scalzare il reuccio!"
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"L’Amministrazione... dei gabbiani"
La nuova mappa del potere










Presentato al rappresentante del Governo e all’assessore provinciale alla legalità un documento-denuncia sullo stato di emergenza della criminalità a San Nicola.
Paura in città, s.o.s. al Prefetto

Emergenza criminalità a San Nicola la Strada” è il titolo di un documento-denuncia sottoscritto da tutti i partiti rappresentati in città, sia di destra che di sinistra, ad eccezione di quelli che costituiscono la maggioranza in seno al consiglio comunale. La petizione, che, prima di essere consegnata nelle mani del Prefetto e dell’Assessore provinciale alla Legalità, è stata oggetto di una affollata conferenza stampa tenutasi nei locali della Parrocchia di Don Oreste Farina, reca le firme di Giovanni Santangelo (presidente del locale circolo di A.N.), Gabriella D’Ambrosio (segretario cittadino dell’Udc), Nicola Tiscione (circolo della Margherita “Impegno costituzionale”), Michele Vigliotti (segretario cittadino dei Ds), Antonio Roano (portavoce dei Verdi per la Pace), Salvatore Motta (segretario dei Comunisti Italiani), Pasquale Panico (Rifondazione Comunista), Pier Paolo Narducci (Udeur), Luciano Caiazza (Partito Repubblicano), Marco Ursomando (NPSI), Francesco Esposito (“Margherita”) e Stefano Giaquinto (SDI).
Nella missiva, i rappresentanti politici, “…considerato l’aumento vertiginoso di episodi criminosi e fatti delittuosi (furti, rapine, incendi, scoppi di autovetture, bombe in stazioni di servizio, tentati omicidi in pieno centro) riferibili a violenza organizzata e non, che avvengono quasi quotidianamente in San Nicola la Strada; considerata l’espansione urbanistica sul territorio senza regole e senza le necessarie infrastrutture; considerato l’incremento demografico incontrollato della città; considerata l’indifferenza per tale globale situazione della autorità comunali competenti…”, esprimono viva preoccupazione per l’escalation di violenza criminale e microcriminale, tale da costituire una vera e propria emergenza in città. Essi, nel decidere di istituire un coordinamento di tutte le forze sociali “volto ad affrontare tale gravissima situazione, al fine di trovare di concerto le soluzioni più idonee atte a ristabilire le regole della pacifica convivenza civile e di istituire tutte le misure atte a consentire una maggiore sicurezza tra i cittadini”, chiedono al Prefetto di Caserta, dr.Schilardi, di convocare al più presto il Comitato Provinciale per la sicurezza e l’ordine pubblico.
Questi alcuni commenti raccolti durante l’incontro di sabato 10 dicembre alla Rotonda.
“La partecipazione e la sottoscrizione a questo documento dimostra che esiste una politica senza confini” -ha affermato Gabriella D’Ambrosio- “E’ una problematica che coinvolge tutti, ma, forse, la nostra amministrazione comunale pensa che viviamo in un’isola felice, se non vuole occuparsi di questi problemi e se non ha ritenuto di partecipare al bando regionale per l’assegnazione di contributi agli enti locali per realizzare progetti di sicurezza urbana integrata. Il comune, evidentemente, considera la nostra città talmente sicura da non aver bisogno di alcun aiuto…”.
Non si è fatto attendere neanche il parere di Lucia Esposito, presente alla conferenza nella duplice veste di leader politico e di assessore provinciale alla legalità.
“Innanzitutto” -ha affermato la più autorevole probabile antagonista del sindaco alle prossime elezioni comunali- “condivido interamente, come esponente della Margherita, il documento presentato. Voglio sottolineare che il mio non è un assessorato di bandiera, di facciata, e mi impegnerò al massimo per dare concretezza alle parole. Esiste una criminalità dalle due facce: una che si fa strada attraverso i settori dell’imprenditorialità e dell’edilizia, l’altra attraverso una microcriminalità diffusa, frutto di diverse situazioni oggettive. Soluzioni a breve termine non ne esistono. Bisogna creare meccanismi virtuosi che riescano a coinvolgere tutti, dai singoli cittadini all’amministrazione comunale. Bisogna dare esempi di legalità diffusa e di comportamenti partecipativi a partire dalle istituzioni. Una sorta di patto di legalità fra cittadini e istituzioni, coinvolgendo le scuole, i commercianti, gli imprenditori. È nell’ingiustizia sociale che cresce e si alimenta la criminalità. La mancanza di lavoro, la carenza di servizi e la realtà di intere famiglie che vivono al limite della soglia di povertà, rappresentano l’humus ideale nel quale cresce la criminalità”.

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